Professionisti della protezione dei dati sempre più ricercati dalle aziende che devono rimanere competitive sul mercato. Il Garante: "Opportunità di promulgare specifiche linee guida per prevedere agevolazioni per imprese e p.a. che nominano il privacy officer". Bernardi: "Grandi realtà si sono già organizzate per avere nel loro organico un privacy officer."
Roma, 1° dicembre 2015 - Cambia il concetto di privacy nelle aziende italiane. Se fino a pochi anni fa era considerata una mera burocrazia, il cambiamento degli scenari globali ha portato l'UE a varare addirittura un unico impianto normativo identico per tutti i 28 Stati membri, e anche in Italia la protezione dei dati ha assunto un'importanza cruciale per le imprese che devono tutelare il proprio patrimonio, tanto è che sono sempre più ricercate nuove figure professionali specializzate nel settore, come quella del privacy officer.
La necessità di considerare i dati veri e propri "asset" aziendali, è stata messa in evidenza durante il 5° Privacy Day Forum da Antonello Soro, Garante per la protezione dei dati personali:
''La sicurezza dei dati è un valore aggiunto, non un inutile costo. Le imprese che capiranno che bisogna investire su questo saranno più competitive e in grado di battere la concorrenza - ha spiegato Soro - I dati personali sono il fulcro economico e sociale della conoscenza. Chi li possiede ha la chiave del futuro e il potere di condizionare i mercati.''
Che il numero delle aziende che hanno compreso questa visione siano in crescita, sono i numeri sempre più significativi a dirlo, come afferma Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy:
"Sono quasi 4.500 gli utenti iscritti al sito web della nostra associazione, e oltre 10.000 quelli che si tengono costantemente aggiornati attraverso i nostri servizi di informazione, perlopiù tutti addetti ai lavori - dice Bernardi - E' significativo che negli ultimi 5 anni, le grandi aziende che hanno mandato i loro responsabili privacy ai nostri corsi di formazione sono già mille. Questo evidenzia che molte grandi realtà si sono di fatto già organizzate per avere un privacy officer nel loro organico. Tuttavia, in attesa del regolamento europeo, questa figura non è ancora normata dal nostro ordinamento, e per questo sono solo le aziende virtuose ad avvalersene. Per una più estesa diffusione, un incentivo risolutivo potrebbe venire dal Garante qualora emanasse un provvedimento premiante per le aziende che decidono di avvalersi di un privacy officer."
Se nei negoziati finali per l'approvazione del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati è ancora aperto il dibattito se i privacy officer debbano essere obbligatori o volontari per imprese pubbliche e private, a livello nazionale è stato proprio Antonello Soro, a considerare da parte dell'Autorità Garante "l'opportunità di promulgare specifiche linee guida per prevedere, tra l'altro, in attesa del regolamento, anche alcune agevolazioni in caso di loro nomina."
La figura del privacy officer è quindi destinata a svolgere un ruolo fondamentale di interfaccia tra i titolari ed il Garante, per cooperare attivamente di propria iniziativa o su richiesta della stessa Authority, e le aziende che se ne avvalgono, oltre che evitare le pesanti sanzioni previste dal Codice Privacy, sono sempre più avvantaggiate per rimanere competitive sul mercato, sempre più basato sulla gestione dei dati.
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