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giovedì 11 febbraio 2016

Bcc, Ottolini Confcooperative «È una violenza istituzionale che ci riporta agli anni bui del Fascismo: tradisce le intese, perverte la soluzione concordata e apre una falla disastrosa nella tenuta del sistema»

Maurizio Ottolini, vicepresidente vicario Confcooperative e vicepresidente Confcooperative Lombardia sulla riforma Bcc «È una violenza istituzionale che ci riporta agli anni bui del fascismo: tradisce le intese, perverte la soluzione concordata e apre una falla disastrosa nella tenuta del sistema»

Milano 11/02/2016 - «È una violenza istituzionale che ci riporta indietro di decenni, ai giorni del Fascismo che sciolse le associazioni cooperative. Il governo di centrodestra, mosso in passato da istinti punitivi nei confronti della cooperazione, ha capito e rispettato la natura cooperativa. Assistiamo, invece, in questo caso a intese con il governo stravolte per assecondare altre necessità nel progetto di riforma delle Bcc. Abbiamo creduto anche alle dichiarazioni di Renzi che più volte ha ribadito i valori della cooperazione, ma le misure annunciate ieri sono un attacco al cuore delle Bcc e della cooperazione in generale». Così Maurizio Ottolini, vicepresidente vicario di Confcooperative e vicepresidente di Confcooperative Lombardia esprime «profonda delusione» in merito alla presentazione della riforma delle Bcc da parte del premier Matteo Renzi.

«Abbiamo creduto che questo governo volesse confrontarsi per intraprendere un valido percorso verso il cambiamento. Abbiamo lavorato per un anno con il Mef e con Bankitalia. Abbiamo superato le divisioni di veduta interne – aggiunge Ottolini – con la logica di rafforzare le BCC, garantendo loro l’autonomia e il presidio sul territorio. Eravamo orgogliosi di questa proposta che avrebbe posto le Banche di Credito Cooperativo come modello esclusivo».

«Da mesi, eravamo in attesa del decreto bloccato da Palazzo Chigi. Ne riceviamo una doccia fredda, perché le misure tradiscono le intese, stravolgono e pervertono la soluzione concordata e aprono una falla disastrosa nella tenuta del sistema. Insomma, invece, di sostenere la cooperazione autentica – continua Ottolini – si va nella direzione opposta assicurando le tentazioni opportunistiche, nonostante le rassicuranti dichiarazioni del Premier. La riforma delle Bcc, se fosse confermata così come presentata nella conferenza stampa notturna, apre un vulnus sulla non corretta destinazione e gestione del patrimonio intergenerazionale, che nel caso delle Bcc – conclude Ottolini – rappresenta il frutto di un lavoro di molte generazioni di soci che si sono adoperati per rafforzare il Credito Cooperativo in 130 anni di storia. Tutto cancellato con un colpo di spugna».

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