Il primo virtual coaster in Italia: ecco cosa ho provato
sabato 25 giugno, in un caldo pomeriggio estivo nel parco di divertimenti
Rainbow Magic Land.
Molta curiosità, e anche quell’entusiasmo che non dovrebbe
mai mancare: con questi presupposti sono andato a Valmontone, per tornare un
po’ bambino e per farmi sorprendere.
In Italia, fino ad oggi, nessun Parco di divertimenti si era
spinto nella direzione di far provare la realtà virtuale attraverso dei visori (dotati
anche di audio) sincronizzati con un percorso delle montagne russe.
Adrenalina, spaesamento, e divertimento. Si entra realmente
in una nuova dimensione. A dir la verità ci si perde già nel momento in cui
“gli occhialoni tecnologici” ti vengono applicati.. il tempo di una rapida messa
a fuoco e poi l’attesa, che per certi versi è il momento più elettrizzante,
anche perché davanti a se si ha solo la scritta “rainbow”.
Tecnicamente questa nuova forma di divertimento è stata
pensata per portare il 3D “in movimento su un carrello dinamico a rotaia”, per
questo sarebbe più corretto dire che l’attrazione nella quale mi sono cimentato
è un virtual coaster innestato su un rollercoaster.
Rainbow ha scelto “L’Olandese Volante” per questa nuova
avventura, una attrazione che potesse supportare la strumentazione virtual
senza alcun rischio di sicurezza, ma che allo stesso tempo potesse garantire
anche la giusta adrenalina.
Sarebbe
stato impensabile mettersi un caschetto alla velocità di 100 km/h e fare giri
della morte o avvitamenti. Sicuramente in futuro ci arriveremo ma per ora, a
livello embrionale, si è partiti da un rollercoaster che potesse dare la giusta
velocità senza nessun pericolo (ma non pensiate che si vada piano!!!!).
Embrionale non significa pionieristico, la realtà virtuale è sperimentata nei parchi
di divertimento da tantissimi anni.
I miei primi ricordi di un qualcosa di affine al 3D sono
riconducibili alla casa degli specchi dei luna park itineranti, dove la
prerogativa era quella di perdersi, di essere disorientati e quindi di provare
una dimensione psicologica nuova.
L’obiettivo dell’attrazione era quella di
farti sentire su un altro mondo, privo di riferimenti, nel quale non si sapeva
dove si stesse andando, magari vedendosi contemporaneamente riflesso su quattro
o cinque specchi. Poi con il tempo si è pensato di portare tutto su uno schermo
sul quale proiettare immagini, così sono nati i prima cinema 3D, nei quali
venivano proiettate…le montagne russe!!!!!!!.
Il terzo step è stato rappresentato dai
simulatori, chè aggiungevano la dimensione del movimento a quella visiva in 3D.
Paragonabili ai nostri attuali suv, il simulatore si caratterizzava per essere
un luogo chiuso, normalmente riservato per poche persone e dotato di potenti
pistoni per dare più emozioni possibili. I simulatori rispondevano all’esigenza
della troppa staticità.
Il virtual coaster si colloca come ulteriore stadio di
evoluzione di questo processo tridimensionale, che dovrà sicuramente essere
affinato, ma che vede nell’attrazione provata un nuovo modo di vivere il virtual:
non solo più il movimento, ma anche la velocità delle montagne russe.
L’esperienza è stata sicuramente positiva, ho ritovato il
senzo di disorientamento alla partenza dove praticamente si è ciechi, la
trimensionalità del visivo con una tecnogia di buon livello, ma l’aspetto della
velocità sicuramente l’ha fatta da padrone: adrenalina su adrenalina, il ritrovarsi
tra galeoni, combattimenti e fuochi da un effetto divertente… mentre il rollercoaster
continua ad andare su e giù.
Il sonoro sarebbe potuto essere un po’più forte e
definito, ma per migliorare questo aspetto ci sarà il tempo.
Come ogni nuova attrazione, anche il Virtual Coaster dovrà
essere affinato nella cura dei particolari (come il filo di luce che entra
nella maschera e che da un po’di fastidio) ma l’esperienza è unica e
sicuramente ne vale la pena provarla, perché innovativa e di alto impatto. La
tecnica di questa nuova attrazione è già di per sé affascinante in quanto
sconosciuta.
Provare questa attrazione è stato molto eccitante e se proverete
un po’di nausea, o vi sentirete un po’ storditi una volta tolto il visore, non
abbiate paura, perché sicuramente starete sorridendo ripensando all’esperienza
appena provata. Se i vostri occhi, a conclusione del giro su L’Olandese
volante, saranno un po’stralunati, non abbiate timore, anzi, siate contenti,
perché vuol dire che l’attrazione ha raggiunto il suo obiettivo.
Perdersi in un’altra dimensione è stato fantastico. Per chi
non è più bambino è sempre più complicato divertirsi in questi parchi, o si
sceglie qualcosa di veramente estremo o comunque è difficile farsi sorprendere.
Il virtual coaster di Rainbow Magic Land, e nello specifico il rollercoaster de
L’Olandese Volante mi ha trasmesso emozioni ed è riuscito nell’intento di darmi
sensazioni nuove.
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