Questa scelta comporterà un indebolimento del ruolo dell'Unione Europea nell'affrontare le sfide internazionali su natura, ambiente e clima.
E' evidente come l'essere membri dell'Unione abbia portato finora molti benefici all'ambiente e alla salute dei cittadini europei in termini di acqua e aria più pulite, tutela degli habitat e delle specie, accelerazione del processo di transizione dalle fonti fossili alle energie rinnovabili così come il taglio delle emissioni di gas serra.
Inquinamento e cambiamenti climatici non hanno confini e sono entrambe problemi da affrontare con urgenza, che si appartenga all'Unione Europea o meno.
Dispiace aver perso un difensore forte e efficace in ambito europeo ,come è stato finora la Gran Bretagna, sulle questioni che riguardano il clima: questo aumenta le responsabilità di tutti gli altri stati membri affinchè accelerino i propri sforzi nel portare a termine l'Accordo di Parigi. Certo, il Regno Unito avrebbe potuto giocare un ruolo importante in un momento in cui le sfide e le opportunità maggiori si giocano proprio sulla green economy e la decarbonizzazione e in un ambito di transizione da gestire su tavoli sempre più partecipati.
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