LE GALLERIE D’ITALIA DI INTESA SANPAOLO CELEBRANO
LA GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO CON I RISULTATI DI UN ANNO DI INIZIATIVE
INSIEME A FARSI PROSSIMO ONLUS
Milano, 17 giugno 2016 – Le
Gallerie d’Italia, sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano, per la Giornata
Mondiale del Rifugiato, che verrà celebrata il 20 giugno, presentano il
resoconto di un anno di proficua collaborazione con Farsi Prossimo Onlus nell’organizzazione
di iniziative a favore dei rifugiati.
Tali iniziative si inseriscono in un articolato programma di attività a favore delle categorie fragili, che da sempre si affiancano all’organizzazione di grandi mostre temporanee e alle esposizioni permanenti del Museo.
Tali iniziative si inseriscono in un articolato programma di attività a favore delle categorie fragili, che da sempre si affiancano all’organizzazione di grandi mostre temporanee e alle esposizioni permanenti del Museo.
Dal 2015, Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo organizzano
con il Centro Diurno Rifugiati “Il Filo dell’Aquilone” percorsi culturali
rivolti agli ospiti rifugiati e richiedenti asilo politico, articolato in una
serie di iniziative: visite guidate, momenti formativi e di conoscenza,
incontri e laboratori.
“Il Filo dell'Aquilone” rappresenta una delle sedi
territoriali di “Farsi Prossimo Onlus”, cooperativa sociale costituita nel 1993
su iniziativa della Caritas Ambrosiana.
Il Centro Diurno Rifugiati nasce nel 2009 all’interno di un appalto con
il Comune di Milano, per offrire attività sociali, ricreative e di formazione
civica, linguistica e professionale agli ospiti dei centri di accoglienza. Si
rivolge a donne e uomini adulti richiedenti asilo, titolari di protezione
internazionale e umanitaria, ospiti del Progetto Sprar del Comune di Milano e,
di recente, degli ospiti dei Centri di Accoglienza Straordinari della
Prefettura di Milano.
L’incontro tra Gallerie d’Italia e Farsi Prossimo
Onlus nasce dalla convinzione che la vera integrazione si realizzi operando sul
versante sociale, culturale, artistico, oltre che su quello linguistico, abitativo
e lavorativo. Prevedendo così la valorizzazione dei saperi, delle competenze e
delle risorse personali degli ospiti, spesso sconosciute o nascoste. Un
percorso di educazione interculturale non solo rivolto agli ospiti, ma anche
agli operatori e a tutti i cittadini in cui si realizzano i progetti, in vista
di una nuova idea di cittadinanza attiva realmente inclusiva.
In un anno di attività sono stati organizzati alle
Gallerie d’Italia 30 appuntamenti tra visite guidate e laboratori didattici coinvolgendo
560 profughi.
Durante questi incontri, vengono introdotti agli ospiti, attraverso le
opere d’arte delle collezioni museali, gli usi e costumi della nostra cultura e
tematiche come la storia risorgimentale, il ruolo della donna, la conoscenza
del territorio di Milano e la cultura del risparmio e della gestione economica.
Stimolati dalle suggestioni dei quadri, gli ospiti portano testimonianze della
loro esperienza personale di vita, di guerra, di maltrattamenti e di viaggi della
speranza. La parola è particolarmente
importante nel processo di educazione civica e di apprendimento linguistico che
si cerca di sviluppare in tutto il progetto didattico.
Nei
prossimi mesi lo scambio e la collaborazione tra i due enti si consoliderà
ulteriormente, oltre alle attività già previste per i rifugiati, con la
formazione di un rifugiato come accompagnatore
per il pubblico, calendarizzando eventi aperti alla cittadinanza condotti
dalla nostra “guida”.
La
presentazione del Museo e delle opere presenti presso le Gallerie, attraverso
il racconto di un rifugiato e della sua visione della cultura e dell’arte
italiana, è un’occasione forte e significativa di valorizzazione dell’arte come
potente mezzo di incontro e di scambio interculturale e di costruzione di una
nuova idea di cittadinanza inclusiva.
In
questo momento storico dove, rispetto all’inarrestabile fenomeno
dell’immigrazione, i più sfuggono al pensiero analitico imponendo ogni tipo di
barriera, le Gallerie d’Italia costruiscono e lanciano un ponte, condizione
necessaria per poter andare oltre la linea di demarcazione dettata dalla
nazionalità e dalla cultura di appartenenza, lanciandosi oltre quelle
barricate. Non è scontata l’idea di accostare la figura del profugo scampato
alla morte nel mar Mediterraneo alla contemplazione di un’opera d’arte e
l’attuale mostra “La bellezza ritrovata”
offre l’opportunità di accostare magicamente il tema del “restauro” di un’opera
d’arte alla “riparazione” e “ripartenza” che ogni rifugiato deve
necessariamente intraprendere con l’avvio di una nuova vita nel paese
ospitante.
Le Gallerie d’Italia in
un partenariato valoriale e lungimirante con il Centro Diurno Rifugiati,
intuendone la potenza positiva per la città e per questi cittadini del mondo
che chiedono ospitalità, hanno creato uno spazio fisico e mentale che rende
possibili l’incontro e il dialogo a partire dalle emozioni suscitate da ogni
opera d’arte.
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