La vicenda ha dell'incredibile, piu' di quanto e' successo nei giorni scorsi a Firenze dove, nel quartiere di Peretola, i cittadini sono scesi in piazza perche' in alcuni alloggi della zona dovrebbero arrivare alcune decine di profughi.
Entrambi episodi di razzismo, quello dei giovani cattolici romani e' pii' incredibile, visto che il loro papa positivamente iper-mediatico ogni giorno, ha notevoli rilievo e attenzione proprio esprimendo concetti e pratiche al contrario di quello che hanno fatto i 185 dell'ostello fiorentino.
Da non-cristiano quale sono, auguro al capo dello Stato del Vaticano e a tutti gli altri che in quell'ambito la pensano come lui, tutti gli auguri possibili e immaginabili: il loro compito e' decisamente arduo; ricordandosi di dover parlare piu' che al mondo in generale cercando di attirare nuovi fedeli, proprio ai loro adepti gia' mobilitati (il fatto che i 185 provenissero da un evento come quello di Cracovia, iper-medtiaticizzato come il faro dell'amore e dell'altruismo, la dice lunga), che sembrano piu' bisognosi di altri di capire che il mondo si cambia con l'amore, la disponibilita', il federalismo, la collaborazione, l'altruismo e non coi muri e la difesa dei propri orticelli; quasi sempre costruiti col sangue di quelli che oggi ci chiedono aiuto e, che, a loro volta, sono vittime dei fanatici terroristi che dicono di agire in nome e nel bene di una fede religiosa a loro comune.
Ogni volta che succedono cose del genere (e nel nostro Stivale come in tutto il mondo sono episodi all'ordine del giorno), ci sorge spontanea una domanda: ma come pensano questi razzisti di difendere se stessi e la loro civilta'?
Se glielo chiedi, si arrabbiano perche' li chiami razzisti, perche' per loro difendere con le unghie e le leggi punitive il proprio benessere, e' solo voler bene alle proprie famiglie….
Forse per una settimana, per un mese o per un anno…. perche' la globalizzazione economica -che, volenti o nolenti, e' gia' ben radicata nel nostro quotidiano- se non la governi con la politica, la partecipazione, la disponibilita' e il federalismo, alla fine (molto vicina) si ritorce contro tutti.
E non e' un film di fantascienza!!
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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