Ma da domani non scatta una multa di 4mila euro e tanto meno il ritiro della patente di guida.
In effetti, il Decreto 6 del 12 gennaio 2016 che recepisce la Direttiva europea 2014/40/UE sul ravvicinamento delle disposizioni relative al tabacco sancisce il divieto di fumare in auto se ci sono gestanti o minori.
Anche per chi fuma all'aperto davanti scuole e ospedali o in auto (anche ferma), in presenza di minori e donne incinte, scattano le sanzioni previste dall'articolo 52, comma 20, della legge 28 dicembre 2001, numero 448.
E quindi da 25 a 250 euro per fumo all'aperto davanti a scuole e ospedali e fumo in auto in presenza di minori sotto i 18 anni.
Multe da 50 a 500 euro per fumo in auto in presenza di minori sotto i 12 anni e/o di donne incinte.
La multa è a carico sia del guidatore sia del passeggero adulto che fuma in presenza di donne incinte e/o minori.
Ma, come vi dicevo, la notizia che in queste ore sta rimbalzando online, soprattutto su facebook, e che ciclicamente rispunta sui social, condivisa da persone in mala fede o disarmanti sprovveduti è testualmente:
"Da domani scatta il divieto di fumare in auto, ritiro di patente e multa fino a 4.000 euro".
La notizia, in questi termini, è quanto meno distorta se non del tutto priva di fondamento. Diciamolo subito.Il cosiddetto articolo pubblicato su una pagina/sito di Altervista (leggasi l'illuminante suo disclaimer, citato testualmente in fondo alla pagina) parla del disegno di legge che va a modificare l'articolo 173 del Codice della strada nel senso di introdurre il divieto totale per i conducenti di fumare durante la guida, sostenendo che sarebbe da approvare... "domani".
Il disegno di legge esiste, lo sottolineo, e se ne parla da circa due anni, ma che da domani sia approvato e scattino le suddette sanzioni è falso.
La pseudo-notizia non riporta alcuna data, ragione per cui ogni giorno è domani (così la bufala è sempre riproponibile senz'alcuno sforzo creativo).
In ogni caso tutti sanno che ogni iter legislativo non è mai, immediato, istantaneo.
C'è sempre bisogno di un arco temporale più o meno lungo.
Ci sono come minimo tempi tecnici dall'approvazione di una legge, alla sua ufficialità tramite pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sino all'entrata in vigore delle sanzioni per il mancato rispetto.
Quindi, se la notizia della discussione del disegno di legge fosse vera (e comunque "oggi" non sapremmo ancora se "domani" verrebbe approvato), certamente da domani non scatterebbe alcuna multa.
Questa quasi-notizia periodicamente viene riproposta da siti bufala che pubblicano appositamente finte notizie clamorose e allarmanti solo per ottenere clic e condivisioni.
In questo caso il sito (non una testata giornalistica) cita come fonte non il programma della prossima seduta parlamentare ma un altro sito che a sua volta è un'altra finzione ed è sempre riconducibile ai medesimi "attori".
Purtroppo il fenomeno delle bufale via web è impazzito. Si va dalle finte leggi assurde, ai finti coccodrilli di personaggi pubblici prematuramente "dipartiti", a finte dichiarazioni eclatanti di esponenti politici.
L'informazione che passa attraverso i social è ancora più malata e manipolata di quella dei tradizionali media dove, almeno, la lettura della "realtà" è filtrata in modo molto più esplicito e dichiarato.
Invece, qui nel web, gli u-tonti dei social, si bevono tutto, leggono i titoli e manco gli articoli.
Sono tutti presi da una folle foga di condividere e commentare dicendo la propria sulla qualunque. Poca voglia di capire, nessuna di approfondire e verificare.
Hic et nuc, qui e subito, si sente l'incontinente urgenza di urlare qualcosa di clamoroso.
E così un mezzo staordinario che ci permette di comunicare con milioni e milioni di altre persone, di condividere la conoscenza umana, naufraga di fronte ai novelli web-untori.
L'indignazione verso l'operato meschino di questi soggetti è massima e intanti sentono il bisogno intellettuale di mettere in guardia da questi disonesti manipolatori.
Per fortuna ci sono anche individui che hanno fatto come propria mission la lotta ai bufalari, come l'ottimo Paolo Attivissimo o gli ironici ragazzi del sito "Bufale un tanto al chilo" (www.butac.it).
Se avete dei dubbi sull'autenticità di una notizia letta in Rete, vi suggerisco di andare sempre a fare una verifica in questi siti che smascherano i truffa-web di ogni s'orta.
Infine, vorrei ricordare l'articolo 656 del codice penale: "Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309."
Non mi aspetto che i siti spara-balle vengano multati, ma almeno auspicherei una condanna da parte degli utenti (non tonti) del web per questa pratica immorale della ricercata diffusione di deliberate falsità.
andrea pietrarota
Note
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