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sabato 3 settembre 2016

Terremoto e Charlie-Hebdo. Liberta', perbenismo e ipocrisia: una salsa italiana servita dai francesi


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Firenze, 3 settembre 2016. Hanno fatto scalpore un paio di vignette del settimanale satirico francese Charlie-Hebdo sul terremoto italiano. Oltre ai soliti idioti-censori -rappresentanti istituzionali- che hanno chiesto scuse ufficiali alla Francia, anche altri esponenti istituzionali hanno espresso il loro sdegno culturale, financo vignettisti italiani di un certo valore come Sergio Staino.

A parte gli idioti-censori (che si commentano da soli) il resto e' sano e necessario confronto, lontano dalla censura e, a nostro avviso, sinonimo di maturita' politico-culturale.
Personalmente non ho mai avuto simpatia per la satira di Charlie-Hebdo, probabilmente perche' sono un vecchio burlone (1) che ha sempre seguito il suo concorrente storico e piu' direttamente politico, “Le canard enchainé” (2), ma ho militato e continuo a farlo per quello che c'e' dietro il famosissimo slogan “Je suis Charlie”.
Nello specifico, credo che l'indignazione che c'e' stata sia ipocrisia e perbenismo. Cos'altro dovrebbe essere la satira se non turbamento dei principi e dei dati consolidati, portandoli alle estreme conseguenze, cercando di trasformare l'immediata indignazione in una risata sardonica o amara. Immagini e battute come una poesia, toccando i tendini della iper-sensibilita' piuttosto che quelli della ragione e del cuore? E Charlie-Hebdo e' maestro in questo: fastidioso senza limiti; altrimenti non sarebbe lui. E' anche per questo che i fanatici assassini hanno infierito su di loro.
Quanto detto nella vignetta delle lasagne e' la fotografia di un avvenimento letto da una penna satirica, di chi coglie l'aspetto satirico anche nella tragedia e al funerale dei propri cari (non era cosi' anche nel ben noto film “Amici miei” del 1975 di Mario Monicelli?). E credo che la seconda vignetta di replica/precisazione alle critiche, sia stato un errore, perche' le vignette, come le barzellette, non vanno spiegate, o si colgono e si ride, o pace. Questa spiegazione e mettere le mani avanti (“italiani... guardate che non e' Charlie-Hebdo che costruisce le vostre case, ma e' la mafia”) e' una caduta di stile, una sorta di timore di essere stati un po' troppo stronzi e di aver superato i limiti.... quando invece i limiti -proprio perche' satira- non devono esistere. Una caduta di stile che mi ha confermato la mia non-simpatia per Charlie, che' troppo preoccupato dei numeri delle vendite e della sua notorieta' e del politically-correct, piuttosto del suo contributo alla
sdrammatizzazione della vita quotidiana, facendo per un attimo “respirare” i nervi di chi legge le vignette e vive -anche solo culturalmente- le disgrazie e i drammi.
La vicenda credo che finisca qui, ma speriamo serva perche' ognuno ne faccia tesoro, in privato e in pubblico: a non prenderci troppo sul serio anche nei momenti piu' difficili.... e di retorica sul terremoto recente e non solo, ne abbiamo a tonnellate.

1 – Nonostante la mia “scuola” sia quella de “Il male” del secolo scorso
2 - http://www.lecanardenchaine.fr/

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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