► Più della metà degli intervistati (57%) pianificano deal per i prossimi 12 mesi
► Attività M&A in ripresa nonostante nuove incertezze
Milano, 7 novembre 2016 - In un momento di forteincertezza geopolitica e di rapido cambiamento, la prospettiva globale delle M&A continua comunque a crescere, secondo il 15° Global Capital ConfidenceBarometer (CCB) di EY, un sondaggio condotto su oltre 1,700 dirigenti d'azienda in 45 Paesi.
Oltre la metà (57%) delle aziende intervistate prevede infatti di concludere affari nei prossimi 12 mesi, la seconda percentuale più alta registrata in 7 anni di storia del Barometer.
Più del 90% dei dirigenti si aspetta che il mercato M&A migliori o resti stabile nel prossimo anno e meno del 10% vede una contrazione delle proprie pipeline nello stesso periodo. Inoltre ci si aspetta che joint ventures, alleanze e altre forme d'investimento integrino le acquisizioni e muovano la crescita incrementale.
Marco Mazzucchelli, EY Mediterranean TransactionAdvisory Services Leader, commenta: "Le aziende Italiane vivono una ulteriore fase di M&A trainata da un crescentescenario competitivo con ingresso di nuovi imprevisti playersanche da settori attigui, dalla continua rapida diffusione della digitalizzazione e da una sempre maggiore comprensione dei relativi impatti sui business models e dall'esigenza di trasformarsi in business globali."
Aumenta l'attenzione per l'M&A middle size
I "mega deal" restano un'opzione strategica per le imprese, ma il trend M&A è prevalentemente rivolto a deal più piccoli e mirati, con l'obiettivo di raggiungere una rete sempre più ampia che comprenda start-up e innovatori tecnologici in rapida crescita.
Secondo il Barometer, metà (49%) delle società ha in media più di 5 deal in corso e più della metà confida di concludere accordi tra i 250 milioni e il miliardo di dollari. Più del 90% dei dirigenti si aspetta che le loro pipelines restino stabili o migliorino nei prossimi 12 mesi.
Sempre più rilevante la combinazione tra settori
La fusione e combinazione tra settori è parte sempre più rilevante del panorama M&A, data la sempre maggior penetrazione da parte delle imprese in segmenti adiacenti o indipendenti, anche influenzata dai continui cambiamenti di scenario competitivo causati dalla digitalizzazione.
Le conclusioni hanno mostrato che il fattore più citato dalle aziende per le acquisizioni cross sector è la competizione (19%), seguito dal desiderio di raggiungere nuovi clienti (19%) e di estendere l'offerta di prodotti e servizi (19%).
I settori più appetibili per le acquisizioni sono quelli del consumer product e retail, nel quale il 71% delle aziende pianifica deal, seguito da prodotti industriali (60%), life sciences (56%), technology (54%), automotive (54%) e oiland gas (52%).
I manager italiani confermano l'interesse verso strategie di crescita inorganica
Per i manager italiani, i principali rischi che possono impattare sia sulle attività ordinarie dell'azienda che sulle strategie di M&A sono gli stessi che affrontano i dirigenti a livello globale, ossia la volatilità dei mercati e le variabili geopolitiche. Il 56% degli intervistati del nostro paeseprevede acquisizioni o progetti di fusione nei prossimi 12 mesi, in linea con le aspettative globali (57%).
Le prospettive per il mercato M&A sono considerate in linea con i 6 mesi precedenti, sia in termini di numero di opportunità di acquisizione (69% degli intervistati) sia in termini di probabilità di closing (78% dello stesso campione).
Anche i manager italiani evidenziano possibili M&A in settorinon coincidenti con il core business, in seguito a strategie di innovazione di prodotto/servizio, di ricerca di nuovi clienti, aree geografiche e tecnologia. Le M&A nei core business sono invece generalmente trainate dalla ricerca di nuova tecnologia (per il 44% degli intervistati) e di talenti (per il 28%degli intervistati).
La grande maggioranza degli intervistati (circa 90%) attende una pipeline M&A stabile nei prossimi 6/12 mesi.
Questioni geopolitiche e crescente nazionalismo complicano gli investimenti cross border
Secondo il sondaggio, le diverse variabili del panorama geopolitico e macroeconomico – dalle fluttuazioni della valuta ai diminuiti flussi commerciali – preoccupano sempre di più i dirigenti.
Questo li porta a pianificare nuovi deal, nella ricerca di una rapida via di crescita in un contesto di bassi tassi di crescita attesi per il PIL. Queste criticità aggiungono inoltre complessità agli affari internazionali e per la prima volta neisette anni del Barometer il Regno Unito non è più tra le 5 destinazioni d'investimento favorite per i dirigenti a livello globale per la complessità degli affari oltre confine.
Il mercato M&A domestico in Cina sarà notevole nel 2017, con investimenti cross border per 160 miliardi di dollari fino ad oggi. La Cina continuerà inoltre ad essere tra i maggiori acquirenti outbound avendo già realizzato investimenti in più di 50 Paesi nel 2016. Stati Uniti, Cina, Germania, Canada e Francia sono le 5 destinazioni top per concludere affari.
Nonostante le sfide, M&A in miglioramento nel 2017
Nonostante l'incertezza economica e geopolitica, l'intento dieffettuare M&A (57%) resta ben sopra la media di lungo termine del Barometer (42%).
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About EY's Global Capital Confidence Barometer
The EY Global Capital Confidence Barometer is a biannual survey compiled by the Economist Intelligence Unit of more than 1,700 senior executives from large companies around the world and across industry sectors. This is the
15th semiannual Barometer in the series, which began in November 2009; respondents for the 15th edition were surveyed in August and September 2016, 50% were CEOs, CFOs and other C-level executives. Respondents represented 18 sectors, including financial services, consumer products and retail, technology, life sciences, automotive and transportation, oil and gas, power and utilities, mining and metals, diversified industrial products, and construction and real estate. The objective of the Barometer is to gauge corporate confidence in the global and domestic economic outlook, to understand boardroom priorities in the next 12 months, and to identify emerging capital practices that will distinguish those companies building competitive advantage as the global economy continues to evolve.
*according to Dealogic and EY analysis
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