Su 25.220 minori non accompagnati giunti via mare in Italia, quasi 6.000 sono stati costretti a riconsegnarsi nelle mani dei trafficanti per tentare di raggiungere i paesi del nord Europa dove in molti casi sono già presenti loro congiunti
I minori, in alcuni casi giovanissimi, di 11, 12 o 13 anni, che hanno rischiato da soli la vita fuggendo dai loro paesi e tentando di attraversare il Mediterraneo Centrale, sono il volto più vulnerabile tra i migranti che hanno raggiunto via mare l’Italia quest’anno. Nel 2016, secondo le stime di Save the Children, su circa 177.190 migranti giunti sulle nostre coste tra il 1 gennaio e il 13 dicembre scorso, 27.660 sono minori, di cui almeno 25.225 non accompagnati, più del doppio di quelli arrivati nel 2015.
Secondo i dati sui loro paesi di origine relativi al periodo gennaio-novembre 2016, la maggior proviene da Gambia (13%), Nigeria (12%), Egitto (10%), Guinea (9%) e altri paesi dell’Africa sub-sahariana e occidentale, ma quasi 6.000 provengono invece da Eritrea (3.714, il gruppo più numeroso in assoluto), Somalia (1.535), Etiopia (395), Siria (205) e Palestina (94), e sono, con pochissime eccezioni, fortemente determinati a raggiungere, il più in fretta possibile, altri paesi europei dove si sono già integrati altri familiari o amici. Per questi minori, che si considerano “in transito”, non esiste una risposta adeguata da parte dell’Europa che prevede procedure di riunificazione familiare ove possibile difficoltose e lunghissime, e non prevede la possibilità di accesso per i minori soli al ricollocamento in altri paesi.
“Di fronte alla mancanza di risposte da parte dell’Europa, le migliaia di minori soli in transito decidono purtroppo, nella maggior parte dei casi, di riaffidarsi ai trafficanti per raggiungere prima Roma o Milano, e poi tentare di attraversare la frontiera nord, esponendosi nuovamente lungo tutto il percorso a gravi rischi di violenze o sfruttamento. Sempre più frequentemente purtroppo, la difficoltà o l’impossibilità di attraversare la frontiera per lasciare l’Italia si lega a tragiche fatalità, come nel caso del minore eritreo che ha perso la vita sui binari a Bolzano nel tentativo di saltare su un treno in corsa o a gesti estremi, come quello del quindicenne che ha tentato nei giorni scorsi il suicidio a Como,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Una situazione inaccettabile, che conoscono bene gli operatori di Save the Children che incontrano quotidianamente e supportano questi ragazzi e ragazze al loro arrivo in frontiera sud, e poi a Roma e Milano con i team di strada e i nostri centri diurni e notturni. Roma, ad esempio, non ha saputo trovare dopo mesi e mesi una soluzione di accoglienza neanche minima per migliaia di minori non accompagnati in transito, più di 900 sono stati ospitati nel nostro centro di accoglienza notturno in collaborazione con Intersos.”
Nel 2016, gli operatori di Save the Children a Roma sono entrati in contatto e hanno supportato più di 2.340 minori soli in transito, in maggioranza Eritrei, privi di ogni forma di protezione e spesso costretti a dichiararsi adulti per accedere all’accoglienza. A Milano, gli operatori di Save the Children hanno svolto attività di protezione e supporto presso l’HUB del Comune alla Stazione Centrale e il centro CivicoZero dell’Organizzazione con più di 1.000 minori non accompagnati in transito.
“Le nostre città, il Governo e l’Europa non possono non proteggere questi minori che speravano di trovare sicurezza e un’opportunità di futuro nei nostri paesi, dopo un viaggio in cui hanno spesso subito violenze e abusi di ogni tipo. Per tutti i minori soli che hanno raggiunto l’Italia, anche quelli che vorrebbero andare a scuola e trovare in futuro un lavoro qui, il nostro Paese può fare una svolta decisiva. Il ddl Zampa, che è il primo disegno di legge organico per l’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati, è stato infatti già approvato alla Camera il 26 ottobre scorso, ma è ora indispensabile che venga calendarizzato al più presto al Senato per giungere ad un’approvazione definitiva, e dare così finalmente una risposta strutturata ed efficace alla protezione e all’avvio del percorso di integrazione di tutti i minori arrivati nel nostro Paese.”
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