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giovedì 29 dicembre 2016

Sfogliatella - Show cooking

 Nel centro storico di Napoli

    La sfogliatella, tipico dolce napoletano, importato dalla vicina costiera amalfitana, nella classica forma triangolare di frolla o croccante riccia nelle mani di esperti chef pasticcieri, rielaborata da qualche tempo in forma e fattura, approda nel centro storico di Napoli, in Via San Biagio dei Librai.
    Dalla classica ricetta, semolino, ricotta, uovo, canditi, vaniglia e cannella si è passato ad una trentina di varianti, al caffé al cioccolato, al cocco, limoncello, mandorle; alle rustiche con salsicce e friarielli…provola e peperoni a forma di coda di aragosta o di Vesuvio, ultima nata, in casa Ferrieri dall’aspetto di Campanella, regolarmente brevettata, ricolma di puro cioccolato di crema di ricotta e parte del babà, creata dallo staff della SfogliaLab, antica pasticceria di Corso Novara.
   Visto il successo di un dolce, pervaso da profumi e sapori, ideale come prima colazione a metà mattinata, fine pranzo nella confezione da asporto il figlio del capostipite Salvatore Ferrieri della pasticceria nei pressi della stazione centrale, Vincenzo con il nipote Antonio ha deciso di aprire il primo store in Italia esclusivamente dedicato al dolce 2 in 1 con la variante della Campanella con cioccolato fondente o bianco, pistacchio, arancia, panettone e caffé.
   L’inaugurazione di Sfogliacampanella, punto vendita e show cooking, lunedì 2 gennaio beneaugurante del nuovo anno, in Via San Biagio dei Librai, 10 a poca distanza dalla Via dei pastori e della bella Chiesa di San Gregorio Armeno.
    Si narra che la sfogliatella è nata nel’600 all’ombra del Vesuvio per opera di una suora del Monastero di Santa Rosa di Conca dei Marini. Mescolando un po’ di semola nel latte con l’aggiunta di frutta secca, liquore al limone e zucchero la religiosa realizzò il gustoso ripieno. A parte elaborò strati di sfoglia a forma di cappuccio per contenere l’impasto. La ricetta, segreta per molti anni, fu rivelata da una consorella al suo presunto amante, giardiniere del convento e divenne subito di dominio pubblico.


   






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