Milano, 9 gennaio 2017 – Regolarizzare le escort rappresenterebbe un beneficio economico per l'Erario innegabile, come molti economisti sostengono da tempo.
Secondo la commissione Affari sociali della Camera le 70mila prostitute italiane, con i loro nove milioni di clienti, muoverebbero affari per 5 miliardi di euro.
L'Economist, in un'edizione dello scorso anno, calcolava un impatto potenziale sul Pil di 14 miliardi di dollari per gli Stati Uniti e di 9 miliardi per la Gran Bretagna. Il giro d'affari in Spagna vale 2 miliardi di euro, lo 0,35% del Pil, superiore al commercio di stupefacenti, tanto che nel 2012 a Valencia un'università privata ha avviato corsi per formare giovani prostitute.
"Grazie ad un opportuno inquadramento fiscale, le escort pagherebbero imposte simili alle ditte individuali, con tanto di contributi previdenziali, e soprattutto potrebbero evitare le pesanti sanzioni che la Guardia di Finanza sta infliggendo al settore. Grazie a questa manovra si potrebbero recuperare 2 punti di PIL, tanto vale in Germania la regolarizzazione fiscale di escort e massaggiatrici, e l'Italia non differirebbe di molto". È quanto sostiene Gianluca Massini Rosati, l'Escapologo Fiscale e creatore del corso 'Escapologia fiscale - 59 «segreti» leciti e illeciti' (www.escapologia-fiscale.com).
Recentemente, con la sentenza n. 22413/2016, i giudici della Corte di Cassazione hanno stabilito, esaminando il caso di una donna finita nelle maglie della finanza per non aver dichiarato ingenti somme provenienti dall'attività di prostituta, che «chi esercita la prostituzione deve pagare le tasse».
Uno dei punti cardinali della politica fiscale della Lega Nord targata Matteo Salvini è, insieme alla flat tax, la legalizzazione e la tassazione della prostituzione. Lo stato prenderebbe atto di un fenomeno sociale ed economico esistente e incasserebbe un bel po' di soldi.
Quanti? La tassazione proposta varia dal 20 al 15%, così il gettito stimato derivante dalla tassazione della prostituzione andrebbe dai 2 ai 4 miliardi di euro.
"Con queste risorse si potrebbero fare moltissime cose, ma prima di decidere come usare questi soldi bisognerebbe verificare se la stima degli introiti è verosimile. Se questi 4 miliardi di nuove tasse vengono ottenuti con la flat tax al 15% che la Lega auspica, significherebbe che la base imponibile (ovvero il giro di affari d'affari della prostituzione) è di circa 26,5 miliardi, ben oltre i 5 ipotizzati dal Governo", procede Massini.
Ma quali sono i vantaggi fiscali di cui potrebbero avvantaggiarsi le professioniste del sesso? "Innanzitutto potrebbero passare alla legalità, con ovvi vantaggi per l'intero sistema. Potrebbero poi dedurre tutti i costi inerenti la loro professione, che non sono solo i preservativi come molti potrebbero pensare, ma anche l'affitto e la pubblicità on-line, che pesa sul loro conto economico fino a 2-300 € al giorno. Inoltre potrebbero godere dei contributi previdenziali e avrebbero la possibilità di depositare liberamente i loro introiti sul conto corrente per acquistare una casa dove vivere o per pagare gli studi ai figli senza rischiare pesanti controlli e conseguenti sanzioni. Regolarizzare questo settore, oltre che rappresentare un'importante manovra economica, costituirebbe un'operazione di grande equità sociale", conclude Massini.
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