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venerdì 5 maggio 2017

Fondazione Finanza Etica azionista critica all'assemblea di Enel. "Bene il NO al carbone insanguinato dalla Colombia. Ora serve un piano per la chiusura delle centrali”

La Fondazione Finanza Etica (FFE) del Gruppo Banca Etica ha partecipato ieri per il decimo anno consecutivo all'assemblea degli azionisti di Enel, gigante italiano dell'elettricità controllato al 23,6% dal Ministero del Tesoro.

«Nel 2007 abbiamo comprato 250 azioni di Enel», spiega Andrea Baranes, presidente di FFE, fondata nel 2003 da Banca Etica. «Da allora interveniamo alle assemblee con il sostegno di organizzazioni come Re:Common e dei comitati locali contro le centrali inquinanti. Facciamo domande sui rischi ambientali e sociali dell'attività dell'impresa e sulla sua presenza nei paradisi fiscali».

Quest'anno la Fondazione Finanza Etica, per la seconda volta in dieci anni, voterà a favore del bilancio. «L'anno scorso con l'ONG olandese PAX e Re:Common abbiamo chiesto ad Enel di non importare più carbone dalla Colombia a causa delle violazioni dei diritti umani collegate alle attività minerarie. E siamo stati ascoltati: i contratti di approvvigionamento sono stati terminati», continua Baranes. «Nel 2016, inoltre, il peso del carbone nel mix di produzione energetica di Enel è sceso dal 30% al 28% mentre le rinnovabili sono salite dal 31% al 33%. Sono segnali molto positivi che abbiamo deciso di premiare con un sì al bilancio».

Da parte di Fondazione Finanza Etica non mancano però le critiche alla società, che in Italia e Spagna continua a produrre buona parte dell'energia con il carbone. «La centrale di Civitavecchia è tra i dieci impianti a carbone più inquinanti d'Europa. Brindisi è al diciottesimo posto. Nonostante le emissioni di Co2 di entrambi gli impianti siano scese sensibilmente nel 2016, non esiste ancora un piano per la chiusura di queste centrali», ha rilevato FFE nel corso del suo intervento. «Chiediamo date concrete per l'uscita totale dal carbone perché l'orizzonte del 2050, indicato da Enel, è troppo vago».

Grazie alla Fondazione, è intervenuto in assemblea anche Ferdinando Laghi, primario dell'ospedale di Castrovillari (Cosenza) e vice-presidente nazionale dell'Associazione Medici per l'Ambiente ISDE-Italia, per criticare l'inutilità e i danni all'ambiente arrecati dalla centrale a biomasse Enel del Mercure, all'interno del Parco Nazionale del Pollino.

Dopo l'assemblea, come ogni anno, Fondazione Finanza Etica si incontrerà con Enel per discutere le risposte e presentare nuove domande.



Fondazione Finanza Etica.

La Fondazione Finanza Etica è stata creata a Padova nel 2003. Fa parte del Sistema Banca Etica e ha come obiettivo la promozione di reti di nuove economie sostenibili e di una nuova cultura economica e finanziaria al servizio della società e dell'ambiente.

Nel 2007 la Fondazione Culturale ha acquistato un numero simbolico di azioni di Enel ed Eni per «portare la voce della società civile e dei movimenti del Sud del mondo nelle assemblee delle più importanti società italiane» e per «promuovere il ruolo dei piccoli azionisti e il loro contributo alla vita delle imprese». 

Nel 2016 sono state acquistate anche azioni di Finmeccanica e, nel 2017, di Acea. Le iniziative di azionariato critico della Fondazione sono sostenute da Re:Common, Global Witness, Rete Disarmo e dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.+

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