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martedì 27 giugno 2017

CASTELLABATE. CINGHIALI, DOPO L'ULTIMO INCIDENTE MARCO NICOLETTI SCRIVE UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE PELLEGRINO


CASTELLABATE - Marco Nicoletti blogger cilentano nonché curatore anche di questo spazio editoriale del sito www.corrieredelweb.it e collaboratore per i siti di www.raiplay.it www.rai.tv ha dopo l'ennesimo incidente gravissimo che ha visto coinvolto un giovane che solo per fortuna non ha avuto tragiche conseguenze ha deciso di scrivere al Presidente del parco nazionale del Cilento una lettera aperta. 

Eccone il testo:

"Ci risiamo. Questa volta è toccato ad un giovane poco più che ventenne il quale a bordo della sua auto, di notte stava rientrando a casa da una giornata di lavoro , si è visto sbarrare la strada da un grosso cinghiale che si è letteralmente buttato da un muro che costeggia la strada proprio sul parabrezza della sua vettura. 

E mentre l’auto ha subito gravi danni alla malcapitato sbandando e uccidendo il grosso animale, il giovane cilentano è stato trasportato al Pronto Soccorso del San Luca di Vallo della Lucania per gli accertamenti del caso, i sanitari del nosocomio li hanno dunque subito ricoverato riscontrandogli un trauma cranico e alla vertebre, solo il fato non ha reso il sinistro tragico. 

L’attuale situazione burocratica non modifica lo status quo ante, viste le continue e quotidiane proteste delle popolazioni cilentane (e non solo in quanto il problema cinghiali è molto più esteso), che si rinnovano in modo più veemente ogni qual volta le scorribande degli ungolati provocano danni anche gravi mai o mal risarciti, ai coltivati, e mettono a repentaglio l’incolumità di persone e cose, come nell’ennesimo caso riportato”.

Caro Pellegrino , vengano dunque i selecontrollori che attraverso prelievi mirati dovrebbero ridurre selettivamente il numero dei cinghiali, ma ritengo, ancora una volta, che non è la panacea per la soluzione della problematica. Per farlo, mi permetto di dare dei suggerimenti , finora inascoltati dai predecessori. 

Bisogna far ricorso alle deroghe delle leggi 157/92 e 394/91 che regolano l’attività venatoria nelle aree protette. Deroghe che nel caso non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, e non ve ne sono, si applicano in casi di estrema gravità quali la tutela della salute e della sicurezza pubblica, la sicurezza aerea, la prevenzione di gravi danni alle culture, al bestiame ai boschi, alla pesca e alle acque, la protezione della flora e della fauna. 

Tutte condizioni queste che sono presenti nel nostro territorio attualmente. Allora che si aspetta a dar via libera alle deroghe che la legge autorizza e che risolvono l’annosa problematica venendo incontro alle esigenze delle popolazioni amministrate? 

E’il momento delle decisioni forti, in caso contrario potrebbero essere i sindaci a prendere i provvedimenti necessari anche se non condivisi”. Non si può definire "parco" un territorio che impone solo ferree regole ma non realizza regole e strutture al fine di vivere in questo territorio". 


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