New York, 15 giugno 2017 – Secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), negli ultimi dieci anni il totale delle rimesse che i migranti spediscono alle loro famiglie nei paesi in via di sviluppo è aumentato del 51 per cento – una crescita molto maggiore rispetto all’incremento del 28 per cento nel tasso di emigrazione rilevato in questi paesi.
Mandare soldi a casa: verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, Una famiglia alla volta è il primo studio in assoluto che analizza l’andamento delle migrazioni e dei flussi delle rimesse nel corso di un decennio, prendendo in esame il periodo 2007-2016. Anche se lo studio registra un aumento delle rimesse inviate da quasi tutte le regioni del mondo, la crescita vertiginosa nel corso dell’ultimo decennio è in gran parte da attribuirsi all’Asia, dove le rimesse sono aumentate dell’87 per cento.
Nonostante l’analisi riguardi l’andamento delle rimesse nel corso di un decennio, Gilbert F. Houngbo, presidente dell’IFAD, ha dichiarato che il loro impatto va prima di tutto valutato considerandone gli effetti su ogni singola famiglia. “Ciò che conta non è il denaro che viene spedito a casa, ma l’impatto che questo denaro ha sulla vita delle persone. Le piccole somme di 200 o 300 dollari che i migranti spediscono a casa rappresentano circa il 60 per cento del reddito della famiglia e fanno una grande differenza per la loro vita e per le comunità a cui appartengono.”
Si calcola che attualmente oltre 200 milioni di lavoratori migranti sostengano economicamente circa 800 milioni di familiari in tutto il mondo. Secondo le stime, nel 2017 una persona su sette al mondo spedirà o riceverà rimesse, per un flusso complessivo di oltre 450 miliardi di dollari. I flussi migratori e le rimesse che i migranti spediscono a casa stanno avendo un impatto notevole sul panorama economico e politico mondiale.
Si stima che ogni anno i lavoratori migranti guadagnino circa 3000 miliardi di dollari, l’85 per cento dei quali rimane nei paesi che li ospitano. Le rimesse che i migranti inviano a casa corrispondono in media a meno dell’1 per cento del PIL dei paesi ospiti.
Nel loro insieme, tutte queste rimesse spedite individualmente ammontano, qualunque sia la fonte considerata, a oltre tre volte l’insieme degli aiuti ufficiali allo sviluppo e a più del totale degli investimenti esteri diretti in quasi tutti i paesi a basso o medio reddito.
“Circa il 40 per cento delle rimesse – 200 miliardi di dollari – vengono spedite nelle aree rurali, dove vive la maggior parte dei poveri”, ha dichiarato Pedro de Vasconcelos, responsabile dello Strumento finanziario per le rimesse dell’IFAD e autore principale del rapporto. “Quei soldi vengono spesi per cibo, assistenza medica, migliori opportunità di istruzione, case e condizioni igieniche più adeguate. Pertanto, le rimesse sono fondamentali per aiutare i paesi in via di sviluppo a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile.”
I costi amministrativi per la spedizione delle rimesse al momento superano i 30 miliardi di dollari l’anno, con tariffe particolarmente alte per raggiungere i paesi più poveri e le aree rurali isolate. Il rapporto fornisce diverse indicazioni per il miglioramento delle politiche pubbliche e avanza proposte per istituire partenariati con il settore privato al fine di ridurre i costi e creare opportunità che consentano ai migranti e alle loro famiglie di utilizzare il proprio denaro in modo più produttivo.
“Dal momento che l’età media della popolazione nei paesi sviluppati è in continuo aumento, si stima che la richiesta di lavoratori migranti continuerà a crescere nei prossimi anni”, aggiunge de Vasconcelos. “Tuttavia, le rimesse possono aiutare le famiglie dei migranti a costruirsi un futuro più stabile, facendo sì che per i giovani emigrare diventi una scelta, più che una necessità.”
Altri punti rilevanti emersi dallo studio:
- Negli ultimi dieci anni, i flussi di rimesse sono aumentati in media del 4,2 per cento l’anno, passando dai 296 miliardi di dollari del 2007 ai 445 miliardi di dollari del 2016.
- Cento paesi ricevono oltre 100 milioni di dollari di rimesse ogni anno.
- Si calcola che tra il 2015 e il 2030 verranno spediti circa 6500 miliardi di dollari (a crescita zero) di rimesse a paesi a basso e medio reddito.
- I dieci paesi al mondo da cui vengono spedite più rimesse – primi tra tutti Stati Uniti, Arabia Saudita e Federazione russa – generano circa la metà del flusso annuale complessivo.
- L’80 per cento delle rimesse vengono inviate a 23 paesi, primi tra tutti Cina, India e Filippine.
- L’Asia riceve il 55 per cento del flusso totale delle rimesse.
Il rapporto viene pubblicato in vista della Giornata Internazionale delle Rimesse Familiari, che si festeggia ogni anno il 16 giugno. L’analisi e le raccomandazioni in esso contenute gettano le basi per i dibattiti che avranno luogo in occasione del Forum mondiale su rimesse, investimenti e sviluppo 2017, che si terrà il 15-16 giugno nella sede delle Nazioni Unite a New York.
Note
Il testo del Rapporto si può scaricare qui.
Il Forum mondiale su rimesse, investimenti e sviluppo 2017 sarà trasmesso in streaming: www.ifad.org/gfrid2017
invece di pensare che la fonte di tutti i nostri problemi derivi da questi disgraziati, magari ricordiamoci un po' di solidarietà umana. Che quelle sono persone come noi. E se noi siamo nati italiani è solo per pura fortuna, fatalità, non c'è alcun merito che ci permetta di sentirci meglio di loro. Che vorrei vedere se noi, al loro posto, non faremmo di tutto per andare ovunque si possa sperare di stare meglio di dove si è nati... perchè nessuno abbandona casa se ci sta bene.
RispondiEliminadetto tutto questo, non sono uno certo che pensa "venghino signori, venghino che qui è il paese dei balocchi e ce n'è per tutti!". Perchè purtroppo non è così. Già non ce n'è abbastanza per noi. ma non perchè non ci siano le risorse, ma perchè le ricchezze sono sempre più concentrate in una classe sempre più ricca e abbiente mentre la stragrande parte della popolazione va verso un impoverimento progressivo. Quindi io NON SOSTENGO NULLA. NON HO SOLUZIONI. MA MI RESTA L'UMANITA' DI NON DERIDERE QUESTE PERSONE E L'ACUME DI NON CADERE NEL TRANELLO DEI POTENTI CHE CI SBATTONO TUTTI I GIORNI LA FIGURA DEL MIGRANTE COME CAUSA DI TUTTI I NOSTRI MALI.
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