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martedì 11 luglio 2017

“Complimenti per la connessione” Frassica Rai1, sfiora il 20 per cento di share

“Complimenti per la connessione”, format didattico su Rai1, sfiora il 20 per cento di share: si riprende a comunicare nell’era della comunicazione.



Non è mai troppo tardi 2.0. Il pubblico è invitato nella cucina del maresciallo Nino Frassica. Suona alla porta il sagrestano Francesco Scali; gli apre Caterina Sylos Labini, moglie del maresciallo, mentre il bel capitano Simone Montedoro fa gli onori di casa con Nadir Caselli, sua fidanzata e nipote di Frassica. Una tavola per mangiare, un tavolino, un tappeto, un divano dove si sta stretti, qualche fiore. Un interno anonimamente piccolo-borghese, un derivato di Don Matteo ma senza il prete, dove troneggia la vera protagonista: una smart tv. Siamo nel mondo di “Complimenti per la connessione”, striscia in onda su Rai 1 prima di un’altra striscia, “Techetecheté”, striscia su striscia. Insieme, i due programmi fanno un bel pacchetto nella nevralgica, e nervosa, fascia «access prime time».

Gli ascolti di “Techetecheté” sono consolidati e non stupiscono: non era invece così scontato che sfiorasse il 20 per cento di share “Complimenti per la connessione”, autori Morici, Diotallevi e lo stesso Frassica, regista Valerio Bergesio, il “Non è mai troppo tardi” dei giorni nostri: dove l’alfabeto che si insegna è quello legato alla rete, e quindi ecco che cos’è una smart tv, che cos’è il wifi, che cos’è il Binge Watching, che cos’è un router. Lo dicono in parole semplici, con metafore chiare: a esempio, il wifi è come un profumo che si spande. Un format, prodotto dalla educativa Lux Vide, che potrebbe ampliarsi ad altre categorie della vita sociale, e riguardare nodi e dubbi su sanità, pensioni, crisi internazionali. Divulgazione non è una parolaccia. E sarebbe una bella scommessa: riprendere a comunicare nell’era della comunicazione.

E intanto assai bene comunica Petrolio su Rai 1, il programma di Duilio Giammaria che, partito dall’evidenza dei beni culturali quali vero «petrolio» italiano, continua testardamente a realizzare in-chieste, originali e profonde, ma non deprimenti, frustranti. L’altra sera si è parlato di pasta, tra valore economico e di immagine. Con importanti problemi legati alla tutela della qualità made in Italy, a partire dalla base: il grano duro e le sofisticazioni. Petrolio, un altro programma dove si imparano delle cose: ma sarà così sbagliato? Io dico di no.


Fonte: 
La Stampa

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