Roma, 6 settembre 2017 - "I pubblici esercizi sono l'unico antidoto alla deriva negativa che sta vivendo il centro storico di Roma soffocato da minimarket e attività di vario genere che la sera vendono esclusivamente alcol. Per questo è necessario che le politiche di governo del territorio valorizzino proprio i pubblici esercizi anche per evitare che i divieti generalizzati lascino spazio all'abusivismo ". Questo il commento di Fabio Spada, Presidente di Fipe Roma, dopo i controlli anti-alcol effettuati dalla polizia di Roma Capitale la notte scorsa e dopo che il Tar del Lazio ha respinto il ricorso contro l'ordinanza firmata dal sindaco di Roma Virginia Raggi che stabilisce il divieto di vendita, somministrazione e consumo di bevande alcoliche e superalcoliche in specifiche aree del territorio capitolino. Il provvedimento, che resterà in vigore fino al 31 ottobre, riguarda in particolare il centro storico della Capitale in cui Fipe Roma evidenzia la crescita esponenziale ditake away, chioschi e minimarket che a partire dalle prime ore della sera si occupano solo della vendita di bevande alcoliche. "I controlli dimostrano - prosegue Spada – che la deregulation della vendita di alcol crea problemi in termini di sicurezza, decoro urbano e, più in generale, qualità della vita non solo dei residenti ma di ogni cittadino. Nei luoghi della movida minimarket, chioschi e altre attività si dedicano la sera alla vendita esclusiva di alcol scaricando all'esterno ogni problema e senza subire gli obblighi dei pubblici esercizi che vanno dalla banale messa a disposizione dei bagni fino alla più seria applicazione delle leggi di pubblica sicurezza. Per questo ribadiamo che per contrastare i fenomeni di mala movida che colpiscono pesantemente le aree di maggior pregio della città è necessario riportare la somministrazione di bevande alcoliche all'interno dei pubblici esercizi senza ulteriori limiti che, al contrario, farebbero solo il gioco degli abusivi."
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