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domenica 5 novembre 2017

Newage, la Rete dei Comuni d’Italia Accessibili e Sostenibili: Salvatore Cangiano è tra i primi ad aderire con la sua pizzeria

simboli disabilità
Lodevole e fuori dai canoni l’esempio di Salvatore Cangiano, proprietario de “La giara”, locale enogastronomico nato a Licola nel 2006 per passione, quando ancora esistevano valori come professionalità, amore per il proprio valori, rispetto delle regole.

“La giara”, infatti, è il primo ristorante-pizzeria ad aderire alla “Rete dei Comuni d’Italia Accessibili e Sostenibili”, l’ambizioso progetto di Lidia Ianuario, che, così come Comuni Italiani, riunisce in una cartina geografica virtuale tutte le città e i paesi strategici, i cui Sindaci abbiano accettato l’invito del coraggioso Direttore editoriale di NeWage, il portale accessibile a ciechi, ipovedenti e sordi, a rispondere a standard di tipo quantitativo e qualitativo inerenti l’accessibilità delle strutture e la sostenibilità ambientale delle loro attività, economiche e non.

Un uomo, Salvatore Cangiano, che – occupandosi per più di dieci anni di edilizia e odiando i gradini – crede che l’abbattimento delle barriere architettoniche sia prioritario nella creazione di qualsiasi punto di ristoro, in primis il suo, accessibile dall’esterno all’interno e senza gradini. Sarà lui a farsi promotore con i suoi locatari del progetto “La Rete dei Comuni d’Italia Accessibili e Sostenibili”.

Il locale napoletano, nel giuglianese, infatti, non esiste più, è stato dato in gestione per mancanza di utile, mentre il cinquantunenne Salvatore si occuperà di consulenza, ma senza proporre prodotti a km zero, in quanto ogni ristoratore è affezionato ai suoi marchi; egli sostiene quindi tale rete, invitando gli altri ristoratori a farne parte, in quanto la considera una buona strategia di marketing, sopra ogni cosa in vista del turismo legato al periodo natalizio.

A breve una degustazione, per portarne i cittadini napoletani e le amministrazioni pubbliche a conoscenza, nonché l’APN e l’Associazione Pizzaioli Veraci. 

Unirsi costituisce, infatti, un maggiore profitto, derivante dai prodotti a km zero, nonché dall’accessibilità dei locali, tenuto conto che bisognerebbe semplicemente adeguarsi a norme già esistenti, accedendo a quella fetta di mercato, coloro che hanno disabilità, troppo spesso dimenticata.


Lidia Ianuario


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