"Il Senatore che abbandona il gruppo parlamentare a causa di espulsione, ovvero ABBANDONO VOLONTARIO, ovvero dimissioni determinate da DISSENSO POLITICO sarà obbligato a pagare, a titolo di penale, al Movimento 5 stelle entro 10 giorni dalla data di accadimento di uno dei fatti sopra indicati, la somma di 100 mila euro".
E' quanto prevede l'articolo 21 del regolamento interno del gruppo del Movimento 5 stelle del Senato.
E' quanto prevede l'articolo 21 del regolamento interno del gruppo del Movimento 5 stelle del Senato.
Non una Legge dello Stato Italiano.
Anzi la Costituzione Italiana con Articolo 67 sancisce espressamente che:
«Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato».
Il suddetto principio fondante della nostra democrazia rappresentativa ed è la base giuridica che giustifica una delle libertà più importanti di Deputati e Senatori.
I parlamentari infatti svolgono il loro incarico senza obblighi nei confronti di partiti, programmi elettorali o dei cittadini stessi.
Questo concetto fu introdotto per la prima volta nella Costituzione Francese del 1791 dopo la rivoluzione del 1789, per poi diventato nel tempo uno dei mattoni su cui è stata costruita l’idea moderna di democrazia rappresentativa.
L’eletto, perciò, non ha alcun vincolo giuridico nei confronti degli elettori, ma solo una responsabilità politica.
Questa libertà di azione deve essere garantita affinché il parlamentare possa svolgere le proprie funzioni senza pressioni e/o ricatti esterni.
Il mandato imperativo, opposto al libero mandato del sistema italiano, è previsto solo in Portogallo, Panama, Bangladesh e India.
Nei regolamenti di Camera (art. 83) e Senato (art. 84) l'assenza di vincolo di mandato è declinata nella libertà per singoli eletti di intervenire in disaccordo con il proprio gruppo di appartenenza.
Quindi già esiste un "Consiglio Superiore della Magistratura Grillina"?
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