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lunedì 2 aprile 2018

Web e Social Media: il trionfo delle verità dello scemo del Villaggio Globale


Negli anni '90 quando mi interrogavo sul futuro della conoscenza umana nell'Era Telematica, speravo in un nuovo Illuminismo globalizzato, dove il sapere poteva essere condiviso senza limitazioni.

Mi illudevo che si sarebbe potuta sviluppare una sorta di intelligenza collettiva senza confini e limitazioni.

La conoscenza è l'unica ricchezza che, se condivisa, non diminuisce.

Purtroppo ha avuto ragione la mia seconda ipotesi: quella apocalittica in cui l'individuo interconnesso costantemente con tutto il globo, avvolto da una nuvola di comunicazione assordante, ne viene annichilito, non sa discriminare le informazioni di fronte a tutta questa conoscenza che è disponibile come sterminati prodotti alimentari in uno scaffale infinito.

In tutto questo caos le informazioni diventano come le monete di Grisham: a circolare sono sempre quelle di minor valore.

E così siamo finiti in un Medio Evo digitale dove a circolare di più sono le più becere fake news, inventate solo per generare click che si convertono in visualizzazioni.

Queste bufale più sono condivise, più appaiono "più vere" delle affermazioni scientifiche.

Lo scemo del Villaggio Globale, che sa urlare con voce più alta le sue certezze assolutistiche, sovrasta lo scienziato che procede nella ricerca delle verità, sottoponendole incessantemente alla verifica della comunità scientifica.


Come affermava Umberto Eco: "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. 
Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. 
È l’invasione degli imbecilli.
La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. 
Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità.

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