Ore 21:00
TAVOLO € 15.00
TRIBUNA € 12.00
Giovedì 15 e venerdì 16 febbraio, nello storico locale milanese,
due serate di spettacolo del cantautore “catartico” con un nuovo progetto discografico
Sarà un grande ritorno sulle scene, su questo non c‟è ombra di dubbio.
Dopo il “trentennale lungo” (parafrasando “Il Secolo Breve” di Hobsbawm), nel quale ha
raccontato e riproposto tutto il suo percorso artistico dal 1985 al 2015 con pubblicazioni
editoriali e discografiche, spettacoli, incontri, Flavio Oreglio – attore, umorista e scrittore –
riparte dalla musica e da Milano, per riappropriarsi definitivamente della sua storia e della
sua natura “cantautorale” come fu agli esordi.
“Cantautore assolutamente – dichiara lo stesso Flavio – nell‟accezione storica in cui si
colloca il cabaret della Milano del dopoguerra”.
Due serate, giovedì 15 e venerdì 16 febbraio 2019, utilizzando quel luogo magico che fu – a
cavallo dei due millenni - il laboratorio creativo e la vetrina mediatica che lo traghettarono
al grande pubblico come l‟indimenticabile “poeta catartico” (ovvero il Teatro Zelig di
Milano), per presentare in prima nazionale “Anima Popolare” (Edito e prodotto da Long
Digital Playing Edizioni Musicali, casa discografica milanese di recente nascita costituita da
Luca Bonaffini) il suo nuovo progetto discografico e live, interamente realizzato con il
gruppo Staffora Bluzer.
Con lo spettacolo „Anima popolare‟, Flavio Oreglio riscopre la vitalità della musica e delle
tradizioni popolari, inserite in un contesto narrativo attuale e divertente. Il sound folk degli
Staffora Bluzer crea il tessuto sonoro sul quale s‟innestano parole che raccontano storie
popolari, giocano tra satira e divertissement, riscoprendo a tratti la poesia dei momenti
quotidiani e perpetuando quella “via ludica all‟impegno” cui Oreglio ci ha abituati da
trent‟anni a questa parte.
L‟ascolto di alcune delle più significative canzoni della tradizione popolare degli ultimi
centocinquant‟anni ci fa riscoprire la loro straordinaria attualità, la “classicità” della stessa
tradizione musicale ha sicuramente ancora molto da dire.
Musica paradossalmente senza tempo ma che ha un tempo così preciso che se lo perdi -
come direbbe Jannacci - ti devi ritirare, ed è talmente al passo coi tempi che ti costringe a
stare a tempo coi passi. Non poteva mancare un tributo alla Scuola Milanese (Fo, Gaber
Jannacci, Valdi, Svampa, i Gufi), importantissimo punto di riferimento per la tradizione del
cabaret italiano, quella scuola che ha dato il via in pianta stabile all‟affermarsi del genere
nel nostro paese. Una performance da assaporare col sorriso sulle labbra.
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