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martedì 12 febbraio 2019

Politica ed elezioni: perché non possiamo più astenerci


Elezioni  amministrative.
In Abruzzo ha vinto l’astensionismo.
E i cittadini hanno perso. 
E  abbiamo perso tutti quanti, perché non possiamo più pensare e dire che “tanto nulla cambia e sono tutti uguali”.

Questi non sono uguali.
Questi solo il peggio del peggio.

Arrivisti, cialtroni, incapaci di costruire qualsiasi cosa.
E sono pericolosi per il danno mastodontico che stanno recando all’economia.
Per il veleno che stanno spargendo in questo clima d’odio diffuso verso tutti, dallo straniero all’italiano con altre idee.
Per questi “tutti gli altri” sono nemici.
E mentre urlano costantemente i loro slogan da perenne campagna elettorale, non pensano al Paese, ai terremotati, ai disabili, ai quarantenni disoccupati, ai pensionati mal ridotti.

Non pensano ai guai che combinano con le loro chiacchiere sparate al vento.
Che, tra l’altro, sono capaci di smentire il giorno dopo, con una semplicità disarmante. Ma il guaio intanto è fatto.

Questi non pensano agli atavici problemi dell’Italia, mafie, corruzione, clientelismo, evasione fiscale, mancanza di qualsiasi politica di sviluppo.
Non pensano all’analfabetismo di ritorno o al tasso di natalità da popolo in estinzione.

Lo stesso Salvini strumentalizza i temi del razzismo solo perché sono efficaci.
Avere un “nemico comune” è un collante che compatta le masse.
Non importa se prima i nemici erano tutti gli italiani sotto il Po ed ora sono i migranti africani.

A loro importa solo la poltrona.
Come e peggio dei politici venuti prima, che - tra il “magna e fotti” - almeno qualcosa sapevano fare.

E di fronte al peggior governo della Storia italiana (dittatura esclusa, ovviamente) la cosa drammatica è che continua a mancare una concreta alternativa politica.

andrea pietrarota

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