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venerdì 4 ottobre 2019

Best Brands il 2019 potrebbe cambiare le classifiche del Corporate

Un'ulteriore "tappa avvicinamento" alla serata di Best Brands: ecco una prima analisi delle classifiche Corporate italiane degli ultimi anni e di come questo 2019 potrebbe portare sorprese in short list fino ad oggi molto tradizionali.

Best Brands Italia 5° Edizione

 

Cresce l'attesa per la classifiche: ecco i trend su cui scommettere per "Best Corporate Brand" del 2019

 

Italiane, rassicuranti e tradizionali: sono le marche che fino ad oggi hanno dominato

i Best Brands, ma quest'anno potrebbe arrivare il cambiamento.  

 

Gli italiani sembrano avere un rapporto rassicurante con le marche, con preferenze che vanno a quelle storiche, nazionali e che si identificano nell'uso dei canali più tradizionali della comunicazione.

 

E' quanto emerge guardando i dati delle ultime classifiche "corporate" di Best Brands: l'indagine ideata da Serviceplan e GfK che dal 2015 anni fotografa il gradimento delle marche anche nel nostro Paese, attraverso un innovativo metodo di analisi in grado di mixare dati di mercato con un'ampia ricerca presso i consumatori. Ogni anno Best Brands pubblica tre distinte classifiche: Best Corporate Brand, Best Product Brand, Best Growth Brand, più una classifica speciale diversa ogni edizione che nel 2019 sarà dedicata ai Best Digital Life Brand.

 

Per scoprire le classifiche del 2019 dovremmo attendere il 20 novembre, data del Gala di Best Brands, ma nel frattempo un'analisi di quanto espresso dalla classifica Corporate nelle ultime 4 edizioni si rivela interessante per individuare quei trend che fino ad oggi hanno influenzato la scelta. 

 

In primo luogo gli italiani sono fedeli ai brands preferiti: nelle top ten delle ultime quattro edizioni (su 40 marche totali quindi) troviamo 10 nomi ricorrenti per più di due volte. Pochissime le variazioni ai primi tre posti della classifica con Ferrero, Ferrari, Barilla e Brembo ad alternarsi negli anni. Tra i 40 finalisti troviamo marche soprattutto di proprietà o di fondazione italiana e circa il 50% di esse si identificano con i Fast Moving Consumer Goods, cioè beni di largo consumo che il consumatore acquista con frequenza.

 

Queste marche rappresentano il top dei player anche in fatto di comunicazione ed è facile associare molte di loro con i canali classici dell'ADV. Pur trovando nomi molti attivi anche nel digital, ai vertici ci sono marche che è più facile ricordare per una lunga serie di spot televisivi piuttosto che per una campagna social.

 

Tuttavia, se da un lato gli Italiani hanno sempre visto nelle marche un solido punto di riferimento in un mondo che cambia velocemente, mai come in questo ultimo anno abbiamo assistito a una trasformazione profonda nei mezzi che queste usano per comunicare. Non solo la massiccia penetrazione delle piattaforme on demand ha rivoluzionato i canali classici, ma anche i social si sono trasformati profondamente. E' stato l'anno in cui in Italia YouTube ha superato Facebook per accessi, l'anno in cui Instagram si è consolidato come il canale preferito dai Millennials e abbiamo assistito all'esplosione degli influencer rispetto ai "classici" blogger.

Ci sono buone premesse perché questi fenomeni possano aver fatto breccia, oltre che nel mercato, anche nel cuore degli Italiani. Per averne certezza non resta che aspettare.



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