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lunedì 28 giugno 2021

Intervista di Alessia Mocci ad Emanuele Martinuzzi: vi presentiamo Notturna gloria




Le mie prime raccolte, che non ho quasi più riletto se non alcuni estratti, provenivano da tutt’altra considerazione personale della poesia, il senso che davo al poetare era molto nitido dentro di me, la ricerca della poesia si sposava perfettamente con la riflessione e la conoscenza di se stessi e del mondo, era un fatto che davo per scontato, quei lavori risentono di queste e altre illusioni che avevo sulla vita, la cultura letteraria, la poesia e me stesso.– Emanuele Martinuzzi

Sulla via che percorriamo e che denominiamo vita capita, talvolta, la possibilità di guardarsi allo specchio in modo diverso, con uno sguardo interiore che disprezza la menzogna. Se, in quell’occasione, l’essere umano – il poeta – è disponibile all’ascolto si può accedere alla porta con quella consegna di chiavi che permette l’ingresso in un mondo altro, grazie al quale si ha l’abbandono di ‘alcune’ illusioni che impugnavano le redini del cocchio. ‘Alcune’, già, perché oltre all’imprevedibilità della corsa dei due cavalli anche il paesaggio che incontriamo potrebbe imbastire una nuova tavola nella quale l’arrogante desiderio ci fa tramutare le vivande in oro.

Emanuele Martinuzzi (Prato, 1981) si è dedicato ai versi sin dalla tenera età ed, anche, dopo la laurea in Filosofia ha continuato una strada solitaria di dialogo incessante. Dalla prima pubblicazione con “Nella pienezza del Non” sino al canzoniere di cui si tratterà in questa intervista, Emanuele si è prodigato nell’indagine sul perché della scrittura come necessità “costruttiva affidata al verso”.

“Notturna gloria” edito da Robin Edizioni nel 2021, con prefazione di Adua Biagioli Spadi, è una raccolta di ventuno poesie associate ad altrettante illustrazioni del Maestro Gianni Calamassi. L’opera presenta un differente concetto di gloria che per l’appunto è notturna, è oscura, infernale. Il canzoniere è suddiviso in tre parti, nella prima trovano spazio le città in stato di abbandono, nella seconda città storicamente esistite e nella terza ed ultima parte luoghi immaginari.

“[…] Fuggo cavo di me stesso nelle caverne/ del sentire, spigoloso mi dicono i vocaboli/ di seta delle rocce, rime vaganti in questa/ eco arretrata alla morte// […] – “Aufugum”

 

A.M.: Benvenuto Emanuele, è un piacerti poter presentare ai lettori la tua novità editoriale. Anni fa ci siamo incontrati con tre tue sillogi: “Nella pienezza del Non”, “Anonimi frammenti” e “Dopo il diradarsi, la nude”. “Notturna gloria” è in comunicazione diretta con questi titoli citati oppure percorre un’altra via?

Emanuele Martinuzzi: Un vero piacere poter parlare con te ancora una volta del mio ultimo lavoro letterario. In effetti è trascorso tanto tempo dalla mia prima autopubblicazione “Nella pienezza del Non” che venne alla luce nel 2010, più di dieci anni fa, mi sembra passata una vita. Già allora fu un cambiamento non da poco, dopo che per tanto tempo, da quando avevo dodici anni, avevo vissuto la poesia in modo intimo, scrivendo solo per me stesso, mettendo in un cassetto le mie poesie, percorrendone i sentieri in solitaria e allo stesso tempo in liberissima ricerca, leggendo e dialogando solo con gli autori del passato e con le mie emozioni più profonde. Da un lato sento che tra i primi lavori pubblicati, tra cui appunto “Anonimi frammenti”, “Dopo il diradarsi, la nube”, “Polittico” e questo ultimo canzoniere c’è una sottile comunicazione, anche ideale, per ponti misteriosi, accomunati dalla mia sensibilità che nel tempo si rinnova certamente ma permane, dall’altro sinceramente parlare anche solo dei miei primi lavori e di conseguenza del me di allora mi pare addirittura di evocare le reminiscenze di un'altra vita, letteraria anche, e rispetto ad adesso è come ci fosse un burrone di differenze non più avvicinabili, né colmabili neanche dal ricordo, che non riesco a mettere a fuoco del tutto. Le mie prime raccolte, che non ho quasi più riletto se non alcuni estratti, provenivano da tutt’altra considerazione personale della poesia, il senso che davo al poetare era molto nitido dentro di me, la ricerca della poesia si sposava perfettamente con la riflessione e la conoscenza di se stessi e del mondo, era un fatto che davo per scontato, quei lavori risentono di queste e altre illusioni che avevo sulla vita, la cultura letteraria, la poesia e me stesso. Non li rinnego assolutamente fanno parte di quello che ho scritto, sono lì a testimonianza di qualcosa, anche se non so più bene cosa in realtà o meglio sono semi germogliati e lì accetto per come sono o non sono. Quella fiducia costruttiva affidata al verso, quel senso filosofico della poesia sono prospettive in cui non mi riconosco più così in modo entusiasta e privo di tentennamenti. Quel percorso si è evoluto fino alle mie due raccolte “L’oltre quotidiano – liriche d’amore” e “Di grazia cronica – elegie sul tempo”, edite da Carmignani editrice, che in un certo qual modo sono l’apice del mio intendere la poesia come forma interiore, una via primigenia del filosofare, strutturate per temi, portatrice di significati criptici ma netti, essenziali, cioè l’una l’amore come archetipo del femminile, l’altra il tempo come archetipo del maschile. Dopo per me c’è stata la diaspora dei saldi pensieri, la perdita di quel centro di gravità permanente che si rifletteva nelle mie poesie. La vita mette sempre in discussione tutto, porta ombra dove si crede ci sia solo luce, o fa apparire il chiaroscuro in ciò che si chiamava sole. In questo senso è più originale e fantasiosa di qualsiasi autore. Un lungo e confuso periodo contrassegnato dal cosiddetto blocco dello scrittore è stato capace di esiliare i miei punti di riferimento interiori, cambiarmi, vedere diversamente la poesia, anzi forse vedere per la prima volta come non la vedessi, che fosse qualcosa di sfuggente, incomprensibile, forse una passione che non capivo profondamente, che mi illudevo di controllare, pur traghettandomi in territori di estasi e tormento, senza neanche sapere come e perché. In questo periodo di ripensamento ho pubblicato altre due raccolte “Spiragli” edita da Ensemble e “Storie incompiute” edita da Porto Seguro editore, che apparentemente possono sembrare poesie ermetiche, di ispirazione orientale, con l’intenzione di tendere verso l’essenziale, ma che in realtà si compongono di scritti nati incompiuti, epigrammi manchevoli, frammenti e spiragli segnati da una voce interrotta, ossia sono ciò che ho saputo tirare fuori da un’ispirazione disorientata, senza largo respiro, che veniva fuori a tratti, gettata sul foglio bianco senza più il solito e passato labor limae, ma così come un gesto al di là del senso, un comunicare a prescindere, un bisogno di cuore e pancia, senza più troppa mente o riflessione. In questo contesto ho incominciato a fare viaggi alla ricerca di luoghi abbandonati, siti archeologici, monumenti d’arte, chiese antiche e altre architetture del passato, all’inizio per diletto e poi per seguire una strana esigenza ancora non ben compresa. Poi dai territori fisici mi sono spostato nei territori letterari, cosiddetti inattuali, remoti, lontani, a me sconosciuti o in quelli della fantasia, complice anche un periodo di problemi personali, che non mi permettevano di spostarmi agevolmente. Girovagando trovavo pace e meraviglia in questi spazi dalle molte dimensioni, incurvati nel silenzio, e venivo a volte asserragliato da parole e frasi che trascrivevo e componevo via via, formando così quelle che poi sarebbero diventate le 21 poesie del mio ultimo lavoro poetico. Così è nato piano piano, viaggio dopo viaggio, ombra dopo ombra, eco dopo eco, dubbio dopo dubbio, lettura dopo lettura, dal 2017 al 2019, questo canzoniere illustrato intitolato “Notturna gloria” edito da Robin edizioni. Ancora non so cosa e se ho trovato qualcosa, ma la sensazione del viaggiare mi ha fatto avvertire la possibilità di nuove radici ed elaborare il lutto in un certo senso, trasfigurando quelle perdute.

 

A.M.: Nella prefazione de “Notturna gloria”, Adua Biagioli Spadi scrive: “Il viaggio intrapreso dal poeta, quasi una sorta di ricordo dantesco, è un addentrarsi fisico e mentale nella fragilità delle cose e del suo stesso io: egli stesso coglie l’inizio dell’ombra per risalire a una luce fiduciosa che sa di avere un luogo, da qualche parte, una destinazione tutta da ritrovare.” Ombra e luce, viaggio e casa: perché il poeta trascorre la sua esistenza in viaggio?

Emanuele Martinuzzi: Tutta la prefazione della poetessa Adua Biagioli Spadi è riuscita davvero a farmi comprendere meglio che cosa avessi comunicato agli altri, che cosa potessi capire meglio del mio scrivere e nuove sfumature non preventivate né calcolate nella stesura, a cui abbandonarsi così senza riserve. Ha impreziosito sicuramente il tutto dando uno sguardo tagliente e profondo, dove si doveva e poteva, per osservare nell’invisibile. Comunque non solo i poeti, siamo tutti in viaggio in qualche modo, anche senza uscire dalla propria casa o dalle proprie emozioni. Siamo abitati da luoghi, o meglio non-luoghi, utopie che ci attraversano, desideri che ci lacerano e che spesso non vengono ascoltati, si passa una vita a viaggiare magari fisicamente senza fermarsi ad osservarsi, inseguendo il cambiamento, gustandone l’ebbrezza o irretiti dalla fretta, senza sentire più cosa rimane invece immutato e morto dentro di noi, o magari una vita trincerati nella propria casa, impauriti e protetti dall’esterno, illudendosi di rimanere sempre gli stessi, di poter controllare il cambiamento, il divenire delle cose e di ciò che siamo e non siamo o non sapremo mai. Nello spaesamento che vivevo, viaggiare, spesso nella mia amata Toscana alla scoperta di luoghi bellissimi e poco conosciuti, se non dimenticati, è stato un rispecchiamento continuo nei tormenti di ciò che non osavo più chiamare, né evocare attraverso le disperse parole della poesia. Nella mitologia antica è un classico che l’eroe, il poeta o il mistico debba attraversare il guado della vita più misteriosa, intraprendendo la sua catabasi, la sua discesa nell’oltretomba che fuor di metafora può essere la sua immersione nelle ombre della propria anima, per recuperare l’amore fuggito o disperso, la propria Euridice da salvare, o incontrare Beatrice, solo mezzo di salvezza per vedere faccia a faccia la scintilla di senso che ci abita, al di là del deserto in cui ci troviamo a peregrinare a volte. In questo caso discendere nelle ombre di ciò che è abbandonato o spopolato, nella voragine di ciò che è distrutto o scomparso o nella vertigine del sogno, è stata sia la catabasi che l’anabasi, sia un perdersi che ritrovarsi nella scrittura di queste poesie, in una straniante forma di rispecchiamento e perdizione. La poesia è salvezza e dannazione, una benedizione e un labirinto. Non si può prescindere dal vivere le contraddizioni se si vuole leggere, scrivere, vivere le proprie poesie, la poesia.

 

A.M.: Ogni poesia è compagna di una speculare illustrazione, opere del Maestro Gianni Calamassi. Com’è nata questa collaborazione?

Emanuele Martinuzzi: Man mano che buttavo giù le frasi e che le poesie si materializzavano sotto ai miei occhi continuavo ad avvertire quella sensazione di imperfezione e manchevolezza, che mi aveva accompagnato e che aveva contraddistinto le mie due raccolte precedenti, “Spiragli” e “Storie incompiute”, ciò che scrivevo nella sua vaghezza e nel suo personale simbolismo mi pareva non riuscire a dare corpo a quei luoghi interiori, a cui volevo dare nuova vita. Ho pensato che fosse una cosa che non avevo mai fatto, ma un esperimento interessante in cui imbarcarsi quello di associare ad ogni poesia un dipinto o disegno o illustrazione, in modo che le linee e le forme giungessero dove la mia voce mi sembrava arenarsi. Ho pensato subito di proporre questa cosa al Maestro Gianni Calamassi, che stimo molto umanamente e artisticamente. E lui con generosità e amicizia devo dire che non solo ha accettato subito, ma si è affidato alle mie decisioni e sensazioni, pur avendo più spessore e maturità artistica. Mi ha dato un insegnamento importante, dando fiducia alle mie scelte estetiche, instaurando un creativo connubio tra diverse generazioni e sensibilità, in cui si è ritrovato con lo spirito di sperimentarsi ancora una volta. Addirittura ha disegnato appositamente per questo lavoro tutta la serie delle città abbandonate o spopolate, prendendo spunto da mie fotografie fatte nelle mie peregrinazioni, in uno stile figurativo. Mentre per le città scomparse o distrutte ha donato le sue opere astratte e minimaliste e per le città immaginarie alcuni suoi lavori figurativi con ascendenze simboliste e surreali. Quello che mi onora è che chi avrà modo di leggere questa raccolta potrà fare un interessante excursus nella produzione artistica di questo Maestro fiorentino, con opere che vanno dal 1970 al 2019. Credo già questo esalti di per sé le mie poesie e davvero integrino le loro possibilità espressive con orizzonti insperati.

 

A.M.: Qual è la città a cui sei più legato?

Emanuele Martinuzzi: Non ho una città a cui sono più legato e non potrei averla per come è nato ed è stato costruito questo libro. Ogni città raccoglie e custodisce un flusso di pensieri, ricordi, emozioni e luoghi sia fisici che interiori, che le lega tra loro in un continuo indistinto. Ogni città evocata dalla poesia e dall’arte in realtà non è solamente quel luogo particolare. Questa raccolta è una sinfonia di linee e parole, silenzi e forme, è venuta fuori così spontaneamente. E poi ogni luogo è associato a una persona, a un gesto a me caro e non potrei scegliere tra questi istanti così importanti dentro di me. Sterlingo, città immaginaria, è per esempio il nome storpiato nei racconti mitologici di mio nonno della collina dove vivevano i suoi avi mezzadri e dove lui tornava spesso a visitare quei verdi paesaggi, in una dimensione per me bambino che ascoltavo queste favole, ancora adesso a metà tra il sogno e la realtà. Perla, città immaginaria citata nel libro “L’altra parte” di Alfred Kubin, è anche il nome della persona a me cara, che mi è stata vicino per diverso tempo e che mi ha raccontato di questo enigmatico scrittore austriaco. Aufugum è la città scomparsa e distrutta, su cui è sorta la città calabrese in cui è nato mio padre e in cui abita ancora una parte importante della mia famiglia e quindi della mia storia personale, legata alle passate generazioni. Luni, antica e importante città distrutta dell’antica Roma, citata da Dante nella Divina Commedia e da cui è sorta la bellissima Lunigiana in cui ho girovagato alla ricerca di bellezze naturali o borghi spettacolari come il borgo medievale di Bagnone. Per esempio le città abbandonate o spopolate che ho visitato personalmente, che hanno ispirato i versi di queste poesie, in realtà non tutte sono citate, mi viene da pensare a Villa Saletta dove è stato girato il film La notte di San Lorenzo dei Fratelli Taviani, o Castiglioncello a Firenzuola, oppure la Chiesa di San Michele Arcangelo che sorge all'interno dell'antico borgo fortificato di Castel di Nocco, sul valico della vecchia strada che ancora oggi unisce Buti e Vicopisano, e così tante altre. Ognuno di questi luoghi con la loro magia ha contribuito ed è presente in questa raccolta, pur nella loro assenza, attraverso l’ispirazione e le parole da essa nate. Anche la tripartizione che si è consolidata nell’evoluzione naturale di questo viaggio, tra città abbandonate o spopolate, città scomparse o distrutte, infine città immaginarie, ha un senso non assoluto, le une sconfinano metaforicamente nelle altre, l’ispirazione dei versi di una città può essere nata dall’incontro di più luoghi fisici o letterari. Il tutto crea un viaggio misterioso e sfumato tra concretezza e sogno, tra interno ed esterno, tra natura umana e storia personale.

 

A.M.: In “Alba longa” si legge: “[…] È come un filo sottile l’attesa che cuce tra loro/ passanti di nebbia in città future, guance/ di notturni che si coricano nell’altra metà della neve/ come un bisbiglio, un’eresia.// […]” Perché l’anima è una piazza deserta?

Emanuele Martinuzzi: Questo e altri versi non smettono di emozionarmi e tormentarmi ogni volta che mi ricapita di leggerli. C’è un’oscura simmetria in alcune frasi di questa raccolta, completata nel 2019, rispetto alla tragica vicenda della pandemia e delle sue conseguenze per tutti noi. Assolutamente non perché penso che vi sia un afflato profetico in questi versi, sono un semplice e umile amante della poesia, il dono della profezia non mi appartiene, è già tanto se so cosa mi accade nel presente, figuriamoci ben altro. Però credo che la poesia possa sempre parlarci sia del passato che del futuro, in quanto per sua natura, indipendentemente da chi la scrive, si staglia in un orizzonte di senso universale, in cui convergono il cuore, la pancia e la mente dell’umanità e così le sue dimensioni temporali e i suoi spazi interiori. Aver viaggiato in questi luoghi spopolati in tempi ancora immuni da questa assurda vicenda, rende più ancora interessante secondo me la lettura di “Notturna gloria”, perché permette un ripensamento ed elaborazione del presente alla luce del passato, con la speranza di un futuro di ricostruzione. C’è uno spopolamento dei luoghi e uno dell’anima, non-luogo delle utopie, dei sogni. In effetti queste poesie che cosa non cercano di fare se non ricostruire con la bellezza e l’arte luoghi destinati dalla natura e dalla storia all’oblio. La forza della cultura spesso è un opporsi alle forze incontrollate della natura o della violenza. L’anima è una piazza deserta, quando discende negli inferi delle proprie ombre, le figure che passano sono passanti senza volto destinati a una nebbia che non si dirada, in cui la città perde i suoi connotati per scomparire assieme all’individuo. Mi viene in mente anche la poesia Umbriano, su questa città abbandonata immersa nei boschi della bellissima Umbria, che così canta: “[…] gli steli stanno insieme e disuniti, / non per il vento che li urla”. Nel testo si ripete ossessivamente questa frase, stanno insieme e disuniti, e nel rileggerla non posso non immedesimare tutta la sottile e taciuta sofferenza per una necessaria distanza realmente vissuta da tutti noi, si spera più temporanea possibile, in cui solo il vento urla ciò che il cuore non osa dire, attanagliato dalla paura. C’è sicuramente una distanza che rende estranei perfino nella vicinanza, ed è l’indifferenza, la mancanza di empatia. Questo per dire come la poesia dia voce alle ombre del cuore, agli anfratti della mente sofferente o speranzosa, questo è il suo viaggio da sempre.

 

A.M.: In “Fedora” si legge: “[…] In ogni gesto sembra quasi vivano ancora/ i frammenti di una fragranza antica, la meraviglia/ della campagna che tace nei ricordi, un aroma amaro/ di dolcezza, l’infanzia dei perché.// […]” Perché, oggi, noi esseri umani siamo così distanti dalla meraviglia?

Emanuele Martinuzzi: Credo che la meraviglia faccia parte dell’umanità, della sua parte più fragile, misteriosa e creativa, in cui la ragione si abbandona al sogno, in cui l’infanzia viene custodita in tutta la sua mitologia e la sua creatività. In ogni epoca e in ogni persona c’è sempre un dialogo, uno scontro se non proprio una lotta tra le intenzioni della meraviglia e quelle del cinismo, del disincanto e della perdita dell’incanto con cui guardare alle cose. Viviamo in un’epoca storica, che per svariate ragioni e su molti aspetti è connotata da questa dialettica imperfetta, tra la follia del nichilismo e le ragioni del sogno, della speranza, dell’umanità. Dove il futuro e l’umanità sembrano venire meno la sfida è ancora più interessante e più grande per coloro che, affidandosi alla propria piccola sensibilità come a una fiammella nelle tenebre, decidono di procedere attraverso le tenebre o le incertezze o certe dinamiche anti-umane, affrontando prima di tutto dentro se stessi il nichilismo che pervade il proprio momento storico. Mi viene in mente la bellissima scena del film Nostalghia di Andrej Tarkovskij, girata nelle piscine di acque termali di Bagno Vignoni. Detto ciò questa raccolta con tutti i suoi limiti, che in realtà sono anche i suoi pregi, avverto sempre più nitidamente sia un esempio, non sempre di semplice accesso o immediata lettura, di ricostruzione della meraviglia nei sepolcri della storia. Ci vuole tempo per addentrarsi in queste ombre, è un libro che deve sostare sulla scrivania o sul comodino per molto tempo, riprenderlo, abbandonarlo, darsi tempo e farlo assorbire assieme al proprio vissuto, giorno dopo giorno.  Lo si può amare o detestare, a una prima impressione. Un libro del tempo che sedimenta dentro il proprio spirito con lentezza. Una lettura diversa, da donare agli altri. E appunto viene raccontata nei versi e nelle immagini di Notturna gloria la possibilità che l’arte, la poesia e la bellezza possano infondere vita e senso in ciò che apparentemente sembra non averne più, destinato ad essere cosa o maceria, in balia del tempo e delle contraddizioni della natura. E anche che se il tuo tempo storico non soddisfa i tuoi bisogni interiori o risponde alle tue domande più profonde, c’è sempre la possibilità di guardare al passato, riscoprire territori non più calpestati né letti da secoli per guardare le cose da inattuali prospettive. La verità non è data una volta per tutte solo dall’oggi, ma ci abita e accompagna con molti nomi, a volte misteriosi e sconosciuti come i nomi delle città remote di questo canzoniere, a cui va ridato nuovo spessore e nuove vie interpretative. Si può dialogare con ciò che sembra morto e nel dialogo miracolosamente si affaccia una nuova esistenza. 

 

A.M.: Devo confessarti che tra tutti questi borghi solo uno mi è familiare: Erto. Di sicuro avrai intuito il perché… Che cosa significa perdersi “ad ascoltare timbro paterno del vento”?

Emanuele Martinuzzi: La scelta di inserire Erto nelle città abbandonate o spopolate mi sembrava doverosa, non solo per ricordare il disastro del Vajont e di quella tragedia su cui sono stati fatti numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, su cui molti scrittori e uomini di cultura hanno speso le loro idee e il loro ricordo, come per esempio Mauro Corona nel libro Vajont: quelli del dopo, ma anche per fare un viaggio nel tempo, una sorta di flashback nella Erto abbandonata e spopolata di allora, appena dopo l’avvenuto disastro, ripercorrere quelle emozioni, ridare spessore a quel vuoto allagato di violenza. In quella atmosfera sospesa, in un tormento nuovo e assurdo, comunque spirava il timbro paterno del vento. Nella solitudine più tragica mi piace pensare si possa avvertire lo stesso vento come una voce vicina che ti rincuora, che nel lambirti ti dice sei ancora qua, sei vivo e puoi ricostruire, dare testimonianza. Comunque non solo Erto è uno dei borghi che ci può essere direttamente familiare, ma anche Craco, un bellissimo paese fantasma in provincia di Materna, conosciuto attraverso le immagini che i molti film che sono stati girati là hanno immortalato e reso presente al nostro sguardo, ne cito solamente alcuni “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, “La Passione” di Mel Gibson, “Cristo si è fermato ad Eboli” di Francesco Rosi.

 

A.M.: Causa pandemia le presentazioni letterarie non sono state praticabili ma ho notato che in tanti hanno ben pensato di utilizzare i social network e la modalità video come alternativa.

Emanuele Martinuzzi: Personalmente ho continuato ad usare i social come ho sempre fatto per la diffusione e condivisione della mia passione per la poesia, la scrittura e la cultura in genere, anche quella più frivola o da intrattenimento, attraverso il mio blog e le mie pagine Facebook e Instagram. Per le presentazioni seguendo un po’ la mia indole e la mia timidezza ho preferito per adesso aspettare a osare facendo presentazioni video on line. Non escludo in futuro che possa sperimentarmi anche in questa cosa. Per adesso complice la bella stagione, il fatto che mi sia vaccinato per la mia e altrui sicurezza, e la situazione che va pian piano migliorando riguardo la triste situazione pandemica che stiamo vivendo, dovrei presentare in presentia per la prima volta “Notturna gloria”, durante una rassegna artistica e letteraria nelle colline della mia amata Toscana. Bello è sempre visitare i luoghi, portare la propria poesia e magari riuscire a toccare il cuore degli altri, di amici vecchi e nuovi. La poesia ci mette in contatto gli uni gli altri e con l’invisibile che ci abita.

 

A.M.: Salutaci con una citazione…

Emanuele Martinuzzi: Non mi viene in mente nessun’altra citazione se non il bellissimo verso di Montale che chiude la sua poesia Casa sul mare, inserita in Ossi di seppia, e che ho voluto porre all’inizio del viaggio di “Notturna gloria” prima della poesia che apre la raccolta Monte Kronio di Sciacca, come a voler significare che questo viaggio di ricostruzione e riconciliazione con le proprie ombre inizia da un approdo sulle sponde dell’antico mare di Sicilia, com’è stato per la colonizzazione greca d’Occidente nella Magna Grecia, per la spedizione dei Mille o lo sbarco in Sicilia degli Alleati.

“Il cammino finisce a queste prode/ che rode la marea col moto alterno./ Il tuo cuore vicino che non m'ode/ salpa già forse per l'eterno.”

 

A.M.: Emanuele ti ringrazio per le numerose riflessioni che hai espresso e ti saluto con le parole di Aristotele: “Se non esistesse nulla di eterno, neppure il divenire sarebbe possibile.”

 

Written by Alessia Mocci

 

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Blog Emanuele Martinuzzi

https://andthepoetry.blogspot.com/

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Se sono vaccinato il coronavirus è ancora un pericolo? Un nuovo test rapido per mostrare se hai avuto la risposta immunitaria prevista.

I livelli di incertezza sono alti – soprattutto dopo aver sentito dal Comitato per le vaccinazioni (tedesco: STIKO) che, nonostante siano completamente vaccinate, alcune persone non sono comunque protette dal coronavirus. I test anticorpali possono essere offerti ora per fornire una certezza sulla presenza della risposta immunitaria di un individuo. Nal von minden, una società di tecnologia medica di Moers in Germania, ha sviluppato un test rapido che può rilevare in modo affidabile gli anticorpi contro gli agenti patogeni del COVID-19 nel sangue in soli 10 minuti. Il test NADAL COVID-19 S1-NAb è ora disponibile.

NADAL COVID-19-S1-Antikörpertest_Anwendung_neuSoprattutto nelle persone con un sistema immunitario debole o con certe condizioni preesistenti, è possibile che una vaccinazione contro il coronavirus possa provocare una scarsa risposta immunitaria – o addirittura nessuna. Numerosi studi indicano la bassa efficacia del vaccino in certi gruppi, dice il Prof. Dr. Thomas Mertens, presidente del Comitato per le vaccinazioni, in un’intervista con il Funke Media Group. Particolarmente colpiti sono i pazienti il cui sistema immunitario è influenzato da farmaci, per esempio, in seguito a trapianti di organi, alcuni trattamenti per il cancro o malattie autoimmuni come il diabete o i reumatismi.

A questo si aggiunge il fatto che i vaccini stessi non offrono il 100% di protezione dal coronavirus. L’efficacia provata – a seconda del vaccino – è compresa tra il 65 e il 95%. (Fonte: RKI, dal 1.6.2021, https://www.rki.de/SharedDocs/FAQ/COVID-Impfen/FAQ_Liste_Wirksamkeit.html). 

“La protezione offerta dai vaccini contro il coronavirus non è purtroppo così buona come avremmo sperato”, dice Thomas Zander, CEO di nal von minden GmbH. Se il vaccino ha “funzionato” nei singoli casi, può essere determinato dall’uso di un nuovo test rapido: Il test NADAL COVID-19 S1-NAb che rileva gli anticorpi che hanno un effetto potenzialmente neutralizzante contro il coronavirus, e quindi può proteggere contro un’infezione da COVID-19.

Zander continua a spiegare: “Affinché una persona vaccinata possa essere adeguatamente protetta contro il coronavirus, gli anticorpi devono formarsi nel sangue dopo la vaccinazione. Questi anticorpi assicurano che, se un individuo entrasse in contatto con il virus, verrebbe immediatamente riconosciuto e respinto. Sono questi anticorpi che possono essere rilevati con il nostro nuovo test rapido”.

É sufficiente una minuscola puntura del dito – la metà di quella necessaria per monitorare la glicemia -. La goccia di sangue viene poi aggiunta alla cassetta del test fornita. I risultati sono disponibili entro 10 minuti. Il test rapido deve essere eseguito solo da personale medico – non è per l’uso personale.

Se si riceve un vaccino a due dosi contro il coronavirus, si raccomanda generalmente di effettuare il nuovo test rapido almeno 2 settimane dopo il primo appuntamento. Se il test è negativo, può essere ripetuto due settimane dopo la seconda vaccinazione, e di nuovo in qualsiasi momento successivo. E ancora, quanto dura la protezione offerta dai vaccini, o se è necessaria un’ulteriore dose.

Informazione importante: Per chiunque sia interessato a fare un test COVID-19 S1-NAb, questo può essere fatto dal proprio medico di base. A seconda dello studio, il costo è di circa 20 euro.

Informazioni sull’azienda: nal von minden GmbH
nal von minden GmbH, con sede a Moers, Germania, è specializzata nel campo della diagnostica medica da 38 anni. Il suo portfolio comprende test rapidi e test di laboratorio per diagnosi affidabili nei campi della batteriologia, della cardiologia, della ginecologia, delle malattie infettive, dell’urologia e della tossicologia. nal von minden GmbH ha un totale di circa 230 dipendenti in 9 sedi europee. 

contatto stampa: 
Hellwig PR
Gabriele Hellwig
Garstedter Weg 268
D- 22455 Hamburg
Tel.: +49 40 38 66 24 80

domenica 20 giugno 2021

VACANZE - A SAN MARCO DI CASTELLABATE L'HOTEL MARELUNA. A PICCO SUL MARE NEL CUORE DEL CILENTO

 

CASTELLABATE  - L’Hotel Mareluna è un albergo 4 stelle di recente costruzione. Tanti i punti di forza di questa struttura: la location esclusiva a picco sul mare con vista sul caratteristico porto di San Marco di Castellabate, splendida località nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano posizionata vicino alle aree archeologiche di Pompei, Paestum, Velia e a rinomate località balneari quali Acciaroli, Pollica, Palinuro. Il moderno design, line rette e verticali, che si baciano con la natura, una finestra sulla Costiera Amalfitana e l’isola di Capri.

Da qui un escursione in barca e visitare il Parco Marino che va da Punta Licosa a Palinuro. Prendere il metrò del mare ed arrivare in pochi minuti a Capri, in Costiera o a Palinuro.

A 680 mt circa  la struttura dispone di due lidi convenzionati sulla famosa  spiaggia del Pozzillo tutta di sabbia raggiungibile a piedi attraverso un sentiero naturale facilmente percorribile o con il servizio navetta dell’hotel; a 30 mt sotto l’albergo c’è una spiaggetta mista sabbia e scogli pubblica e non attrezzata. Dal porto organizziamo escursioni in barca per raggiungere Punta Licosa e le meravigliose calette naturali.
I migliori prodotti del nostro mare e della nostra regione, ricca di tradizioni culinarie uniche, elaborati dai valenti cuochi accompagnati ad una vasta scelta di vini. Una spaziosa sala che si affaccia sul giardino e sul mare, adatta a cerimonie e banchetti, a cene intime o di lavoro. Teniamo molto a preparare piatti per tutti i palati e soprattutto rispettando  le tradizionali ricette della Cucina Cilentana.

Caffetteria, drinks, cocktails, le delizie della pasticceria della nostra terra. Luoghi ideali di incontro per un gelato dopo un pomeriggio al sole, per un aperitivo prima di gustare i piatti della nostra cucina per una piacevole conversazione tra amici davanti ad una tazza di caffé ed il tutto davanti a panorami che tutto il mondo ammira e che voi avrete il privilegio di vedere dal nostro giardino posto su una terrazza naturale che si affaccia sulla baia di San Marco.


Marco Nicoletti
@Castellabatelive24/ Pagina Facebook 2021

giovedì 17 giugno 2021

CASTELLABATE - " IL MOSTRO CHE NON CE " IL PROBABILE DISEGNO DI UN COMPLOTTO . LA CONTRO REPLICA E TANTI INTERROGATIVI


 CASTELLABATE  - Tanto clamore per un paio di pipi all'aperto.  Deprecabile per carità,  ma da questo ad un accusa di atti osceni in luogo pubblico c'è ne passa .
Dare notizie in pasto ai media , ai giornaletti avallati dai pettegolezzi di paese è il guadagno esiguo dei miserabili.
Questo scritto non vuole essere , né lo deve essere una sostituzione alle accuse da accettare e valutare  . Di questo però se occuperanno gli avvocati nelle sedi opportune.  Ma una contro replica e diritto di replica è un obbligo morale e garantito dalla nostra repubblica democratica.
Come molti sanno trattasi di persona a me vicina e  conoscendola molto molto bene dunque chi scrive non può e non deve omettere. 
Innanzitutto quando si vuole costruire la figura del "mostro" si deve caricare enfatizzare insomma dare gusto al lettore bavate .
Nell'era dei droni , dei telefonini robot dei video live delle più grandi storie contemporane non c'è però una straccio di prova . Un frame . Eppure come può un ragazzo che vive in un piccolo paese di provincia conosciuto bene o male da tutti , sano di mente e rispettoso di tutti andare alle 17 del pomeriggio di un fine settima di metà giugno sul belvedere esposto a tutto e tutti senza protezione alcuna,  e ripeto senza che ci sia , è da sottolineare ,   nessuna ripresa video o foto ( e nemmeno le adiacenti vicinissime video camere della presente capitaneria di porto)  sorpreso semplicemente da ciò che egli ha riferito ma che anche testimoni hanno confermato in forma anonima a chi scrive , stava di spalle dinanzi ad un muretto urinando e nel naturale atto comune ai maschi sistemando il costume per fare rientro a casa . In quell' istante è stato fermato accusato di questi atti osceni e condotto come un delinquente dei peggiori un assassino con l'arma ancora in mano al comando dei vigili per un riconoscimento.  Evidentemente anche mal fatto giacché agli organi di stampa è stato dato un quadro di un " soggetto di etnia rom di 35 anni " il fatto e a parlare sono i documenti di identità e di adozione ,  é che senza tema di smentita,   che non si tratta assolutamente di un rom ma di un cittadino italiano adottivo nato  da genitori italo indiani  a Bucarest ma vissuto da sempre in Italia . Adottato da una famiglia delle più in vista di Aversa . Nel chiudere queste righe che affido alla lettura di persone oneste intellettualmente e prive di pregiudizi precostituiti lasciamo comune di diritto al proseguimento delle attività legale . Questa è una parte della medaglia.  Le campane vanno sentite sempre tutte. 
Ma sono i fatti che contano e i fatti sono questi . Per quanto posso assicurare che il sottoscritto è la persona interessata qui sono e qui restano a testa alta e schiena dritta  
Una volta si diceva che non solo bisogna essere una persona onesta ma bisogna anche dimostrare di esserlo. Ed è quello a cui si trova costretto chi, per un motivo o per un altro, viene additato per qualcosa che non ha fatto. Allora, che cosa fare e come difendersi di fronte ad un’accusa ingiusta? Conviene reagire subito con una controdenuncia o una controquerela? E, una volta dimostrata la propria innocenza, c’è la possibilità di chiedere un risarcimento? Vediamo

Marco Nicoletti
@castellabatelive24/ Pagina Facebook 

giovedì 10 giugno 2021

Rinviare i nuovi regolamenti UE riguardanti i test rapidi: un appello nal von minden:

La diagnosi di patologie come il coronavirus, gli attacchi di cuore o il diabete possono presto appartenere al passato? Un nuovo regolamento UE richiede ai produttori di test rapidi e materiali di laboratorio di presentare tutti i prodotti per una nuova approvazione. L’impegno per le aziende medtech è così grande che molte stanno già riducendo il loro portfolio, dice Roland Meißner, CEO di nal von minden GmbH a Moers, Germania. Pertanto, è obbligatorio agire ora – prima che molti diagnostici in vitro scompaiano dal mercato! Roland Meißner risponde alle domande più importanti sul regolamento UE sulla diagnostica in vitro (IVDR) qui di seguito.

Roland Meißner, CEO di nal von minden GmbH
Roland Meißner, CEO di nal von minden GmbH

In cosa consistono esattamente i nuovi regolamenti dell’UE?

Meißner: I nuovi regolamenti UE si applicano a prodotti come test rapidi, test PCR e test di laboratorio. La diagnostica in-vitro gioca un ruolo importante nelle diagnosi e viene usata quotidianamente negli studi medici e negli ospedali. I nuovi regolamenti UE per la diagnostica in-vitro (IVDR) mirano a migliorare la sicurezza dei prodotti medici nell’interesse dei cittadini. Tutti i prodotti devono essere rivisti secondo criteri più rigorosi ed essere riapprovati. Il fattore scatenante è stato uno scandalo riguardante le protesi mammarie. Come azienda di tecnologia medica, nal von minden è a favore di questi nuovi regolamenti, ma il calendario previsto non può essere rispettato.

Come si presenta il calendario attuale?

Meißner: Tutti i prodotti nel campo della diagnostica in vitro devono essere nuovamente approvati entro maggio 2022. Si tratta di migliaia di prodotti che sono importanti per la diagnosi, per esempio, del diabete, dell’infarto, del cancro e di molte altre patologie. I regolamenti dell’UE non riguardano solo i produttori tedeschi, ma devono essere applicati a tutti i produttori di diagnostica in-vitro i cui prodotti sono sul mercato europeo.

Perché questo è ora un grande problema? Il maggio 2022 è ancora lontano…

Meißner: Questo argomento è urgente ora, perché molti produttori di diagnostica in-vitro devono ridurre radicalmente il loro portfolio di prodotti. Poiché i produttori sono consapevoli che non c’è abbastanza tempo per far approvare di nuovo tutti i loro prodotti, stanno valutando quali prodotti ne valgono davvero la pena. Solo alla nal von minden, abbiamo oltre 100 diversi test rapidi e dispositivi nel nostro portfolio. Non possiamo presentarli tutti entro maggio 2022. Semplicemente non si può fare.

Perché non si può fare?

Meißner: Negli ultimi mesi, molte aziende di tecnologia medica come nal von minden hanno messo tutta la loro energia nella lotta contro la pandemia di coronavirus. Abbiamo davvero aumentato la produzione per essere in grado di produrre il numero necessario di test rapidi per il coronavirus. Oltre a questo, non ci sono abbastanza cosiddetti “organismi notificati” per assumere il compito di approvare i prodotti in linea con i nuovi regolamenti dell’UE. Purtroppo, al momento ci sono solo 3 Organismi Notificati per tutti i produttori che cercano di vendere i loro prodotti diagnostici in vitro in Europa.

Solo 3 organismi notificati in tutta Europa?

Meißner: Sì, questo è anche a causa del coronavirus. Come risultato della pandemia e delle restrizioni di viaggio connesse, nessun altro Organismo Notificato ha potuto essere approvato finora. Affinché un organismo di controllo possa essere certificato come Organismo Notificato UE, gli ispettori stessi devono venire a vedere tutto sul posto. Naturalmente ha senso assicurare che i criteri di qualità siano soddisfatti. Fino ad oggi, tuttavia, ci sono ancora solo tre Organismi Notificati per tutti i produttori di diagnostica in-vitro in Europa

Quanto tempo ci vuole per controllare un prodotto?

Meißner: Per gli oltre 100 prodotti di nal von minden GmbH che devono essere registrati secondo l’IVDR, nel migliore dei casi sarebbero necessarie 100 settimane. Questo perché ogni Organismo Notificato stima almeno 1 settimana per prodotto, il che significa che non è possibile approvare tutti i prodotti entro maggio 2022. E, come ho già detto, non è una sola azienda a produrre diagnostica in vitro.

Cosa succederà ai prodotti che non saranno approvati in tempo?

Meißner: Secondo i nuovi regolamenti UE per la diagnostica in vitro, i produttori non possono più produrre questi prodotti dopo maggio 2022. Solo i prodotti che sono già stati fabbricati e sono in magazzino possono continuare ad essere venduti fino alla loro data di scadenza. La chiusura di una linea di prodotti che non è stata approvata è quindi prevedibile. Ci saranno carenze di prodotti e alcuni di questi spariranno completamente dal mercato.

Perché i prodotti spariranno dal mercato?

Meißner: Dato che il calendario non può essere rispettato, ogni produttore deciderà quali dei suoi prodotti sono più importanti. Di solito si tratta di prodotti che sono usati più comunemente, perché chiaramente ogni azienda ha bisogno di sopravvivere economicamente e di occuparsi dei propri dipendenti. Si tratta principalmente di prodotti diagnostici per patologie molto comuni. C’è il pericolo che i prodotti per la diagnosi di malattie rare vengano approvati solo dopo un certo periodo di tempo – o addirittura non vengano approvati affatto, perché non è più vantaggioso economicamente per l’azienda. Non bisogna dimenticare che la riapprovazione ora necessaria è anche un’enorme impresa in termini finanziari.

Sono interessate tutte le aziende in Europa?

Meißner: Tutte quelle che producono diagnostica in vitro sono interessate. Più piccola è l’azienda, più presumibilmente sarà difficile. Alcuni produttori dovranno ridurre drasticamente il loro portfolio per sopravvivere economicamente. Per le società più grandi, non sarà affatto un problema. Un’estensione dell’IVDR sarà più importante per le aziende medio-piccole in Germania e in Europa.

Teoricamente, fino a quando dovrebbe essere esteso l’IVDR?

Meißner: Una proroga di un anno sarebbe la cosa migliore. Questo significherebbe che le aziende avrebbero più tempo e che potrebbero essere istituiti più Organismi Notificati. Inoltre, le stesse condizioni dovrebbero essere applicate a tutte le aziende. L’anno scorso – a causa della crisi del coronavirus – il periodo di transizione per i dispositivi medici secondo il MDR (Medical Device Regulation, ad esempio i pacemaker) è stato esteso di un anno.

Informazioni sull’azienda

nal von minden GmbH. nal von minden GmbH di Moers (Germania) è uno specialista nel campo della diagnostica medica da 38 anni. Il suo porfolio include test rapidi e test di laboratorio per diagnosi affidabili nel campo della batteriologia, cardiologia, ginecologia, malattie infettive, urologia e tossicologia. nal von minden GmbH ha circa 230 dipendenti in 9 sedi in tutta Europa. www.nal-vonminden.com

contatto stampa: 
Hellwig PR
Gabriele Hellwig
Garstedter Weg 268
D- 22455 Hamburg
Tel.: +49 40 38 66 24 80
E-Mail: info@hellwig-pr.de
www.hellwig-pr.de

lunedì 7 giugno 2021

Il ruolo della saliva nella diagnosi di Sars-CoV-2: premiato articolo Insubria

Il ruolo della saliva nella diagnosi dell'infezione di Sars-CoV-2: premiato l'articolo dell'Università dell'Insubria


Lo studio pubblicato nel 2020, durante la prima ondata della pandemia, ha ricevuto il riconoscimento come miglior lavoro scientifico 2020 (Best paper award) da parte della Società Italiana di Patologia e Medicina orale (Sipmo)


Varese e Como, 7 giugno 2021 – L'articolo «Saliva is a reliable tool to detect Sars-CoV-2», pubblicato sul Journal of Infection durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, ha ricevuto il riconoscimento come miglior lavoro scientifico 2020 (Best paper award) da parte della Società italiana di Patologia e Medicina orale (Sipmo), prestigiosa società nazionale scientifica del settore delle malattie odontostomatologiche.


L'articolo è firmato da diversi clinici e ricercatori di Università dell'Insubria e di Asst dei Sette Laghi, coordinati da Lorenzo Azzi, Mauro Fasano, Andreina Baj, Daniela Dalla Gasperina, Francesco Gianfagna. Tra gli autori anche i nomi autorevoli di Angelo Tagliabue, rettore dell'Insubria e professore di Malattie odontostomatologiche, Giulio Carcano, presidente della Scuola di medicina dell'ateneo, e Paolo Antonio Grossi, professore di Malattie infettive.

Lo studio è stato ripreso da molti lavori pubblicati successivamente, che hanno confermato la fondatezza dei risultati, e oggi vanta quasi 200 citazioni, in costante crescita: «L'articolo – spiega Lorenzo Azzi – è stato il primo lavoro scientifico internazionale a dimostrare l'utilità della saliva, in quanto campione organico di più facile gestione rispetto al tampone nasofaringeo, nella diagnosi dell'infezione di Sars-CoV-2 attraverso l'analisi molecolare, subito dopo seguito dalla dimostrazione della validità dell'analisi rapida antigenica».


L'annuncio è stato dato dal professor Michele Davide Mignogna, presidente della Sipmo, durante la cerimonia di premiazione del Collegio dei Docenti di Discipline odontostomatologiche, congresso nazionale che ogni anno richiama gli odontoiatri di tutte le specialità dal territorio nazionale.

Il primo premio è stato condiviso a pari merito con un lavoro scientifico di altissimo profilo sulle opzioni di trattamento farmacologico nella Sindrome della Bocca Urente, pubblicato su Oral Diseases, rivista di riferimento del settore, e coordinato da Daniela Adamo dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

 

  • Nella foto, da sinistra: Mauro Fasano e Lorenzo Azzi, Università dell'Insubria

giovedì 3 giugno 2021

Il progetto IMPAQT lancia la formazione sugli strumenti di gestione intelligente per i sistemi di acquacoltura

Nel corso del mese di maggio 2021, IMPAQT ha lanciato una formazione online in formato MOOC, con esaurienti contenuti organizzati in 3 moduli, che copre argomenti quali le pratiche e le sfide IMTA, tra cui la valutazione della sostenibilità, la qualità e la sicurezza dei prodotti ittici, le politiche che influenzano l’acquacoltura dell’UE, e la piattaforma IMPAQT. Il corso MOOC è disponibile a partire dal 10 di maggio sulla piattaforma OpenLearnCreate della Open University e tutte le informazioni possono essere trovate sul sito web del progetto.

Finanziato dal programma europeo Horizon 2020 e coordinato dal Marine Institute (Irlanda), il progetto IMPAQT (Intelligent Management System for Multi-Trophic Aquaculture) riunisce 21 partner multidisciplinari provenienti da 12 paesi, con l’obiettivo di promuovere e sostenere l’eco-intensificazione dei sistemi di produzione in acquacoltura.

Questa formazione renderà accessibile la maggior parte dei risultati del progetto in un formato online comprensibile e dinamico, ed è rivolta a: produttori di acquacoltura, operatori e utenti finali, formatori di lavoratori degli utenti finali e degli intermediari, enti di controllo e responsabili delle politiche, e organizzazioni nazionali e pan-nazionali per lo sviluppo dell’acquacoltura.

Il team del progetto partecipa attivamente anche a eventi europei di acquacoltura, come Aquaculture Europe 2020 (12-15 aprile 2021), dove i risultati di IMPAQT sono stati presentati mediante webinar, presentazioni orali, cartellonistica e uno stand al e-Market aperto al pubblico. Inoltre, IMPAQT sta attivamente collaborando con altri progetti del programma H2020 dell’Unione Europea nel settore dell’economia blu e dell’acquacoltura, per instaurare nuove sinergie e ampliare la portata dei loro risultati.

Contemporaneamente, i partner stanno elaborando delle informative al fine di proporre l’inclusione dei risultati del progetto IMPAQT e il loro valore aggiunto, con lo scopo di migliorare la regolamentazione, la standardizzazione e la politica europea, in linea con la realizzazione di un’acquacoltura più sostenibile.

Nei prossimi mesi verrà pubblicato un manuale che illustra tutti i principali sviluppi e i processi correlati del progetto IMPAQT. 

Un sistema di gestione intelligente per l’acquacoltura multi-trofica integrata (IMTA): un futuro sostenibile per l’acquacoltura 

IMTA è un nuovo concetto in cui più specie, appartenenti a diversi livelli della catena alimentare (pesce, alghe, crostacei, ecc.) vengono allevate nello stesso luogo in modo integrato e complementare. La naturale capacità di queste specie di riciclare i nutrienti (o i rifiuti) presenti all’interno e intorno agli allevamenti ittici può aiutare gli allevatori a migliorare le prestazioni ambientali delle loro strutture, fornendo anche ulteriori vantaggi economici.

La grande ambizione di IMPAQT è quella di indicare un percorso per un cambio di paradigma nell’acquacoltura dell’UE, passando dai sistemi di produzione tradizionali (monocoltura) al sistema di produzione dell’acquacoltura multi-trofica integrata (IMTA)

Grazie all’implementazione di servizi ecosistemici e principi di economia circolare, i partner hanno sviluppato nuove tecnologie efficienti in termini di costi per il monitoraggio e la gestione IMTA, e modelli avanzati per realizzare la configurazione ottimale dei sistemi di acquacoltura integrati. Inoltre, l’efficienza del settore è potenziata da un sistema di gestione intelligente (IMS) che integra i dati raccolti da diverse fonti per generare un riscontro in tempo reale sulle attività.

Queste tecnologie sono in fase di collaudo e convalida presso 6 siti pilota; in Irlanda, Turchia, Paesi Bassi, Scozia e Cina. In questa fase, il team del progetto è impegnato nella messa a punto del sistema IMS e nel completamento dell’analisi di efficienza, sostenibilità e circolarità della produzione del sistema.

Ulteriori informazioni sono disponibili in diversi formati: schede informative, video e relazioni sull’innovazione all’interno del IMPAQT Knowledge Center (Centro didattico IMPAQT). 

Questo progetto ha ricevuto finanziamenti dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea nell’ambito dell’accordo di sovvenzione n. 774109