Nell’ultimo periodo che va dal 24 di Febbraio 2022 scorso giorno in cui è Iniziata la guerra Russa-Ucraina gli Italiani si sono dovuti confrontare con il borsellino familiare. Aumenti indiscriminati di GAS , Benzina e beni di primo consumo hanno fatto schizzare i costi mensili collegati alle residue possibilità di sostentamento delle Famiglie Italiane. Un’inflazione al 5,7% annuale ed un aumento mensile allo 0.9% ha di fatto determinato aumenti considerevoli non comparati al trattamento di pensioni e stipendi in riferimento alle aspettative di vita quotidiana. Una delle voci più amare da deglutire è rappresentata dal GAS che nel termine semplice della parola alla data odierna ha soffocato la vita degli italiani. Il gas per uso domestico è passato da un costo di 0,285805/smc del 3° trimestre 2021 al costo odierno di 0,879436 €/Smc come da tariffe stabilite da ARERA. La strategia dell’unione Europea è stata quella di firmare un contratto con l’America per sopperire al GAS Russo con una fornitura di 15 miliardi di metri cubi di GNL entro la fine del 2022 , quota che dovrà risalire a 50 miliardi l’anno entro il 2030. Una situazione che avrà una grave ricaduta sui cittadini , infatti, una nave metaniera ha un costo che varia a seconda delle dimensioni dai 50 agli oltre 200 milioni di dollari a cui si dovranno aggiungere i costi per la costruzione di altri rigassificatori in Italia con tempi di realizzazione di 12-18 mesi. Tutti costi che incideranno sul prezzo finale e ricadranno naturalmente sulle tasche degli italiani, principale organo bersaglio di determinate scelte politiche. Si, parliamo di politiche ecologiste che negli anni hanno distrutto la nostra autonomia energetica. Ma vediamo cosa la politica è riuscita negli anni a produrre per l’Italia . Oggi in Italia sono estratti circa 3,34 miliardi di metri cubi di gas naturale a fronte di un consumo di circa 76,1 miliardi di metri cubi (2021). I giacimenti attivi (oggetto di perforazioni e con GAS presente) ad oggi sono 1.298 ma nel complesso ne vengono utilizzati solo 524 e gli altri 752 sono oggetto di presenza fantasma cioè solo sulla carta e 32 sono in manutenzione. Ma quanto gas abbiamo in Italia? Nel 2000 riuscivamo ad estrarne 20 miliardi di metri cubi anno, quantità che potrebbe annullare in gran parte la dipendenza dalla Russia. Tra le tante verità sembra che nel nostro sottosuolo abbiamo circa 90 miliardi di metri cubi di GAS che si portano a 120 miliardi considerando quelli probabili e non ufficialmente accertati. Una quantità che ci potrebbe dare un’autonomia per ben 3 anni . Il costo del GAS sarebbe solo di 5 centesimi al metro cubo rispetto agli 87 centesimi del bagarino odierno. Dietro l’angolo il Fraking , tecnica di perforazione che tende a trovare gas di scisto cioè Gas naturale intrappolato nelle rocce poco porose ed ad alta profondità . Si tratta di gas a tutti gli effetti, in buona parte metano, che però non si trova in un normale giacimento e, di conseguenza, non basta trivellare un pozzo tradizionale per tirarlo fuori. Per estrarlo si usano due tecniche: la trivellazione orizzontale e il fracking idraulico, anche detto hydraulic fracturing. Entrambe sono tecniche già note all’industria petrolifera da diversi anni, ma solo di recente si è scoperto che usandole insieme si può pompare dal sottosuolo il gas intrappolato negli scisti e altri idrocarburi non convenzionali. In tal senso gli Stati Uniti hanno sfruttato questa tecnica per diventare uno dei primi produttori mondiali di Gas. Essendo intrappolato nella roccia, infatti, è quasi impossibile avere una fotografia realistica di quanto gas contenga un giacimento di shale gas. Le stime dell’Unione europea parlano di circa 450 trilioni di metri cubi, cioè 450.000 miliardi, a livello mondiale. Se fossero confermate e se tutto lo shale gas del mondo sia posto nelle disponibilità si può affermare che il gas di scisto è riuscito, in un solo anno, a far crollare il prezzo del gas mettendolo in diretta competizione con il carbone. La politica Italiana di contro ad ogni politica di autonomia energetica inoltre ha creato nel 2018 anche una legislazione ed un piano ben concertato chiamato “PITESAI” che non ha permesso le trivellazioni regolandole a piacimento onde favorire l’acquisto al valore di 50 centesimi al metro cubo invece dei 5 centesimi possibili. Un’ampia premessa che ha permesso negli anni di arricchire gli oligarchi dei vari paesi fornitori e chissà quali affaristi, attraverso un falso ecologismo che non ha deciso di sfruttare le nostre risorse e dare lavoro e benessere agli italiani.
Dr. Maurizio Cirignotta
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