Un libro che racconta la storia che nei millenni è stata sempre l’esempio di un processo di sviluppo di varie generazioni che si sono susseguite. Il libro è strutturato in sette capitoli e inizialmente ripercorre le varie colonizzazioni che hanno caratterizzato la Sicilia fin dai tempi arcaici per poi addentrarsi nel processo di organizzazione di una società immersa nello sviluppo dei commerci e nella produzione agricola basata su due cardini principali, il grano ed il cotone. Vedere con un occhio storico questa società che cambia, i propri usi e costumi la grande capacità organizzativa legata all’agricoltura che riscopre il grande valore del popolo Siciliano che abbassando la testa è sempre andato avanti. Una storia che si dimena tra dominatori e dittatori che hanno impresso nel bene o nel male il loro potere attraverso imposizioni di gabelle giuste ed ingiuste, accettate o non accettate dal popolo che hanno determinato nel periodo medioevale tanta povertà. Tra dittatori e dominatori si nota nel libro come alcuni hanno voluto e creduto ampliare un processo di sviluppo economico attraverso l’impianto di alcune nuove colture come quella del cotone dando all’agricoltore i modi e gli strumenti per sviluppare la ricchezza insita nella florida terra di Sicilia e attuare un vero e proprio processo di riorganizzazione di tutta l’economia attraverso la strutturazione di opere quali i Porti ed i Caricatoi e anche di vie di comunicazione risvegliando gli animi dei siciliani. Un concetto importante che determina sviluppo ma non impone l’aspetto dittatoriale o di dominatore in quanto incentrato all’interno di un processo che si chiama bene comune. La terra come fonte di ricchezza è il fulcro di questa opera che deve essere letta sia con l’occhio storico dei cambiamenti ma anche dall’aspetto economico e commerciale che dal baratto finisce oggi con il progresso industriale. Una industria quella agricola che in Sicilia è stata da sempre vista sempre con l’occhio del colonizzatore non favorendo in loco lo sviluppo dell’oro bianco quale è stato il cotone e specie nel territorio di Gela. Una mentalità politica che è stata all’origine delle grandi migrazioni verso le industrie del nord che avevano solo bisogno di manodopera e prodotto finito. Un vero esodo che la storia che si ripete vede oggi migrare migliaia di giovani dalla terra di Sicilia alla ricerca di un lavoro nelle terre del Nord ricche di Industrie nate dopo l’Unità d’Italia. Infine, ci chiediamo attraverso queste pagine se forse tutto questo si poteva evitare seguendo le prescrizioni dei grandi economisti che da sempre hanno dato valore alla nascita delle industrie là dove nasce il prodotto originario.
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