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giovedì 9 novembre 2023

AI, "deepfake" e mondo dello spettacolo: Italia all'avanguardia rispetto agli USA nella tutela del diritto all’immagine degli attori

AI, "deepfake" e mondo dello spettacolo: Italia all'avanguardia rispetto agli USA nella tutela del diritto all'immagine degli attori

Lydia Mendola, Portolano Cavallo: "In Italia e in Europa le leggi vigenti sul diritto d'autore sono diverse rispetto agli Stati Uniti. L'uso non autorizzato delle sembianze di un un'attrice o attore italiano riprodotto attraverso l'AI è censurabile sotto il profilo della violazione del diritto all'immagine, che conferisce tutela inibitoria e risarcitoria."

 

Milano, 9 novembre 2023 – Nell'ultimo anno, l'intelligenza artificiale ha sbalordito tutti con la sua straordinaria potenza. Tuttavia, allo stesso tempo, è stata stigmatizzata come una minaccia da alcune categorie professionali, come gli operatori del settore dello spettacolo e dell'editoria.

Gli autori, infatti, temono di venire presto soppiantati da questa tecnologia, mentre gli artisti paventano il rischio di essere clonati digitalmente senza i loro preventivo consenso, rischiando così di incorrere in versioni deepfake[1] di se stessi o della propria voce, come successo recentemente all'attore americano Tom Hanks, al rapper Bad Bunny e non solo.

Si tratta di un rischio concreto anche in Italia? Si possono tutelare le proprie caratteristiche fisiche come la voce e i connotati? L'Italia offre una protezione diversa rispetto agli USA?

Secondo Lydia Mendola, partner di Portolano Cavallo: "In Italia e in Europa le leggi vigenti sul diritto d'autore sono diverse rispetto agli Stati Uniti. Nel nostro paese esiste il cosiddetto diritto all'immagine, secondo il quale, per poter ritrarre legittimamente una persona e usarne l'immagine, occorre - salvo eccezioni - ottenere il consenso del soggetto ritratto. Il diritto all'immagine tutelato dal diritto italiano ha una doppia natura: è sia un diritto della personalità (tutela la dignità, l'onore e la riservatezza della persona) sia un diritto patrimoniale azionabile quando l'immagine è usata a scopi economici. Quindi, l'uso non autorizzato delle sembianze di una persona comune o un'attrice o attore riprodotto attraverso l'AI sarebbe senz'altro censurabile sotto il profilo della violazione del diritto all'immagine anche quando l'uso non è fatto con finalità commerciali. In ogni caso la violazione del diritto all'immagine conferisce tutela inibitoria e risarcitoria nel caso in cui il soggetto ritratto abbia effettivamente patito un danno.

In USA il Right of Publicity ha invece un ambito di applicazione più limitato, posto che si tratta di un diritto di natura patrimoniale, invocabile principalmente quando si fa un uso non autorizzato dell'immagine o dell'identità di una persona per finalità commerciali. Il Right of Publicity, per esempio, potrebbe essere invocato da Tom Hanks per tutelare la propria immagine, utilizzata senza il suo consenso per la realizzazione di un deep fake generato da AI per promuove una campagna pubblicitaria a favore di una catena di dentisti.

 

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[1] Il deepfake è una tecnologia avanzata che si basa sull'intelligenza artificiale per creare manipolazioni di immagini umane, permettendo di combinare e sovrapporre video o foto originali con contenuti esistenti. Utilizzando algoritmi di apprendimento automatico, questa tecnica è stata impiegata per creare video falsi di celebrità, diffondere notizie false, ingannare e frodare, compiere atti di bullismo virtuale o commettere vari tipi di crimini informatici. Inoltre, il deepfake può essere utilizzato anche per finalità satiriche.




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