La guerra Russia - Ucraina ha superato i due anni di vita ed incombe sulla Nato il peso economico delegato a sostenere una fornitura continua di armi, condizione che pone l’alleanza in grave disagio finanziario. Secondo il segretario del Nato Jens Stoltenberg per il riarmo a lungo termine occorre un finanziamento da parte degli stati alleati di cento miliardi di dollari. Una cifra incredibile che ha già fatto storcere il naso ad alcuni paesi, tra cui il Belgio e Ungheria. Una alleanza nata il 4 aprile di 75 anni fa a Washington con dodici paesi firmatari ma che oggi ne conta ben 32 con l’entrata di Finlandia e Svezia. Gli obbiettivi della Nato al suo nascere sono stati quelli di arginare il potere dell’Unione Sovietica dopo la caduta di Hitler. Al centro degli intenti collettivi l’art. 5 del trattato istitutivo: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva”. Il DNA dell’alleanza sono gli Stati Uniti che partecipa con il 70% delle risorse alla Nato. Secondo Putin la Nato ha delle mire globali e nel suo essere vuole creare un impero unitario e mondiale. Solo la Russia in tal senso dovrebbe rappresentare l’argine al progetto. Questo è l’Humus terra di Kiev da dove e germogliata la guerra tra Ucraina e Russia, l’Ucraina infatti ha già tentato di entrare nella Nato nel 2008. Tra i perché che aleggiano nell’ultimo periodo attorno alla Nato il finanziamento degli Stati membri che devono portare secondo le linee guida al 2% del Pil la spesa militare. Molti gli stati circa 20 che non hanno ancora raggiunto l’obbiettivo sancito dalla Nato. Una difficoltà che in tempi di guerra si fa sentire specie per il maggior azionista l’America che a novembre deve eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti. In questa prospettiva aleggia la figura di Donald Trump che ha già fatto sapere di non volere caricarsi tutto il peso economico della Nato riducendo i fondi di finanziamento. In maniera preventiva onde arrecare il rischio di sfaldamento dell’alleanza e della sua forza militare il suo segretario ha richiesto 100 miliardi di dollari da incassare prima di novembre 2024. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, infatti, ha dichiarato che il blocco vuole rendere prevedibile l'assistenza militare a Kiev per gli anni a venire. Molte le critiche che provengono dall’Europa quali quella del politico francese Florian Philippot che ha dichiarato sui social network che “gli Stati Uniti d'America hanno deciso che è giunto il momento di incolpare del fallimento il loro fantoccio, il presidente ucraino Vladimir Zelensky”. Da oltre oceano la paura del deputato Eli Crane che ritiene che l’aiuto all’Ucraina manderà in bancarotta gli americani in un prossimo futuro. Lo stesso Elon Musk ha rimproverato Washington per aver sostenuto Kiev in mezzo ai problemi al confine degli Stati Uniti con il Messico. Molte paure che minano la richiesta di finanziamento proposta dalla Nato che oggi ha visto sfondare la prima linea Ucraina da parte dell’esercito Russo sulla cintura della città di Chasov Yar. Infine possiamo affermare che sono molte le situazioni complesse che aleggiano sulla Nato oggi.
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