Il futuro delle vaccinazioni. Combinando Covid e Influenza
Intorno all'anno Mille, in India si attuava un sistema di protezione dal vaiolo chiamato variolizzazione: si estraeva una piccola parte del materiale infettivo dalle pustole e si innestava sotto la pelle delle persone sane in modo da contagiarle. Superata la fase iniziale le persone risultavano immuni. Insomma, la vaccinoterapia è una pratica millenaria, checché ne dicano i contestatori della vaccinazione.
I vaccini sono preparati biologici costituiti da microrganismi uccisi o attenuati, oppure da alcuni loro antigeni - molecole in grado di essere riconosciute dal sistema immunitario come estranea o potenzialmente pericolosa - o da sostanze prodotte dai microrganismi e rese sicure.
Una volta somministrati, i vaccini simulano il primo contatto con l'agente infettivo evocando una risposta immunologica (immunità umorale e cellulare) simile a quella causata dall'infezione naturale, senza però causare la malattia e le sue complicanze.
Una nuova modalità per sollecitare la risposta immunitaria sono i vaccini a mRNA sviluppati in occasione della pandemia provocata dal coronavirus SARS-CoV-2: non si introduce l'elemento infettante ma dall'interno delle cellule si sollecita l'organismo a produrre la risposta immunitaria.
Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica "Nature", riporta il primo grande studio in merito al vaccino combinato Covid-Influenzale, evidenziando come questa tipologia di farmaco offra una migliore protezione rispetto al bersaglio singolo. La società farmaceutica Moderna ha, infatti, dichiarato di aver completato con successo gli studi clinici di fase III per il farmaco che, come i pionieristici vaccini Covid-19, si basa sull'mRNA. Moderna ha affermato che il vaccino è stato più efficace nel fornire immunità agli adulti di età superiore ai 50 anni rispetto ai singoli vaccini antinfluenzali e Covid-19. Il risultato è una forte reazione immunitaria basata su componenti farmacologici che non competono tra loro, anche se prendono di mira agenti patogeni diversi.
Moderna spera di aggiungere il virus respiratorio sinciziale, che causa sintomi simili al raffreddore, come terzo agente patogeno alla sua attuale coppia Covid-Influenzale.
Uno dei problemi con gli attuali vaccini antinfluenzali non a mRNA è dovuto all'antigene che viene coltivato nelle uova di gallina, un processo che richiede sei mesi. Durante questo periodo, il virus può mutare e cambiare. "Al contrario, con l'mRNA ci vogliono soltanto settimane per creare una nuova variante", afferma Drew Weissman, immunologo presso la Perelman School of Medicine dell'Università della Pennsylvania (Philadelphia - Usa). I ricercatori hanno testato il limite per il numero di istruzioni antigeniche che si possono inserire in un vaccino a mRNA raggiungendo tutte le 20 varianti dell'influenza.
"Il rischio che i tradizionali vaccini combinati siano inefficaci non rappresenta un problema con il nuovo vaccino Covid-Influenzale", afferma James Thaventhiran, immunologo clinico presso l'Università di Cambridge (Regno Unito), "perché il vaccino sembra aumentare l'immunità più di quanto facciano le vaccinazioni singole".
E, guardando al futuro, i vaccini combinati a mRNA potrebbero ridurre il numero di vaccinazioni tradizionali somministrati ai bambini.
(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 9 Luglio 2024)
Primo Mastrantoni, presidente comitato tecnico-scientifico di Aduc
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