Una bellezza che contamina la mente quella delle spiagge dorate con sabbie finissime della Frazione di Manfria , territorio incastonato all’interno del comune di Gela che conta circa 2000 abitanti ma che in estate riesce ad arrivare a quote che superano le 15000 presenze nei vari B&B ma anche nella tantissime ville che caratterizzano questo territorio.
L’ambiente che si denota e prettamente a carattere familiare che vede pochi locali di aggregazione e servizi all’osso, ma la grande risorsa di questo territorio è rappresentata dalle spiagge antistanti il mediterraneo che si percorrono per 15 km fino ad arrivare ai confini del Comune di Butera. Un vero record anche per l’ampiezza delle spiagge che dalla battigia raggiungono i 500 mt, cosa non usuale. Non esistono lidi o altro solo sole, mare e natura e fondali bassi utili per la balneazione dei bambini. Infine, il bollino Blu di goletta verde ne contraddistingue la purezza delle acque.
La localizzazione geografica si pone nel mezzo fra il territorio del libero consorzio di Caltanissetta in cui Gela ricade e la città di Agrigento che dista circa 70 km. La viabilità viene assicurata dalla statale 115 che la attraversa in tutta la sua lunghezza.
Il territorio rappresenta anche una sua valenza storica, infatti percorrendo le vie interne si notano un villaggio ed una necropoli preistorica ed un gruppo di tombe paleo - cristiane. Ma il simbolo della frazione è rappresentato da una torre di avvistamento e segnalazione del XVI secolo in sufficiente stato di conservazione. Una valenza storica da visitare per la sua rara bellezza che si coinvolge con lo strapiombo sul mare mediterraneo da mozzafiato che la avvolge in tutta la sua bellezza ambientale ed artistica.
Degna di nota è anche la storia del Gigante Manfrino che racconta dei tempi in cui abbia abitato questi luoghi in una leggenda misteriosa e incantata di cui rimane impressa nella roccia la sua pedata oggi visibile. Erano i tempi dell’oro che caratterizzarono le colline di Manfria dove la potente famiglia “Manfrina” che possedeva tutto il feudo di Manfria abitò per diverse generazioni. Nell’ambito della famiglia abitava anche la dama di “Provenza”.
In seguito secondo la leggenda racconta che tutta la famiglia fù trucidata ed il Gigante Manfrino proprio dove oggi notiamo la pedata incastonata nella roccia morì, ma prima di andarsene rivolgendosi al cielo ne chiese l’intervento e pronunciando misteriose e struggenti parole fece risucchiare uomini e cose nelle viscere della terra comprese tutte le ricchezze e l’oro di famiglia.
A truvatura o anche detto l’Oro di Manfria sembra essere ancora oggi presente in una collina di Manfria è potrà essere spignata solo con un rituale per levare l’incantesimo che avrebbe previsto il sacrificio di bambini. Dopo anni le tenute di Manfria passarono ai Montelupo signori di Mautana per poi nel tempo arrivare ai nostri tempi.
Infine possiamo definire la frazione di Manfria un insieme di bellezze naturalistiche rappresentate dai suoi faraglioni ,dal mare e di storia dove Cartaginesi, Greci e Romani allungarono i loro passi per conquistare la Sicilia.
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