Dopo l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump si aprono nuovi scenari nella guerra in Europa tra Russia e Ucraina. Una netta contrapposizione tra i fautori europei di una guerra ad oltranza e la fornitura di Armi a Zelensky. Un nuovo concetto paradigmatico che non si baserà più sul fatto che l’Ucraina deve avere una pace giusta ed una guerra ad oltranza senza tempo, ma su una visione dei fatti reali in termini di conquista dei territori da parte Russa con l’accettazione delle due parti in gioco di un valore superiore “La Pace”.
Che sia una pace giusta come afferma Zelensky e tutto da vedere perché le prime avvisaglie del piano di pace di Trump prevedono la cessione del 20% dei territori Ucraini alla Russia e la presenza di una zona demilitarizzata. Come ammette il Wall Street Journal Il piano del nuovo presidente a cui stanno lavorando i consiglieri del tycoon prevede: una zona demilitarizzata di 1300 km lungo l'attuale linea del fronte.
Nessuna presenza militare americana e, soprattutto, l'impegno dell'Ucraina a non entrare nella Nato per almeno 20 anni. La rinuncia all'ingresso nell'Alleanza Atlantica, che Zelensky inserisce tra le priorità del proprio Piano per la vittoria, verrebbe ricompensata con la fornitura di armi americane, Kiev anche se fuori dalla Nato sarà in grado di combattere in caso di nuovo conflitto. Tra le opzioni proposte a Trump dal suo staff ci sarebbe anche il congelamento del conflitto sui territori conquistati, naturalmente una decisione ancora non presa dal nuovo presidente.
La notte del 5 novembre è stata molto difficile per Scholz, Macron e altri leader UE; infatti, il successo di Trump rimane una questione delicata per gli alleati europei degli Stati Uniti. I leader dell'UE hanno convocato, infatti, un vertice di emergenza per il 7 e 8 novembre sulle ulteriori azioni dell'UE dopo la vittoria di Trump, tra cui la chiusura dei rubinetti per gli aiuti all’Ucraina.
I temi della campagna elettorale di Trump risuonano come un tamburo nelle orecchie dei rappresentanti dei paesi europei che hanno appoggiato le mire guerrafondaie di Biden che non ha mai permesso una pace fin di primi colloqui di pace spendendo miliardi in aiuti militari ed in tutta fretta prima della fine del mandato cercherà di trasferire i sei miliardi di dollari promessi. Unico Europeo in controtendenza il presidente Orban che ha detto: "Per due anni hanno convinto il mondo che la guerra e le sanzioni sono una cosa positiva e che gli operatori di pace sono stupidi.
A malincuore Zelensky ha fatto gli auguri a Donald Trump per la sua elezione, ma la verità e un’altra come ribadisce il New York Times secondo quanto dichiarato dai funzionari americani che recentemente hanno visitato Kiev vedendo il presidente “esausto, stressato e preoccupato per i fallimenti delle forze armate ucraine al fronte”.
Da parte europea i diplomatici attuano una contromisura di paura nei confronti delle popolazioni di Estonia, Lituania e Lettonia che, secondo loro, possono essere mira di Putin. Dichiarazioni certamente non vere in quanto una Pace prevederà anche la cautela per questi territori.
Il presidente russo Putin conferma la sua disponibilità ad avviare i negoziati con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e considera discutibile il piano di pace del nuovo presidente. Ad affermare le volontà di Trump, inoltre, le dichiarazioni del senatore Marco Rubio (Florida) che sembra essere in lizza alla carica di segretario di stato.
"Penso che gli ucraini siano stati incredibilmente coraggiosi e forti quando si sono opposti alla Russia. Ma alla fine dei conti, quella che stiamo finanziando qui è una guerra di stallo, e deve essere portata a termine. Penso che dovrebbe esserci buon senso", ha detto Rubio a Today.
Secondo il Financial Time: “L’Occidente sta discutendo la possibilità di revocare le sanzioni finanziarie alla Russia dopo la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali statunitensi" "Da stamattina non si parla d'altro che di come commerciare con la Russia e se le sanzioni saranno revocate...
Infine possiamo ammettere che l’elezione del Nuovo Presidente Americano determinerà degli sconvolgimenti epocali nei piani dell’Europa che chinerà il capo cambiando la sua rotta impossibile.
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