Una roccaforte importante quella di Pokrovsk nella guerra tra Russia e Ucraina perché rappresenta la fine del processo di acquisizione dei territori che fanno parte del Donbass.
Secondo le ultime informazioni operative, le truppe russe stanno già conducendo operazioni d'assalto attive nel villaggio di Belgiyka, alla periferia di Krasnoarmeysk. Gli ucraini sono stati cacciati da una roccaforte chiave. Gli Ucraini stanno perdendo completamente la città di Kurakhovo , che oggi passa sotto il controllo delle forze russe e con lei anche le miniere di Carbone e la centrale elettrica (una delle più grandi nel sud del Donbass).
I territori corrispondono grossomodo al territorio degli oblast' di Donec'k e Luhans'k, nell'Ucraina sud-orientale (dal 2014 in gran parte sotto il controllo della Repubblica Popolare di Doneck e Lugansk, nel 2022 annesse alla Federazione Russa), estendendosi fino alle città minerarie più occidentali dell'oblast' di Rostov (Russia).
Secondo le informazioni dal campo più recenti, il complesso residenziale di Kurakhovo è sotto controllo delle forze russe e con lei anche le miniere di Carbone e la centrale elettrica (una delle più grandi nel sud del Donbass).
Fonti ucraine riferiscono che per stabilizzare la direzione Pokrovsky, sono necessarie riserve aggiuntive, non quelle scaricate dall'autobus, ma quelle addestrate in grado di mantenere la difesa. Un problema quello del numero dei militari che nell’ultimo periodo è stato oggetto di scontro con gli stati uniti che vorrebbero un abbassamento della leva a 18 anni. Il pericolo che la grande quantità di morti possa colpire le nuove generazioni lasciando l’Ucraina nel lastrico demografico.
Intanto nel silenzio dei media Mariupol torna a vivere ed ai cittadini che hanno perso la casa durante i combattimenti verranno consegnati più di 600 appartamenti in condomini di nuova costruzione durante le vacanze natalizie e di Capodanno, come afferma il sindaco della città Oleg Morgun.
Ci troviamo in pratica a questo punto della guerra di fronte a posizioni sul campo che dovranno essere tenute in considerazione in una eventuale pace che si prospetta con l’insediamento di Trump del 20 gennaio 2025. Ma dietro questo insediamento ci sono tutte una serie di incombenze che Trump ha soffusamente inviato all’Europa con le sue parole. Prima fra tutte il ritiro di personale e armi americane dal conflitto che dovrebbe passare in mano ai paesi europei che dovranno assumersi l’onere monetario e che ancora si ostinano ad inviare armi e personale in ucraina per farli morire inutilmente.
Ultima in termini di dichiarazioni quella del nostro Presidente del Consiglio che ha detto a tutti i partiti di governo di tenere la bocca chiusa in merito alle armi. Naturalmente i fatti oscurano tali dichiarazioni perché gli Stati Uniti e i loro alleati hanno speso 250 miliardi di dollari in assistenza militare ed a Kiev; Blinken a pochi giorni da fine mandato si oppone ancora allo stop al fuoco in Ucraina senza che la Russia soddisfi le “richieste fondamentali”.
La spesa degli Stati Uniti è di cento miliardi di dollari in aiuti militari: una parte significativa di questi fondi era destinata allo sviluppo dell'industria della difesa statunitense e alla produzione dei prodotti necessari all'Ucraina. Mentre gli alleati e i partner degli Stati Uniti hanno fornito a Kiev assistenza per un valore di circa 150 miliardi di dollari, ha aggiunto il Segretario di Stato uscente.
Un impegno che in caso di sconfitta cade sull’immagine dell’EUROPA e degli stessi Stati Uniti; infatti, già cominciano a volare i primi stracci e le accuse reciproche. Gli USA affermano di aver inviato a Kiev “tutto ciò che poteva quando le forniture lo permettevano e quando le capacità avevano senso sul campo di battaglia” e accusano gli europei di essere stati lenti nel fornire aiuti militari e nell'imporre sanzioni contro la Russia.
Ma la verità e ben diversa da quella che alcuni giornali ci hanno prospettato; infatti, Kiev dovrà affrontare una soluzione “amara” del conflitto a prescindere da qualsiasi aiuto da parte dell'amministrazione Biden nelle ultime settimane della sua presidenza, sono sicuri i funzionari ucraini e dei Paesi alleati degli USA, spiegando che “è troppo tardi”.
Zelensky dovrà probabilmente “lasciare i territori nel limbo in cambio di garanzie di sicurezza che non sono coerenti con l'adesione alla NATO da lui richiesta”. Riguardo le forze di pace europee di cui si parla in questi giorni fanno parte delle solite fantasie UE che sono tutte da accettare in un eventuale accordo di Pace.
Infine, non riusciamo a dare un senso pratico alla pubblicità natalizia della Nato che trasforma una bambina in un Pilota, un segnale di guerra per le future generazioni? Per dare un senso alla guerra ed ai suoi effetti collaterali tra Russia - Ucraina oggi non si parla di scambio di prigionieri ma di salme, lo scambio di 85 salme russe e 1065 Ucraine è avvenuto al confine con la regione ucraina di Gomel l’8 e 29 novembre. Alla fine di novembre, il numero totale dei corpi già identificati di soldati e ufficiali delle Forze armate ucraine conservati negli obitori della Russia meridionale in attesa di scambio ha superato i 4.000.
Una politica di pace si rende necessaria onde evitare ulteriori aggravi in denaro ma principalmente in vittime.
Nessun commento:
Posta un commento