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martedì 22 marzo 2005

Un mondo di batterie

Un mondo di batterie
Il Cobat e le batterie al piombo: sempre più protagonisti nella società moderna


Negli ultimi cento anni i consumi energetici mondiali sono aumentati di 50 volte ed in futuro la domanda di energia è destinata ad aumentare ancora per lo sviluppo dei Paesi industrializzati, l’incremento demografico e l’auspicabile miglioramento delle condizioni di vita di gran parte della popolazione mondiale.
Uno strumento geniale ed irrinunciabile per soddisfare questo crescente bisogno di energia è stato in passato, e sarà senz’altro anche in futuro, la batteria.
Il compito della batteria è accumulare energia e conservarla nel tempo per restituirla, in modo controllato, quando e dove serve, sotto forma di movimento meccanico, corrente elettrica, luce, calore
Le più comuni sono quelle delle automobili ma, per avviare i loro motori, anche motocicli, camion, trattori, barche hanno bisogno di batterie al piombo acido.
Senza gli accumulatori al piombo non funzionerebbero neppure le centrali elettriche, i ripetitori, le centrali telefoniche, i carrelli trasportatori ed elevatori, i locomotori, i gruppi di continuità che assicurano l’energia elettrica negli ospedali o negli anti-furto casalinghi.
In Italia, ogni anno vengono vendute circa 16 milioni di batterie, di cui quasi 10 milioni legate al mondo delle autovetture. Nel suo insieme, il settore della produzione delle batterie sviluppa un fatturato di circa 700 milioni di euro e dà lavoro ad oltre 3.000 persone.
Le batterie al piombo, quando non sono più ricaricabili divengono “esauste” e sono classificate dalla legge come “rifiuti pericolosi”, per via del loro contenuto in sostanze tossiche e nocive per la salute umana e per l’ambiente. Le batterie, infatti, se eliminate in modo scorretto, si trasformano in potenti agenti d’inquinamento; se invece vengono raccolte con cura e riutilizzate, forniscono un contributo positivo alla bilancia dei pagamenti del nostro Paese, consentendo di risparmiare sulle importazioni di piombo e petrolio.
Per assicurare la raccolta ed il riciclo delle batterie al piombo esauste e dei rifiuti piombosi nel 1988 il Parlamento italiano ha istituito il Cobat, Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste.
Il Cobat, che è operativo dal 1992, assicura un servizio gratuito di raccolta attraverso una rete di 90 imprese di raccoglitori incaricati che ritirano sull’intero territorio nazionale le vecchie batterie passando presso tutte le auto-officine, le isole e stazioni ecologiche di Comuni e aziende di igiene urbana, le piccole, medie e grandi imprese.
Solo nel 2004, il Cobat ha raccolto e avviato ai 6 impianti di riciclo circa 192.000 tonnellate di batterie al piombo esauste, mentre, dal 1992 ad oggi sono stati raccolti oltre 2 milioni di tonnellate di accumulatori esausti, con un tasso medio annuo di crescita del 3,4%, sottratti allo sversamento nell’ambiente 360 milioni di litri di acido solforico e recuperati 2 milioni di tonnellate di piombo, cioè oltre il 50% della produzione italiana di tale metallo. E poiché l’Italia è un Paese importatore di piombo, la riduzione dei volumi da importare contribuisce notevolmente – oltre 50 milioni di euro risparmiati ogni anno - alla bilancia nazionale dei pagamenti. Inoltre, il piombo “secondario” è identico a quello estratto dal minerale ed è riutilizzabile all’infinito.
Andrea Pietrarota

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