Con l’incontro, svoltosi in data 11/11/05, si apre la rassegna dedicata alla formazione-informazione dei giovani impiegati nel progetto domicilio felice promosso da ARA arcobaleno.
Ad inaugurare la rassegna, un personaggio di spiccato valore morale e sociale, Padre Salvatore Lo Bue impegnato sul fronte della lotta all’illegalità e alla criminalità organizzata che da decenni ormai miete vittime su tutto il territorio nazionale e sopratutto in Sicilia, terra debole e precaria.
Tanti sono i modi per combattere la mafia in Sicilia e Padre Lo Bue ha scelto di utilizzare per questa battaglia proprio gli ex beni (terreni e proprietà) della mafia stessa oggi confiscati, in segno di ribellione ai troppi anni di silenzi, paure e sottomissione ad un potere pressante.
Da più di vent’anni, Padre Lo Bue si occupa di comunità di recupero per le categorie deboli (malati di Aids, tossicodipendenti, bambini e donne maltrattati e sfruttati per alimentare il sangue dei potenti). A Bagheria gestisce una comunità di tossicodipendenti in fase di recupero ma molte altre sono le realtà su tutto il territorio laddove la mafia deteneva i suoi mausolei.
A Castelvetrano (TP), dove una volta Provenzano e Messina Denaro governavano, oggi si produce olio, marmellata, pasta con il marchio Libera nome altamente evocativo.. .
Il seminario ha toccato il tema della tossicodipendenza, argomento particolarmente a cuore di padre Lo bue dato il vasto coinvolgimento di ogni piano e categoria sociale e culturale.
La droga intesa come tossicodipendenza non conosce gerarchie ma colpisce laddove debolezza e paura regnano sovrane.
La mafia questo lo ha capito bene e infiltra il suo veleno in modo sempre più penetrante e pericoloso.
Ecco perché i giovani, nuove leve generazionali, possono e devono essere veicolo di informazione e cultura anticriminale. Solo attraverso un rinnovo socio culturale si può sperare e credere di rovesciare l’ideologia della criminalità in una istruzione alla giustizia e alla vita.
Giovanni Coglitore ufficio stampa ARA arcobaleno
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