Un marchio innovativo
per l'Associazione Giovani Imprenditori Vitivinicoli Italiani
per l'Associazione Giovani Imprenditori Vitivinicoli Italiani
Oltre alla presentazione del nuovo logo dell’Associazione, il Forum Agivi ha offerto spunti di riflessione per l’intero settore
Da www.alimentapress.it - Agivi: un marchio rinnovato per una realtà in continua evoluzione. L’ Associazione Giovani Imprenditori Vitivinicoli Italiani ha presentato la nuova immagine a Questione di Brand, IV Forum, organizzato in collaborazione con Buonitalia e Ais Roma – Bibenda.
Nata a metà degli anni Novanta, Agivi, definita dal Presidente Enrico Drei Donà un’associazione di produttori seri che non si prendono sul serio, è cresciuta divenendo un punto di riferimento per i giovani.
Uno dei progetti più riusciti è il Wine Bar del bere Giovane, iniziativa itinerante ideata per diffondere in Italia, e presto anche in Europa, la cultura del bere consapevole tra i consumatori under 40.
La crescita associativa ha richiesto una nuova immagine, curata da SGA e presentata durante il Forum, dove Giacomo Bersanetti ha spiegato l’origine del nuovo logo, concepito per trasmettere il messaggio di innovazione e di modernità.
Il nuovo marchio recupera la forma del grappolo dando un senso di continuità e, al tempo stesso, evoluzione e crescita.
E’ moderno: ogni acino è formato da linee che si muovono in senso centrifugo e centripeto e indicano la dinamicità dell’associazione ma anche la sua filosofia.
Agivi è il luogo dove i produttori si incontrano e si scambiano opinioni, si avvicinano e allontanano, dimostrano la capacità di vivere assieme un’esperienza.
Oltre alla presentazione del logo, il Forum ha messo a confronto esperienze e pareri diversi sul tema del brand.
Manlio Cocchini, Direttore Generale del Gruppo Gilmar, che annovera fra i propri marchi di moda la nota griffe Iceberg, ha dimostrato che vino e moda sono due mondi vicini.
Quando si parla di prodotti di lusso la logica di acquisto è simile, sia che si tratti di un capo di moda che di un vino di qualità.
Né il capo di abbigliamento di lusso, né la bottiglia prestigiosa soddisfano un bisogno fisico ma rispondono invece a un’esigenza di gratificazione. Questo avviene ovviamente per il consumatore evoluto.
Patrizia de Luca, docente del MIB di Trieste e curatrice, assieme ad altri docenti della School of management, dello studio sul packaging del vino e sulla sua percezione, ha invece spiegato le dinamiche di acquisto per il consumatore medio, che spesso si rivolge alla GDO.
Il tempo dedicato alla scelta è in media 18” ed essa è spesso basata sul packaging, che trasmette dei messaggi. Frequentemente la bottiglia ne contiene troppi e in ordine confuso. Del valore del marchio ha invece parlato Paolo Preti, Direttore Master PMI dell’SDA Bocconi. Per creare il valore del brand è essenziale lavorare sulla sua riconoscibilità da parte del cliente. Il brand è un bene immateriale ed è più difficile da valorizzare ma più si è riconoscibili e più il brand è forte.
Nel caso del mondo del vino, e in particolare dei soci Agivi, il valore è dato dal fatto che ognuno è produttore, è legato alle radici del proprio territorio. Il marchio infatti deve essere costruito dal basso, non è il frutto di una strategia costruita a tavolino ma è il risultato di una serie di esperienze positive.
Il Forum ha infine sentito il parere di Buonitalia grazie al Presidente Fabrizio Mottironi. Buonitalia è nata due anni fa per affrontare il problema della polverizzazione del settore in Italia. Due soli dati emblematici: nel nostro paese il 97% dei trasformatori hanno un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro e nella distribuzione organizzata l’Italia si colloca al 14° posto.
Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha quindi pensato di realizzare una Spa, Buonitalia, creando così una cabina di regia che ottiene i finanziamenti dal MIPAF per poi metterli a disposizione del sistema imprese.
La novità del progetto Buonitalia sta nel ruolo di protagonista del sistema – impresa, che diventa responsabile del progetto. In particolare, per il settore vino, diretto da Giorgio Serra, Buonitalia dispone di 15 milioni di euro destinati a promuovere il sistema del vigneto Italia in modo concreto.
Oltre che l’occasione di presentazione del nuovo logo Agivi, il Forum quindi si è dimostrato un’opportunità per affrontare in modo aperto e provocatorio alcune tematiche attuali.
E’ proprio questo l’elemento distintivo di Agivi: la capacità di dire le cose come stanno e puntare il dito sui punti deboli per aiutare il mondo del vino a migliorare.
Nata a metà degli anni Novanta, Agivi, definita dal Presidente Enrico Drei Donà un’associazione di produttori seri che non si prendono sul serio, è cresciuta divenendo un punto di riferimento per i giovani.
Uno dei progetti più riusciti è il Wine Bar del bere Giovane, iniziativa itinerante ideata per diffondere in Italia, e presto anche in Europa, la cultura del bere consapevole tra i consumatori under 40.
La crescita associativa ha richiesto una nuova immagine, curata da SGA e presentata durante il Forum, dove Giacomo Bersanetti ha spiegato l’origine del nuovo logo, concepito per trasmettere il messaggio di innovazione e di modernità.
Il nuovo marchio recupera la forma del grappolo dando un senso di continuità e, al tempo stesso, evoluzione e crescita.
E’ moderno: ogni acino è formato da linee che si muovono in senso centrifugo e centripeto e indicano la dinamicità dell’associazione ma anche la sua filosofia.
Agivi è il luogo dove i produttori si incontrano e si scambiano opinioni, si avvicinano e allontanano, dimostrano la capacità di vivere assieme un’esperienza.
Oltre alla presentazione del logo, il Forum ha messo a confronto esperienze e pareri diversi sul tema del brand.
Manlio Cocchini, Direttore Generale del Gruppo Gilmar, che annovera fra i propri marchi di moda la nota griffe Iceberg, ha dimostrato che vino e moda sono due mondi vicini.
Quando si parla di prodotti di lusso la logica di acquisto è simile, sia che si tratti di un capo di moda che di un vino di qualità.
Né il capo di abbigliamento di lusso, né la bottiglia prestigiosa soddisfano un bisogno fisico ma rispondono invece a un’esigenza di gratificazione. Questo avviene ovviamente per il consumatore evoluto.
Patrizia de Luca, docente del MIB di Trieste e curatrice, assieme ad altri docenti della School of management, dello studio sul packaging del vino e sulla sua percezione, ha invece spiegato le dinamiche di acquisto per il consumatore medio, che spesso si rivolge alla GDO.
Il tempo dedicato alla scelta è in media 18” ed essa è spesso basata sul packaging, che trasmette dei messaggi. Frequentemente la bottiglia ne contiene troppi e in ordine confuso. Del valore del marchio ha invece parlato Paolo Preti, Direttore Master PMI dell’SDA Bocconi. Per creare il valore del brand è essenziale lavorare sulla sua riconoscibilità da parte del cliente. Il brand è un bene immateriale ed è più difficile da valorizzare ma più si è riconoscibili e più il brand è forte.
Nel caso del mondo del vino, e in particolare dei soci Agivi, il valore è dato dal fatto che ognuno è produttore, è legato alle radici del proprio territorio. Il marchio infatti deve essere costruito dal basso, non è il frutto di una strategia costruita a tavolino ma è il risultato di una serie di esperienze positive.
Il Forum ha infine sentito il parere di Buonitalia grazie al Presidente Fabrizio Mottironi. Buonitalia è nata due anni fa per affrontare il problema della polverizzazione del settore in Italia. Due soli dati emblematici: nel nostro paese il 97% dei trasformatori hanno un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro e nella distribuzione organizzata l’Italia si colloca al 14° posto.
Il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha quindi pensato di realizzare una Spa, Buonitalia, creando così una cabina di regia che ottiene i finanziamenti dal MIPAF per poi metterli a disposizione del sistema imprese.
La novità del progetto Buonitalia sta nel ruolo di protagonista del sistema – impresa, che diventa responsabile del progetto. In particolare, per il settore vino, diretto da Giorgio Serra, Buonitalia dispone di 15 milioni di euro destinati a promuovere il sistema del vigneto Italia in modo concreto.
Oltre che l’occasione di presentazione del nuovo logo Agivi, il Forum quindi si è dimostrato un’opportunità per affrontare in modo aperto e provocatorio alcune tematiche attuali.
E’ proprio questo l’elemento distintivo di Agivi: la capacità di dire le cose come stanno e puntare il dito sui punti deboli per aiutare il mondo del vino a migliorare.
Ufficio Stampa Gheusis Srl Unipersonale
Tel 347 5835050 - info@gheusis.com
Silvia Baratta
Nessun commento:
Posta un commento