L'articolo di martedì scorso, il 31 gennaio 2006 su "La tutela del diritto d'autore e del diritto d'accesso nell'era dell'informazione e comunicazione digitale" è stata commentata da un lettore anonimo, che, a parte l'anonimato, merita senz'altro attenzione.
Ed ha suscito in me ulteriori riflessioni.
Così ho pensato di dare evidenza a questo scambio di opinioni.
Andrea Pietrarota
7:23:39 PM, Anonymous said...
Prima di parlare di diritto d'accesso esteso a tutta l'umanità e cantar vittoria, guardate cosa stanno combinando le maggiori case produttrici di PC (ed hardware in generale) in combutta con le Lobbyes della musica, del cinema...dell'intrattenimento multimediale in generale.
Non è il futuro, il Trusted Computing è già realtà.
Diversi Notebook, Pda, ed in futuro tanti dispositivi saranno TC Compliant.
Che significa?
Che acquisterete un prodotto di cui non sarete padroni, che sarà governato da chi gestirà le chiavi criptate che saranno generate n modo TOTALMENTE Sicuro all'interno del vostro (?) PC.
Già, perchè il vostro PC potrà essere UNIVOCAMENTE identificato nella rete...
Non ci credete? Allora approfondite!
http://www.no1984.org
At giovedì, febbraio 02, 2006 5:26:49 PM, Andrea Pietrarota said...
Cantar vittoria?
Ed ecco la mia risposta......
..E chi canta?
Io sono pure stonato..
Io mi sono interrogato sull'argomento e non so quale sia la soluzione.
Per esempio, a me sembra assurdo, ma gran parte delle cose scritte sul web sono protette dal diritto d'autore, anche se si tratta magari dei testi di presentazione di una brochure aziendale..
Se io li copio, anch per scrivere un bell'articolo su quell'azienda, chi ha scritto i suddetti testi può rivalersi su di me.
Io ho rubato i suoi contenuti, la sua proprietà intellettuale.
Il mondo umano è retto dalle leggi dell'economia. Questo è un dato di fatto. Possiamo immaginare utopie in cui tutto è di tutti, con o senza una corrispondenza al proprio impegno nella costruzione della "res publica". Ma con l'utopia restiamo al livello di sogni irrealizzabili.
Il problema che io mi pongo è come fare a trovare un giusto equilibrio tra i diritti dei cittadini nell'economia digitale e quelli delle imprese che investono nella produzione di contenuti digitali (dal cd, al dvd,
per restare terra-terra, ancora ai supporti "atomici", a semplici bit informatici che poi letti dai nostri terminali ci restituiscono voce, immagini, musica, video ecc).
Da una parte è legittimo che chi investe in un mercato voglia difendere i suoi investimenti, brevewttare i suoi macchinari, non farsi copiare dalla concorrenza.
Ragionaiamo sempre terra-terra è giusto che le imprese cinesi clonino la produzione italiana?
No? E allora anche noi non dovremmo duplicare un film, una compilation se non per fini ed utilizzi personali.
Già ma se poi io, con la digitalizzazione, ho gli strumenti per duplicare facilmente e all'ennesima potenza il film che ho appena comprato e mi metto nondico a venderlo, ma semplicemente a regalarlo a tutti i miei amici, e tutti i miei amici fanno altrettanto...
Alla fine - senza che nessuno abbia fatto una sola copia per finalità di commercio "pirata", per assurdo, "uccidiamo" economicamente chi ha realizzato quel film che tutti hanno così tanto apprezzato da duplicarlo all'infinito per i loro amici.
Sto ragionando x paradossi...
L'altra faccia della medaglia è più o meno quanto hai scritto tu , caro Anonimo.
Le grandi cooncetrazioni, i trust che ormai travalicano i confini nazionali, non sono più facilmente controllabili e anzi sempre di più stanno diventando loro i potenti che controllano gli stati.. figuriamoci che ne può essere della libertà di noi singoli individui...
Altro.. che 1984 di G. Orwell e Il Grande Fratello (no.. non quel programma che a me fa venire l'orticaria, ma la maggior parte del pubblico apprezza tanto..).
Umberto Eco tanti anni fa parlando del futuro dei mezzi di comunicazione coniò una dicotomia che ormai si ripropone continuamente: la contrapposizione tra gli apocalittici e gli integrati.
I primi che vedono un futuro funesto in cui i Media e chi li controlla avrà un potere assoluto, e chi invece crede negli aspetti positivi dell'innovazione tecnologica e ne apprezza soprattutto le opportunità.
Tra pessimisti disperati e ottimisti euforici, io sono per un moderato scetticismo..
Ma non voglio cadere in inutili cinismi.
Per questo scrivo.
In Cina (ossia, credo un quarto-?- della popolazione mondiale) i blog sono vietati..
Siamo fortunati ad essere nati qui.
Cerchiamo, ognuno come può di meritarcela questa fortuna.
E magari di estenderla un pochino a chi ne ha avuta di meno di noi.
Senza retorica.
Andrea
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