Un'analisi ragionata su un preoccupante fenomeno della rete: le pagine web che contengono istruzioni su come togliersi la vita. Sono illeciti o rientrano nella libertà d'espressione del pensiero? Marco Morello cerca una risposta su Penne Digitali nella puntata in onda il 23 febbraio scorso..
Sono facili da trovare, molto frequentati, e di una completezza che spaventa. Sono i siti dedicati al suicidio. Basta inserire la parola in un motore di ricerca, e si viene sommersi da un elenco che supera i tre milioni di pagine. Tutte trattano in maniera seria l’argomento, non risparmiando nessun particolare. Esistono forum e community, in italiano e in inglese, che illustrano i metodi più efficaci per togliersi la vita senza soffrire, reperire l’occorrente e redigere la lettera d’addio. Gli iscritti aumentano, e c’è qualcuno che non si limita a leggere le parole digitali.
Pochi giorni fa un ragazzo di 24 anni di Bari si è ucciso con tranquillanti e monossido di carbonio. Dalla cronologia del suo browser è stato scoperto che aveva appreso in Rete il sistema per farla finita. Il padre sa con chi prendersela: “Voglio capire chi e perché diffonde sul web informazioni di questo tipo. Non so se siano dei maniaci o degli sciacalli. Dico solo che quei siti vanno chiusi e i responsabili devono essere arrestati”.
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