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domenica 30 aprile 2006

hacker e cracker

La storia di INTERNET non è antica ma con la velocità con la quale si evolve ieri è già preistoria.
Alcuni dati e valori sono però fondamentali per chi frequenta la RETE. Internet è nata circa 40 anni fa come progetto del Dipartimento della Difesa U.S.A. per lo sviluppo di una rete telematica decentrata. Alla fine della guerra fredda la rete è stata messa a disposizione di impieghi civili collegando dapprima i principali centri universitari e raggiungendo poi, in modo ampio, l'utenza casalinga. Oggi collega alcune centinaia di milioni di elaboratori. Nelle intenzioni dei suoi inventori è nata come "la" rete delle reti, oggi è divenuta la rete globale. Nei centri universitari la filosofia dominante era che la RETE sarebbe diventata lo strumento principale di libertà dei popoli perché? Ebbene perché i primi a comprendere la potenzialità della RETE furono gli hacker, nati intorno al 1950 da un gruppo di studenti di ingegneria del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che per puro diletto si dedicavano a migliorare la circuiteria elettrica del modellismo ferroviario finquando non arrivò all'Istituto il primo TX-O nel 1960. Da quel momento gli hacker si dedicarono a migliorare, sempre per diletto, il codice "ufficiale" dei programmatori fino a sviluppare programmi quali Spacewar, il primo video game interattivo. Logicamente lo spirito di collaborazione che aleggiava fra quei giovani faceva si che il codice fosse aperto e disponibile per tutti per possibili sviluppi e miglioramenti. Lo stesso Richard Stallman, uno dei padri del concetto di copyleft e pioniere del concetto di software libero, è pervaso dallo spirito degli hacker. Un hacker è colui che scrive codice software per il solo gusto di riuscirci e lo mette a disposizione della comunità perché sia utilizzato, modificato e migliorato a vantaggio di tutti. I difetti riscontrati, soprattutto nel campo della sicurezza e stabilità dei programmi, ricercati e divulgati, affinchè vi si ponga rimedio, dagli hacker li distingue indubbiamente dai cracker che invece operano esclusivamente per violare e danneggiare i sistemi informatici spesso senza apparente motivo ma al solo scopo di danneggiare e trarne vanto con gli amici. Per correttezza d'informazione non confondiamo quindi gli hacker con i criminali, questi sono, caso mai, i cracker.
Athos Gualazzi (administrator) http://www.piratpartiet.it

1 commento:

  1. Ringrazio vivamente Athos Gualazzi, che era evidentemente stata la prima persona a segnalarmi - per altro con toni davvero cortesi - come avessi usato impropriamente il termine hacker nel mio pezzo "L'appestato di Google Adsense".

    Vedete lo scambio epistolare "Commenti al mio articolo su Google Adsense: "non è corretto associare hacker a crimine".

    Anche qualche altro vero esperto di informatica si è sentito offeso, ma tutti sono stati estremamente gentili e disponibili nello spiegarmi - e al temto stesso confutare un luogo comune piuttosto diffuso - la differenza tra un hacker, un cracker, e in ultimo il "pirata informatico", che sarebbe il criminale dipinto dai Media, capace di sfruttare le sue competenze per compiere disparati reati a danno di terzi.

    Quanto di più distante dalla filosofia degli hackers.

    ..Così mi sono scoperto un hacker anche io, anche se solo per gli ideali condivisi, mancandomi le competenze tecniche.

    E davvero interessante la ricostruzione storica di Athos della nascita di Internet che nel suo asciutto editoriale ben racconta lo spirito che animava e anima chi lavora - spesso per pura passione - per "la" Rete delle reti, con l'auspicio che possa diventare "uno strumento di libertà dei popoli", quella che io chiamo "democrazia e comunicazione partecipata".

    Nei fatti Internet, pur con le sue peculiarità, è diventato un mezzo in gran parte monopolizzato dall'Industria dell'informazione e comunicazione, come per i classici Mass Media.

    Però il Web resta sempre uno strumento capace di avvicinare le persone, permetterne confronti e scambi di conoscenze e informazioni, fare una comunicazione attivamente prodotta dagli internauti, che hanno l'opportunità di non essere meramente destinatari passivi dei messaggi prodotti dall'"Industria Culturale".

    Il danno causatomi da Google Adsense, mi ha portato il vantaggio di entrare in relazione con tantissime nuove persone, ognuna con le proprie expertise, e di fare networking.

    Altro che millesimi di dollari per qualche clic..

    Concludo invitando i lettori a visitare il sito
    http://www.piratpartiet.it (già inserito nei link del Corriere del Web.it) perchè è una miniera di informazioni, oltre ad essere un altro importante spazio dove confrontarsi.

    Andrea Pietrarota

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