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lunedì 1 maggio 2006

A proposito di Adsense

Egregio Signor Pietrarota,

ho letto la sua lettera denuncia a proposito di Adsense ed alla sua esperienza può aggiungere la mia, alla quale se crede può dare pubblicità.

Ho appreso il concetto e la tecnica del blog nello scorso scorso dicembre.
Ne sono entusiasta ed ho creato fino ad oggi nove blog tematici, ben distinti l'uno dall'altra. Se ha curiosità può andare al primo:
http://clubtiberino.blogspot .com/

E da qui risalire agli altri.

Non ho ancora avuto la sua stessa esperienza in quanto i miei iperbolici guadagni ammontano in quattro mesi in ben 1,86$ dico meno di due dollari.
Mentre mi sento abbastanza forte per i contenuti che posso immettere nei singoli post dei diversi blog, non mi sento ancora pienamente padrone della tecnica e soprattutto non ho capito quasi nulla del funzionamento di Adsense, di clic e impressioni, di referral e simili. Mi pare di capire che se io stesso leggo la pubblicità, magari perché mi può interessare essendo affine ai miei argomenti, commetto una violazione di contratto... A questo punto non la leggo più.

Ho anche notato che in pratica non esiste assistenza umana. I messaggi del Team di Google credo siano generati tutti in buon italiano da una macchina.
Le macchine sono tutte stupide. Non ho capito quante persone lavorano nel Team, anzi dubito che vi lavorino delle persone in carne e ossa.
Probabilmente, un'organizzazione come Google lavorando su grandi numeri non può permettersi di avere nel Team persone reali, ma può servirsi di sole macchine.

Mi è parso di notare un certo rammarico da parte sua per quanto ha narrato.
Vorrei rincuorarla nel senso che lei non può aversela a male per azioni che non sono imputabili ad esseri umani, ma a macchine.

Anche io trovo eccellenti i servizi di Google, ma non ci si può aspettare dalle macchine più di quello che le macchine possono dare.

La prego di tenermi informato se la sua lettera-denuncia avrà sortito qualche effetto presso la Google, intendo non le sue macchine, ma le persone fisiche che da qualche parte devono pur esistere. Diversamente ci troviano in un mondo tutto kafkiano.

La saluto
Antonio Caracciolo

1 commento:

  1. Gent.mo Sig. Caracciolo,

    la ringrazio molto per la sua email di solidarietà. La sua è, inoltre, un'altra testimonianza, che se non altro mi "riabilita". L'assurdo infatti è che neanche mio fratello (o mio padre) possono più iscriversi al programma di Adsense.

    Per quanto riguarda i fatidici (o fantomaci..) guadagni con Adsense , i miei 80 dollari erano un guadagno (per me non disprezzabile) ma comunque una cifra irrisoria se spalmati in 5 mesi.

    Blog e siti con contenuti accattivanti guadagnano centinaia di dollari al mese per arrivare anche a casi -così ho letto nel web - anche di ragguardevoli cifre di diverse migliaia di dollari all'anno..

    Insomma chi ci sa fare sul serio e cavalca il mercato può (forse) davvero guadagnare.

    Basta scrivere testi per siti di forte richiamo (gossip, spettacolo, musica, sport, fan club, ecc) per attirare annunci e link particolarmente attraenti.

    Ma ripeto ancora una volta, per me Adsense era solo un arricchimento delle info dei miei blog.
    E io ero il primo a visitare i siti inserzionisti. Una volta, fose due, non a ripetizione..
    E con alcuni dei inserzionisti sono entrato in relazione.

    Ma clicare sulm proprio sito è vietatissimo!
    Non lo sapevo e mea culpa.

    Comunque visto che tutto è tracciabile on line, potevo anche essere avvisato e messo in guardia, prima dell'espulsione a vita, che tra l'altro non è avvenuta per questi miei clic, ma per non chiariti clic anomali.

    Di fatto, credo, che se un sito ha un'impennata di visite e relativi clic rischia di essere silurato.

    Ormai ho davvero una collezione di testimonianze. Tanto che ho scritto direttamente una lettera con tutta la documentazione agli uffici di Google Italia e al relativo Responsabile. Ho anche telefonato ma non ho ricevuto alcuna risposta.
    Era meglio se mi rispondeva un'altra maccchina: una segreteria telefonica..

    Qui non si tratta, perciò, di macchine (che poi siamo noi uomini che le facciamo..), ma dell'arroganza delle multinazionali.

    Io lavoro nelle pubbliche relazioni e quello che faccio tutti i giorni è proprio cercare di colmare le distanze tra clienti o cittadini e aziende o istituzioni, monitorando continuamente lo stato di "consenso", la "brand reputation", ecc.

    ... Ancora grazie.. anche per il sorriso che mi ha strappato alla fine con il riferimento a Kafka!

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