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sabato 30 settembre 2006

A Smau 2006 Prometeo, tecnologia italiana marina

Con l’OGS alla scoperta dell’alto Adriatico

L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) dal 4 al 7 ottobre partecipa a SMAU 2006 nell’ambito de "I Percorsi dell'Innovazione" ospite di ERA–Esposizione di Ricerca Avanzata, il nuovo science centre italiano con sede a Trieste.
A SMAU 2006 l’OGS presenta il veicolo subacqueo R.O.V. (Remotely Operated Vehicle) “Prometeo” che ha realizzato in completa autonomia I filmati delle comunità bentoniche e nectoniche che popolano i “grebeni”, particolari biotipi presenti nel golfo di Trieste.
L’OGS è un Ente pubblico di ricerca, con sede a Trieste, che svolge ricerca applicata nei campi delle Scienze della Terra e dell'Oceanografia. Da molti anni partecipa alle ricerche geofisiche in Antartide e tra il 1988 e il 1997 ha portato a termine, con la propria nave OGS Explora, otto campagne di ricerca nei mari del continente antartico. L’OGS fa parte del progetto CROP per lo studio strutturale e geodinamico della penisola italiana e di altri grandi progetti oceanografici per lo studio del Mare Mediterraneo. L’Ente è infatti fortemente impegnato nell’attività di monitoraggio, studio e ricerca della continua evoluzione dei sistemi marini e costieri. I litorali italiani risultano essere in una situazione di equilibrio precario non solo in seguito a fenomeni naturali, quali le variazioni del livello del mare, dei regimi di corrente e del moto ondoso, ma soprattutto per attività antropiche che hanno aumentato fenomeni erosivi spesso già esistenti. Particolarmente studiato da OGS è il sistema marino e litoraneo dell’alto Adriatico, la fine di salvaguardarne e di valorizzarne le risorse naturalistiche. Le più recenti indagini di carattere idrografico si sono concentrate su particolari biotipi presenti sul fondale marino del golfo di Trieste, noti con il nome di “tenue” o “grebeni”, allo scopo di mappare in modo dettagliato questi siti di particolare interesse ambientale che, in futuro, saranno preservati attraverso l’istituzione di aree marine protette.
L’attività di ricerca ha previsto inizialmente alcune prospezioni con un sonar a scansione laterale (Side Scan Sonar), che permette di realizzare immagini del fondo marino simili a fotografie aeree, realizzate però in ambiente subacqueo. Dopo aver così ottenuto una perfetta ricostruzione morfologica degli affioramenti rocciosi, sono stati eseguiti i rilievi con il R.O.V. (Remotely Operated Vehicle) “Prometeo”, un veicolo subacqueo guidato a distanza che ha permesso di identificare le comunità bentoniche e nectoniche che popolano questi anfratti. Per definire poi l’assetto geologico del substrato roccioso sul quale si sono formati questi particolari habitat sottomarini sono stati eseguiti alcuni prelievi di campioni di sedimento e delle prospezioni acustiche ad altissima risoluzione (Chirp). Una troupe subacquea infine ha realizzato video e servizi fotografici di questi affascinanti biotopi adriatici.


300906
Ufficio stampa: Globo divulgazione scientifica - Monica Rio

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