Montella (Avellino) - “Senza studi scientifici concreti, soprattutto per quanto riguarda l’impatto elettromagnetico, la Comunità del Parco dei Monti Picentini non può che esprimersi in maniera negativa sull’elettrodotto”.
E’ la posizione che viene espressa da Nicola Di Iorio, presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, componente del consiglio di amministrazione dell’Ente Parco e componente della Comunità del Parco, a seguito dell’incontro che si è svolto ad Acerno alla presenza dei tecnici di Terna Spa, che hanno illustrato i progetti di rafforzamento delle linee di alta tensione, che prevedono un cospicuo passaggio all’interno del perimetro del Parco regionale dei Monti Picentini.
“I tecnici – afferma Di Iorio – hanno giustificato la necessità di rafforzare le linee per assicurare la continuità energetica, ed hanno illustrato un progetto che prevede la realizzazione di una linea da 380 kw, che andrebbe a sostituire alcune linee che andrebbero in dismissione e che oggi trasportano 150 kw. A questo si aggiunge la realizzazione di piloni che avranno un’altezza, imposta dalla potenza dell’elettrodotto, che va dai 50 ai 70 metri”.
Secondo la società Terna Spa per il Parco dei Picentini ci sarebbe un vantaggio in termini di riduzione chilometrica dell’impianto e, quindi, dell’impatto ambientale.
“Ma allo stato attuale – commenta Di Iorio – il Parco non può fornire alcuna indicazione alla società, che non deve considerare la riunione che si è svolta ad Acerno come una fase di concertazione. Terna aveva l’obbligo di illustrare i progetti, ma finché non saranno portati sul tavolo studi concreti, soprattutto riguardo l’impatto ambientale che l’attraversamento dell’elettrodotto comporta dal punto di vista dell’inquinamento elettromagnetico, la Comunità del Parco non sarà in grado di decidere. Al contrario, alla luce della normativa esistente e sulla base dei dati attuali, il parere non può che essere negativo”.
“Il problema – continua il presidente della Terminio Cervialto - non è diminuire il percorso in termini chilometrici dell’elettrodotto, ma la concentrazione di potenza, che sarà pari a più del doppio di quella attualmente prevista. Finora però non ci è dato ancora sapere, attraverso dati scientifici, cosa può causare questa enorme concentrazione di potenza.
Ho invitato quindi i tecnici di Terna Spa, che hanno affermato di non essere ancora entrati nella fase di progettazione esecutiva, a compiere valutazioni alternative rispetto al progetto iniziale. È davvero questa l’unica soluzione possibile? Oppure si può evitare una così forte concentrazione di potenza su una stessa linea? Infine, è chiaro che il posizionamento di piloni di 70 metri d’altezza creerebbe un impatto visivo evidente. Terna si è dichiarata disponibile a ristorare il danno, ma che senso avrebbe allora avere un Parco? Non possiamo accettare il principio del ristoro per un’area protetta, sarebbe come accettare il principio che si può creare un vulnus che si può poi risarcire.
In sintesi, finché la società Terna Spa non fornirà maggiori dettagli sia sulla possibilità di avere una progettualità alternativa, sia sulle valutazioni scientifiche dell’impatto elettromagnetico sul territorio, la Comunità del Parco continuerà ad invitare gli organi decisionali a non concedere deroghe in tal senso, mantenendo quella linea di coerenza già tracciata con le posizioni espresse sul metanodotto e sulla Galleria Pavoncelli”.
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