Il noir di Stuart Gordon, dall'omonima piéce teatrale di David Mamet è tra le uscite più interessanti (e meno consolatorie) di questa settimana
In arrivo anche un tris di film italiani e "L'ultimo inquisitore" di Forman
di CLAUDIA MORGOGLIONE
di CLAUDIA MORGOGLIONE
Il lato oscuro, cupo, brutale di Los Angeles lo abbiamo visto, sul grande schermo, innumerevoli volte: solo negli ultimi mesi, tanto per fare due esempi, in The Black Dahlia di Brian De Palma e in Inland Empire di David Lynch. Ma accade assai più raramente che il cinema racconti una storia dura, al cento per cento noir, come quella di Edmond di Stuart Gordon, dall'omonima opera teatrale di David Mamet: la discesa agli inferi di un uomo fino a quel momento "normale", tra razzismo, sesso, violenza.
E adesso il film sbarca nelle nostre sale, con distribuzione Fandango. In un week end caratterizzato anche dalla forte presenza del made in Italy, con la black comedy Nero bifamiliare , il sentimentale Tutte le donne della mia vita, il raod movie Last minute Marocco. Ma ci sono anche l'oscurantismo della Spagna all'epoca di Goya, nell' Ultimo inquisitore di Milos Forman; una classica commedia romantica a stelle e strisce, Non dire sì; il thriller Perfect stranger, con Halle Berry protagonista; il danese Gli innocenti di Per Fly, che indaga nel mondo dei "cattivi maestri" e dei black bloc; il francese Quello che gli uomini non dicono, regia di Nicole Garcia.
Insomma, un menu abbastanza affollato. Su cui però - almeno per i tanti che amano il noir e l'hard boiled, e che non temono situazioni "forti" - svetta proprio Edmond. Film che deve molto al carisma del protagonista, William H. Macy, amatissimo dai massimi esponenti del cinema indipendente americano. E' lui a interpretare l'uomo che dà il titolo alla pellicola: un anonimo uomo d'affari che, all'ennesima lamentela della moglie (Rebecca Pidgeon), decide che quando è troppo è troppo. E così fugge dallo squallore della sua case e della sua vita, per tuffarsi nel lato oscuro di Los Angeles.
Una persona incontrata in un bar (Joe Mantegna) lo convince che la sua esplorazione non può che cominciare dal sesso: il nostro (anti) eroe si tuffa così nel mondo, losco e complesso, della prostituzione. In cui regnano la truffa e la violenza. Allora nella mente di Edmond cominciano a farsi strada pensieri sempre più follemente razzisti: e dopo che una cameriera (Julia Styles) lo invita a casa sua, la situazione comincia a degenerare... in una spirale di sangue e autodistruzione senza fine.
Una storia per stomaci forti, dunque. Con situazioni che lasciano il segno, raccontate in quello stile asciutto e corrosivo che hanno fatto di Mamet uno dei più grandi drammaturghi del suo paese. E tra i suoi più entusiasti ammiratori c'è anche il regista del film, Stuart Gordon: "Credo che Edmond sia la sua piéce migliore - ha dichiarato - ho sempre creduto che sarebbe stata una bellissima opera anche per il grande schermo". Il passaggio al cinema, però, non è stato indolore: trovare i finanziamenti è stata un'impresa davvero complicata. Probabilmente perché la pellicola tocca un tema sempre esplosivo: il razzismo.
A questo proposito, Gordon ha sostenuto che "ognuno di noi può identificarsi in Edmond, perché condividiamo le sue stesse paure. Di fatto, siamo tutti razzisti. Tutti noi cerchiamo di nascondere il nostro razzismo sia con gli altri che con noi stessi, ma segretamente siamo consapevoli del fatto che è ben radicato nelle nostre coscienze". Un'interpretazione, questa, condivisa anche da Macy, che ha incarnato sullo schermo quest'uomo così politicamente scorretto: "Credo che la storia del film sia vera - ha spiegato - è un'affascinante e originale esplorazione nei meandri dell'odio e della paura razziale. E trovo ogni singola scena della pellicola assolutamente realistica". Come a dire: se cercate alibi e facili consolazioni, state lontani dal mio personaggio...
Per tutte le altre informazioni sui film in uscita, consultate anche la sezione del nostro sito Trovacinema.
Origine: Repubblica
E adesso il film sbarca nelle nostre sale, con distribuzione Fandango. In un week end caratterizzato anche dalla forte presenza del made in Italy, con la black comedy Nero bifamiliare , il sentimentale Tutte le donne della mia vita, il raod movie Last minute Marocco. Ma ci sono anche l'oscurantismo della Spagna all'epoca di Goya, nell' Ultimo inquisitore di Milos Forman; una classica commedia romantica a stelle e strisce, Non dire sì; il thriller Perfect stranger, con Halle Berry protagonista; il danese Gli innocenti di Per Fly, che indaga nel mondo dei "cattivi maestri" e dei black bloc; il francese Quello che gli uomini non dicono, regia di Nicole Garcia.
Insomma, un menu abbastanza affollato. Su cui però - almeno per i tanti che amano il noir e l'hard boiled, e che non temono situazioni "forti" - svetta proprio Edmond. Film che deve molto al carisma del protagonista, William H. Macy, amatissimo dai massimi esponenti del cinema indipendente americano. E' lui a interpretare l'uomo che dà il titolo alla pellicola: un anonimo uomo d'affari che, all'ennesima lamentela della moglie (Rebecca Pidgeon), decide che quando è troppo è troppo. E così fugge dallo squallore della sua case e della sua vita, per tuffarsi nel lato oscuro di Los Angeles.
Una persona incontrata in un bar (Joe Mantegna) lo convince che la sua esplorazione non può che cominciare dal sesso: il nostro (anti) eroe si tuffa così nel mondo, losco e complesso, della prostituzione. In cui regnano la truffa e la violenza. Allora nella mente di Edmond cominciano a farsi strada pensieri sempre più follemente razzisti: e dopo che una cameriera (Julia Styles) lo invita a casa sua, la situazione comincia a degenerare... in una spirale di sangue e autodistruzione senza fine.
Una storia per stomaci forti, dunque. Con situazioni che lasciano il segno, raccontate in quello stile asciutto e corrosivo che hanno fatto di Mamet uno dei più grandi drammaturghi del suo paese. E tra i suoi più entusiasti ammiratori c'è anche il regista del film, Stuart Gordon: "Credo che Edmond sia la sua piéce migliore - ha dichiarato - ho sempre creduto che sarebbe stata una bellissima opera anche per il grande schermo". Il passaggio al cinema, però, non è stato indolore: trovare i finanziamenti è stata un'impresa davvero complicata. Probabilmente perché la pellicola tocca un tema sempre esplosivo: il razzismo.
A questo proposito, Gordon ha sostenuto che "ognuno di noi può identificarsi in Edmond, perché condividiamo le sue stesse paure. Di fatto, siamo tutti razzisti. Tutti noi cerchiamo di nascondere il nostro razzismo sia con gli altri che con noi stessi, ma segretamente siamo consapevoli del fatto che è ben radicato nelle nostre coscienze". Un'interpretazione, questa, condivisa anche da Macy, che ha incarnato sullo schermo quest'uomo così politicamente scorretto: "Credo che la storia del film sia vera - ha spiegato - è un'affascinante e originale esplorazione nei meandri dell'odio e della paura razziale. E trovo ogni singola scena della pellicola assolutamente realistica". Come a dire: se cercate alibi e facili consolazioni, state lontani dal mio personaggio...
Per tutte le altre informazioni sui film in uscita, consultate anche la sezione del nostro sito Trovacinema.
Origine: Repubblica
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