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giovedì 31 maggio 2007

Al lavoro in camicia hawaiana

 
Gli stili di vita individuali salveranno il pianeta? E un premier sarà capace di modificare il look dei propri cittadini, scardinando i codici culturali dell'abbigliamento? Il governo giapponese ha sfoderato la sua arma segreta nella guerra all'effetto serra: la camicia hawaiana. Per la precisione la camicia di Okinawa, isola subtropicale che ha dato il nome alla blusa a maniche corte, dal collo aperto, a fiori. Un po' stile Beach Boys.

Il primo ministro Shinzo Abe ha invitato tutti i suoi uomini a indossare "Okinawan shirts" il primo giugno 2007, per segnare l'inizio della campagna anti-surriscaldamento del pianeta, che proseguirà fino al primo settembre. Ridurre l'utilizzo massiccio di condizionatori nei mesi estivi, tra le cause dei cambiamenti climatici. Un imperativo, quasi categorico: abbandonare i soffocanti colletti bianchi e le cravatte asfissianti per uno stile più informale, forse vacanziero, ma sicuramente più fresco, e dunque più ecologico. In poche parole: vèstiti più leggero e cerca di evitare climi polari in ufficio!

Si chiama Cool Biz: un'operazione lanciata nell'estate del 2005, ai tempi del primo ministro Koizumi. Il suggerimento esplicito a dismettere giacca e cravatta (i ricercatori avvertono che senza cravatta si percepiscono due gradi in meno rispetto alla temperatura esterna) e a mantenere l'aria condizionata a 28 gradi centigradi ha già prodotto i suoi risultati. Sull'ambiente e sui consumi. Il report del ministero dell'ambiente giapponese diffuso nell'ottobre del 2005, a ridosso della prima edizione del Cool Biz ( http://www.env.go.jp/en/press/2005/1028a.html), riferiva che il 32,7% dei 562 intervistati aveva impostato a temperature più elevate l'impianto di condizionamento dell'aria nel proprio ufficio.

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