"Intervenire su quelle normative che producono detenzione superflua, cioè carcere non indispensabile e non necessario". E' questa una possibnile soluzione al problema del sovraffollameto nelle carceri, proposte dal Sottosegretario di Stato alla Giustizia Luigi Manconi, intervenuto oggi pomeriggio alla trasmissione 'L'Avvelenato' di Ecoradio.
"L'esempio piu' evidente - ha continuato Manconi - è quello della legge sull'immigrazione, la Bossi-Fini, che porta in carcere persone responsabili solo ed esclusivamente di un illecito amministrativo, che poi si trasforma in reato, ma che è la violazione di quella norma sull'ingresso e sul soggiorno in Italia. Non si tratta quindi di una fattispecie penale eppure questo porta in carcere migliaia e migliaia di detenuti stranieri. Un carcere inutile e superfluo che produce solo sovraffollameto".
Un'altra possibile soluzione al problema - secondo Manconi - è quello di tenere maggiormente in considerazione "le misure alternative al carcere, che nel nostro paese sono un ventaglio limitato, cioè un numero non sufficientemente ampio".
"In italia - ha aggiunto il sottosegretario alla Giustizia - domina ancora l'idea che la sola forma di sanzione possibilie e immaginabile sia la cella chiusa, Noi dobbiamo batterci contro quest'idea, possono esserci sanzioni molto severe che non comportino necessariamente quello che è una forma arrettrata di pena, che è la cella chiusa".
"L'esempio piu' evidente - ha continuato Manconi - è quello della legge sull'immigrazione, la Bossi-Fini, che porta in carcere persone responsabili solo ed esclusivamente di un illecito amministrativo, che poi si trasforma in reato, ma che è la violazione di quella norma sull'ingresso e sul soggiorno in Italia. Non si tratta quindi di una fattispecie penale eppure questo porta in carcere migliaia e migliaia di detenuti stranieri. Un carcere inutile e superfluo che produce solo sovraffollameto".
Un'altra possibile soluzione al problema - secondo Manconi - è quello di tenere maggiormente in considerazione "le misure alternative al carcere, che nel nostro paese sono un ventaglio limitato, cioè un numero non sufficientemente ampio".
"In italia - ha aggiunto il sottosegretario alla Giustizia - domina ancora l'idea che la sola forma di sanzione possibilie e immaginabile sia la cella chiusa, Noi dobbiamo batterci contro quest'idea, possono esserci sanzioni molto severe che non comportino necessariamente quello che è una forma arrettrata di pena, che è la cella chiusa".
Ecoradio
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