COMUNICATO STAMPA
"Se si dovesse tornare al testo iniziale vanificando il lavoro del Parlamento, l'accordo non si farà. È un diktat di Montezemolo che risponde ad una concezione di stato corporativo, non si capisce perché il Parlamento non possa produrre un miglioramenti rispetto all'accordo sottoscritto dalla parti sociali. E' una questione di autonomia parlamentare" commenta ai microfoni di Ecoradio il capogruppo di Rifondazione Comunista al Senato Giovanni Russo Spena.
"In Italia Confindustria esagera nel tutelare il capitale, la valorizzazione del profitto e – continua Russo Spena - questo succede perché la politica è debole". Alla domanda "Cosa pensa della posizione del ministro Mastella che sulla discussione di oggi teme la crisi di governo" Russo Spena ha risposto: "Mastella potrebbe interessarsi meglio del Ministero della Giustizia di quanto non faccia visto che fa il capo partito e si interessa di temi che, invece, riguardano la Commissione Lavoro. Mastella e i centristi continuano a fare "ostruzione politica" come la chiama Di Pietro, a fare ricatti e così il governo non va lontano".
Russo Spena conclude auspicando un equilibrio, una mediazione anche se la sinistra è decisa a non cedere su due punti fondamentali: "Definire meglio cosa significa lavori usuranti per andare in pensione prima e poi il contratto a termini che va definito in modo tale da non essere precarizzante al massimo per i giovani. 36 mesi di contratti a termine sono più che sufficienti".
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