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martedì 18 dicembre 2007

Intervista a Lalo Cibelli

INTERVISTA A LALO CIBELLI

In questi giorni a Roma è in scena l'evento musicale e teatrale della stagione, La Divina Commedia l'Opera. Ad interpretare Virgilio è Lalo Cibelli al quale rivolgiamo alcune domande.

D.: Chi è Lalo Cibelli artisticamente parlando?

R.: Io sono tante cose, spero un artista, ma per definirmi tale c'è bisogno di uno spropositato narcisismo e di incoscienza. Ho insegnato educazione musicale tanti anni, sono un cantante di gospel e spirituals e pure di musica religiosa italiana (quella di Frisina, per capirci...); Canto blues, jazz e soul, ma compongo pure canzoni, sono un chitarrista e ho suonato il sax. Mio padre, che adoro, è Direttore di Banda, come me.

D.: Quali sono state le emozioni provate nell'affrontare un'opera importante come la Divina Commedia?

R.: Sono stato molto combattuto i primi tempi, poi mi sono abbandonato completamente calandomi interamente dentro a questo progetto e al mio personaggio che, credo, risplende di luce. L'emozione più grande è scoprire giorno dopo giorno il mio Virgilio che muta, si arricchisce di nuova pietas, di continue struggenze dell'animo.

D.: Sei stato Spoletta nella Tosca di Lucio Dalla, oggi sei Virgilio, Cosa ti hanno dato, come artista, questi due ruoli così diversi?

R.:I tempi in cui sono stato Spoletta mi vedevano reduce da dolori umani ed esistenziali indicibili. Sono approdato nell'opera di Lucio riconoscente e pronto. Ho giocato a fare il truce Spoletta con entusiasmo incredulo, come un bambino alle prese con un gioco da scoprire (era la prima volta in un musical!). Oggi posso dire di avere scelto io stesso di vivermi addosso il Virgilio che serviva al mio cuore. L'ho accolto e amato, tutto qui.

D.: Quali sono state le chiavi di lettura del tuo personaggio, cosa hai fatto per renderlo tuo?

R.:Ho pensato:"Lalo, perchè in questo momento della tua vita e, dopo avere rifiutato quattro ruoli prestigiosi, hai accettato questo ruolo? Cosa c'è sotto?" Allora è stato facile..... credo che l'universo al quale mi affido me lo abbia regalato per suggellare un mio modo di vivere il quotidiano, i rapporti con le persone, il mio pensiero d'amore, il mio sentiero e il mio cammino. Era li che dovevo andare. Virgilio era un poeta splendido, utopico, un uomo di pace e di gioia, aveva grandi braccia e grandi mani, l'uomo della compassione, la guida, la luce e la speranza.

D.:Cosa ti piace di più del tuo personaggio e cosa di meno.

R.: Non ci sono cose che non condivido, amo persino la sua incompletezza, i suoi limiti. Virgilio rappresenta tutto ciò che è accessibile tramite la ragione. Oltre il purgatorio non può andare...

D.: Come ti sei trovato con i tuoi compagni di lavoro e specialmente con Vittorio Matteucci che interpreta Dante e con il quale sei in scena per quasi tutto lo spettacolo?

R.: Vittorio ed io abbiamo superato paure iniziali, credo. Lui è uno splendido artista ed io lo stimo e gli sono amico, ma dovevamo assolutamente sapere, sperimentando, cosa ne sarebbe uscito da questo interagire. Tutto è stato facile, poi. Desideravo profondamente intepretare un ruolo che si avvicinasse il più possibile alle atmosfere che respiro intorno a me ( sono un uomo fortunato....). Vittorio ed io in Tosca Amore Disperato interpretavamo ruoli di malvagi, ora lui interpreta un personaggio addolorato e distrutto, un uomo che chiede a se stesso dei perchè, si studia, si scarnifica e ha paura, tanta paura. Io interpreto il suo maestro, da lui stesso scelto e invocato. L'unico adatto per indicargli la strada da percorrere.

D.: Quale è il tuo personaggio letterario preferito e che ti piacerebbe interpretare in futuro?

R.: Amo profondamente Cristopher Isherwood e Louis Sepulveda ma personaggio che preferisco e sento più vicino è Pessoa, personaggio e autore insieme! Sarebbe bello portare sul palcoscenico la sua vita turbinosa.

D.: Tu hai insegnato per molti anni. Ci sono moltissime scolaresche che vengono a vedere l'Opera. Secondo la tua esperienza, come hanno accolto i ragazzi questa Divina Commedia in musica?

R.: Le scolaresche che affollano ogni mattina il teatro sono preparate e attente, seguite da insegnanti esigenti e appassionati. Diciamo che hanno una età in cui vengono attirati molto dall'Inferno, compartecipano alla passione dei personaggi condannati alla pena eterna, capiscono quanto sia necessaria la messa in discussione dei loro pensieri e seguono l'inferno come un thriller! Agli insegnanti poi, va assegnato il compito di saper elaborare quanto visto in un pensiero logico, razionale, costruttivo e educativo.

D.: Definisci con tre parole sia l'uomo che l'artista Lalo Cibelli.

R.: Mi definisco "uomo" e basta. Nella vita e sul palco. Una parolona, eh?

D.: Un grosso difetto e un grosso pregio di Lalo?

R.: Non vedo l'ora di svegliarmi carico di gratitudine. Da questo si muove la mia energia. Metto in discussione sempre me stesso, pronto a cambiare parere e chiedere scusa. I miei cardini rotanti sono l'accettazione e il perdono.

D.: Trovi la lampada di Aladino e puoi esprimere i classici tre desideri, cosa chiedi?

R.: Che scompaia definitivamente la logica disumana della sopraffazione, del razzismo e del potere.

D.: Al di là della Divina Commedia, quali sono i tuoi progetti futuri?

R.: Sono un cantante e, come tale, vivo questo momento come una meravigliosa parentesi, per poi ritornare come mio solito, a cantare e stare sul palco con la mia band di stupendi Jazzisti emiliani. Ho tante cose da fare, pubblicare il mio nuovo CD dal titolo ANIMUS di cui potrei parlarti per ore, elaborare i miei progetti sonori recenti, vedere Lucio Dalla per nuove prospettive insieme... magari! Appena torno cercherò di terminare il restauro della mia casa sui colli di Vignola, così verrete tutti a trovarmi. Un abbraccio enorme a tutti quelli che mi apprezzano. Dio vi benedica.

Grazie Lalo

A te i più sinceri auguri per tutto quello che ti sta a cuore, per queste prossime feste e un arrivederci alla prossima intervista magari proprio per parlarci del tuo nuovo cd.

(Ilda Ippoliti)





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