"Un governo per la riforma elettorale sugli spiragli di dialogo esistenti"
Ecco il testo del discorso con il quale il capo dello Stato ha motivato la scelta di affidare l'incarico a Franco Marini
Repubblica ROMA - Ecco il testo della dichiarazione con la quale il presidente della Repubblica ha fornito, come promesso, le motivazioni della sua decisione di affidare l'incarico di formare il governo al presidente del Senato, Franco Marini
"La crisi della maggioranza di governo è intervenuta dopo che in parlamento si erano aperte spiragli di dialogo tra le forze politiche per una modifica della legge elettorale vigente e di alcune, importanti norme della costituzione".
"La preoccupazione che senza tali modifiche non si possa realizzare la necessaria stabilità politica ed efficenza istituzionale, si è espressa negli ultimi tempi, e ancora in questi giorni, nel modo più imparziale, in seno all'opinione pubblica e a significative rappresentanze del mondo economico e della società civile. Una modifica della legge elettorale è stata, d'altronde sollecitata attraverso una richiesta di referendum dichiarata ammissibile dalla corte costituzionale".
"Ho perciò prospettato, a tutti i partiti e i gruppi politici da me consultati, l'esigenza di una soluzione della crisi di governo che in tempi brevi dia almeno avvio agli indispensabili processi di riforma e a credibili impegni di più costruttivo e fruttuoso dialogo tra gli opposti schieramenti: dialogo da me constantemente auspicato e obbiettivamente necessario qualunque sia il risultato di nuove elezioni".
"Questa soluzione è stata considerata impraticabile da quelle forze politiche che hanno indicato nello scioglimento delle camere e nella convocazione delle elezioni sulla base della legge vigente il solo sbocco dell'attuale crisi politica. Nel ribadire attenzione e rispetto per tutte le posizioni illustratemi, ricordo tuttavia che sciogliere anticipatamente le Camere ha sempre rappresentato la decisione più impegnativa e grave affidata dalla costituzione al presidente della Repubblica. E questa volta la decisione dovrebbe essere assunta a meno di due anni dalle ultime elezioni. Considero perciò mio dovere riservarmi un'adeguata ponderazione e valutazione conclusiva; il che non può essere da nessuna parte inteso come scelta rituale o dilatoria".
"Ho chiesto al presidente del Senato, facendo appello al suo senso di responsabilità istituzionale, di verificare le possibilità di consenso su un preciso progetto di riforma della legge elettorale e di sostegno ad un governo funzionale all'approvazione di quel progetto e all'assunzione delle decisioni più urgenti in alcuni campi".
"La crisi della maggioranza di governo è intervenuta dopo che in parlamento si erano aperte spiragli di dialogo tra le forze politiche per una modifica della legge elettorale vigente e di alcune, importanti norme della costituzione".
"La preoccupazione che senza tali modifiche non si possa realizzare la necessaria stabilità politica ed efficenza istituzionale, si è espressa negli ultimi tempi, e ancora in questi giorni, nel modo più imparziale, in seno all'opinione pubblica e a significative rappresentanze del mondo economico e della società civile. Una modifica della legge elettorale è stata, d'altronde sollecitata attraverso una richiesta di referendum dichiarata ammissibile dalla corte costituzionale".
"Ho perciò prospettato, a tutti i partiti e i gruppi politici da me consultati, l'esigenza di una soluzione della crisi di governo che in tempi brevi dia almeno avvio agli indispensabili processi di riforma e a credibili impegni di più costruttivo e fruttuoso dialogo tra gli opposti schieramenti: dialogo da me constantemente auspicato e obbiettivamente necessario qualunque sia il risultato di nuove elezioni".
"Questa soluzione è stata considerata impraticabile da quelle forze politiche che hanno indicato nello scioglimento delle camere e nella convocazione delle elezioni sulla base della legge vigente il solo sbocco dell'attuale crisi politica. Nel ribadire attenzione e rispetto per tutte le posizioni illustratemi, ricordo tuttavia che sciogliere anticipatamente le Camere ha sempre rappresentato la decisione più impegnativa e grave affidata dalla costituzione al presidente della Repubblica. E questa volta la decisione dovrebbe essere assunta a meno di due anni dalle ultime elezioni. Considero perciò mio dovere riservarmi un'adeguata ponderazione e valutazione conclusiva; il che non può essere da nessuna parte inteso come scelta rituale o dilatoria".
"Ho chiesto al presidente del Senato, facendo appello al suo senso di responsabilità istituzionale, di verificare le possibilità di consenso su un preciso progetto di riforma della legge elettorale e di sostegno ad un governo funzionale all'approvazione di quel progetto e all'assunzione delle decisioni più urgenti in alcuni campi".
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