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domenica 29 giugno 2008

COSTRUIRE UN FORTE LEGAME CON I TERRITORI PER SUPERARE LA CRISI DEMOCRATICA FORTE IN CAMPANIA

Raffaele Pirozzi COMUNICA CHE AL CONGRESSO PROVINCIALE DI NAPOLI CHE SI E' SVOLTO IL 28 E 29 GIUGNO 2008 LA DELEGATA -CLAUDIA DE MAGISTRIS- HA PRESENTATO IL SEGUENTE DOCUMENTO SULLA DEMOCRAZIA INTERNA AL PARTITO DEMOCRATICO COSCIENTI CHE LA CAMPANIA ED IL MEZZOGIORNO VIVONO UNA CRISI PROFONDA DI DEMOCRAZIA.

DOCUMENTO AVENTE IL SEGUENTE TITOLO: RICOSTRUIRE UN LEGAME CON I TERRITORI PER USCIRE DAVVERO DALLA CRISI.



I sottoscritti delegati all'Assemblea provinciale del Pd segnalano a questa assemblea il gravissimo deficit di democrazia e partecipazione che si sta registrando in queste settimane nella costruzione di decisioni che hanno un peso enorme sulla vita di migliaia di uomini e donne che abitano in una vasta fetta dell'area metropolitana di Napoli.

Il Sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino ha ritenuto di dare il via libera all'allestimento di una megadiscarica di rifiuti da 700mila tonnellate su una fetta di confine del suo territorio, che dista 20 metri dal Comune di Marano di Napoli. E nel farlo non ha ritenuto di avvertire, nemmeno con una telefonata formale, né il Sindaco di Marano, peraltro dello stesso partito, né il sindaco di Mugnano, dello stesso partito, e nemmeno l'articolazione istituzionale a lei più vicina come la presidenza dell'Ottava Municipalità.

Oltretutto, pur assicurando che avrebbe tenuto conto del voto unanimemente negativo del Consiglio comunale di Napoli sulla scelta di Chiaiano-Marano per la megadiscarica, il sindaco di Napoli ha continuato imperterrita ad avallare tale individuazione da parte del governo, a sostenerne il percorso, in totale dispregio anche della volontà espressa in quella sede dall'intero gruppo consiliare del Pd.

Stesso metodo è stato adottato per l'indicazione di un inceneritore ad Agnano. Collocato a meno di cinquanta metri dal territorio di Pozzuoli, non si è ritenuto di informare, sia pure telefonicamente, il sindaco di Pozzuoli, il presidente della Municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta, peraltro iscritto al PD.

Questa maniera di assumere decisioni, al di là dell'impatto di tali insediamenti sull'equilibrio delle comunità interessate, e oltre la condivisione o la contrarietà nel merito delle scelte, mettono in luce un metodo politico lontanissimo dall'idea di partecipazione che è alle base dei valori fondanti del Partito democratico.

Per questo, i sottoscritti delegati, chiedono all'Assemblea tutta, con un voto sul presente Ordine del giorno, una netta presa di posizione, che censuri fortemente una idea della politica intesa come luogo di un decisionismo scollegato dai territori, dal bisogno di costruire reti popolari, dalla necessità di tessere una tela partecipativa alla costruzione delle scelte.

Il Pd ha voluto le primarie come luogo per l'elezione dei suoi gruppi dirigenti. Ha mostrato quindi di credere nella costruzione dal basso delle scelte impegnative. Come si può quindi avallare il comportamento di chi, nel costruire insediamenti per loro natura invasivi della vita quotidiana di migliaia di persone, non sente il bisogno di aprire quanto meno un confronto preventivo con gli altri livelli istituzionali, una linea informativa e partecipativa con i territori e i loro rappresentanti?

Non è tollerabile che chi è chiamato a governare si chiuda in un circolo autoreferenziale e autistico e decida a testa bassa, senza guardare ai livelli istituzionali più vicini ai territori, senza sentire il bisogno di mescolarsi alle comunità locali e di partecipare le scelte dentro un tessuto solidaristico. Tra l'altro questo modo di intendere la politica e le scelte allontana la gente dai partiti, mina irrimediabilmente il legame tra la politica e i territori, rende le scelte stesse più complesse, più difficili da realizzare, più complicate da portare avanti, trasforma sostanzialmente i partiti in comitati ristretti dove si tutelano gli interessi di pochi a dispetto dei bisogni delle comunità.

Solo con l'articolazione di un modello partecipato si può ricostruire un tessuto fiduciario che è la base stessa per l'idea nuova della politica che il Pd intende mettere in campo.

Solo ricostruendo un rapporto con la gente, dentro il quale spiegare, persuadere, convincere, relazionarsi, si può ricollegare la politica ai bisogni veri della cittadinanza.

Solo affrancandosi dai metodi pseudoautoritari che, come da manuale da Prima Repubblica, scaricano decisionismo sulle comunità inermi e ammiccano, invece, ai poteri forti, si può pensare ad una politica nuova, che guardi al futuro, che governi davvero i territori, che guidi la regione Campania e la città di Napoli, fuori dalle secche di una crisi che si trascina da troppo tempo e che se non trova metodi, linguaggi e culture nuove, non potrà che aggravarsi.


NAPOLI, 29/06/08


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