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lunedì 15 giugno 2009

Premio Strega - Villa Giulia Roma

 

 

   Giovedì 2 luglio, nel ninfeo di Villa Giulia a Roma, la proclamazione del vincitore del Premio Strega 2009, giunto alla 63/a edizione. Cinquemila euro e successo assicurato al primo assoluto. Nei giorni scorsi la selezione dei cinque finalisti: Stabat Mater (Einaudi) di Tiziano Scarpa con voti 59; L'istinto del lupo (Newton Compton) di Massimo Luglio con voti 45; L'ultima estate (Fazi) di Cesarina Vighy con voti 42; Il Bambino che sognava la fine del mondo (Bompiani) di Antonio Scurati con voti 40; Almeno il cappello (Garzanti) di Andrea Vitali (finalista anche nel premio Campiello) con voti 35. L'anno scorso a iscriversi nel libro d'oro, Paolo Giordano con La solitudine dei numeri primi (Mondadori).

    Gli amici della domenica, quattrocento tra giornalisti, critici, registi, scrittori, persone impegnate nella cultura italiana, riuniti in casa Bellonci, hanno deciso la cinquina, dalla quale uscirà il vincitore di uno dei tre più importanti premi letterari del nostro Paese. Gli altri sono il Premio Campiello e il Viareggio

     Lo Strega vide la luce il 16 febbraio 1947, quattordici furono i titoli ammessi a concorrere e Flaiano con Tempo di uccidere il primo vincitore. Poi i premi si susseguirono dal dopoguerra fino ad oggi con la partecipazione di tutti i maggiori autori italiani del secondo novecento tra l'altro si ricordano Moravia, Eco, la Morante, Pavese, Gadda, Palazzeschi, Silone.

    Ideatori e fondatori del Premio sono Maria Bellonci e Guido Alberti, imprenditore del famoso liquore, con la passione per la recitazione. Il premio unico è assegnato ad un libro di narrativa in prosa di autore italiano, pubblicato tra il 1 maggio dell'anno precedente ed il 30 aprile dell'anno in corso.

    Il Comitato direttivo del Premio Strega è presieduto dal linguista Tullio De Mauro, direttore della Fondazione Bellonci: "Mi pare che il numero dei concorrenti sia cresciuto – ha dichiarato De Mauro – Era parecchio tempo che non c'erano tanti aspiranti a concorrere. Parecchi libri hanno una qualità letteraria notevole, tant'è che 6 o 7 libri non hanno avuto bisogno di discussione, cosi come per altri due non c'è stato alcun dubbio nella loro esclusione".

     Gli altri finalisti, presentati da due "Amici della domenica", Il tempo materiale di Giorgio Vasta con 33 voti; Come ho perso la guerra di Filippo Bologna con 26 voti; Cecilia di Linda Ferri con 20; La vedova, il Santo e il segreto del Pacchero estremo di Gaetano Cappelli con 15 voti; I nostri occhi sporchi di terra di Dario Buzzolan con 13; In terra consacrata di Ugo Barbara con 10 e i Frutti dimenticati di Cristiano Cavina con 8 e cinque schede bianche.

    Ovviamente, non sono mancate critiche, nella selezione delle opere. Si contesta principalmente la presenza di 120 scrittori e cinquanta dirigenti editoriali, nella rosa dei giurati. Spesso sono gli amici degli amici e le case editrici a determinare il successo di un'opera.

 

mario carillo - napoli-news.net

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