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martedì 29 settembre 2009

IL PIANO CASA DELLA REGIONE CAMPANIA.

 

LO SCELLERATO PIANO CASA DELLA REGIONE CAMPANIA.

Luigi De Falco, Segretario Regionale Italia Nostra Campania


Sta consumandosi la peggiore calamità (non naturale) degli ultimi cinquant'anni sul territorio della Campania: la chiamano 'Piano casa'. Paragonabile per dimensioni alla colata lavica del cemento negli anni '50, quello delle mani sulla città, che credevamo amputate dal senso di pudore che finanche i costruttori sembravano aver decorosamente assunto.

L'immagine che hanno offerto al convegno del 21 settembre a palazzo Partanna è quella di una prevedibile coerenza con le prerogative di una categoria che attende (spesso suggerisce) occasioni economiche dall'azione della politica.

L'immagine della politica è invece macchiata inesorabilmente dalla concessione di tanto eccessivo lucro all'impresa a scapito della collettività e dei beni comuni, che nemmeno Lauro negli anni '50 fu capace di fare.

Oggi non è Lauro, ma Bassolino. Nel primo suo governo della città credemmo nel rinascimento di Napoli, nel suo riscatto agli occhi del mondo.

Ingenuamente, poi, ritenemmo fosse rimasto vittima dei giochi dei partiti, degli insormontabili apparati di una burocrazia autoreferenziale e improduttiva.

Oggi dobbiamo fermamente ricrederci. Il rinascimento fu solo l'occasione, diabolicamente sfruttata, per assumere e consolidare potere politico, creando un'immagine la cui reale sostanza esce oggi allo scoperto.

Il patto col diavolo è compiuto.

L'inspiegabile forma di reciproco rispetto tra il Governatore ed il Presidente "chansonnier", oggi suggella l'accordo totale sul fronte della rendita immobiliare. Nemmeno Formigoni in Lombardia è stato capace di far peggio: forse il Presidente "chansonnier" sta cambiando "delfino".

Il Piano casa lombardo esclude dai benefici le costruzioni che hanno goduto delle sanatorie craxiana (del 1985) e berlusconiane (del '94 e del 2003). Il "Piano" della Campania, invece, premia anche quelle.

Il "Piano" della Lombardia rispetta le prerogative dei Comuni concedendo loro la facoltà di decidere l'applicazione della legge e limitatamente agli interventi edilizi che ricadono in aree la cui destinazione dei piani regolatori resta rispettata. Questo in Campania non succederà. La decisione sarà prerogativa esclusiva della proprietà fondiaria.

La Lombardia limita alle costruzioni in zone agricole l'ampliamento a uso dell'impresa agricola e alla ricettività non alberghiera. La Campania nelle zone agricole consente invece ogni bendiddio e si sa che proprio in queste l'abusivismo (e la camorra) ha avuto la sua massima espressione.

In un sol punto Bassolino non è più bravo di Formigoni. Nessuno dei due considera che il Codice dei beni culturali non consente loro di mettere le mani sul patrimonio naturale tutelato dalle leggi della Nazione, se non attraverso un atto di pianificazione del territorio, in pieno accordo con il Ministero per i beni culturali. Quest'atto non si è mai visto. La tutela del paesaggio è prerogativa dello Stato, la sua valorizzazione è competenza delle regioni (che ne siano capaci). Bisogna dire che queste stanno preoccupandosi di valorizzare solo la rendita fondiaria che è un'altra cosa.


 
 
 
Raffaele Pirozzi direttore giornaleonline"www.notiziesindacali.com"

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